Il
polpo (vedi scheda)
è una delle prede più facili da insidiare in quanto molto
difficilmente scappa di fronte all'uomo ed é possibile avvicinarlo fino
a quasi toccarlo. La ragione della sua immobilità è legata al fatto
che il suo mimetismo abbinato all'immobilità lo rendono molto difficile
da individuare. Infatti, la difficoltà maggiore nella pesca di questo
cefalopode è rappresentata dall'impegno richiesto per individuarlo.
Può anche capitare di trovarlo in movimento o mentre nuota fuori tana
(il polpo più grosso che ho catturato pesava 6,7 kg e l'ho individuato
mentre nuotava a mezz'acqua) ma questo tipo di fortuna capita poco
spesso; pertanto è opportuno adottare delle opportune tecniche di
individuazione per portarlo a tiro. Perciò, prima di trattare
della fase del tiro e del recupero, è indispensabile trattare delle
modalità di individuazione del polpo in tana e fuori tana.
L'INDIVIDUAZIONE
DEL POLPO IN TANA:
la circostanza più favorevole per individuare il polpo è quella in cui
il fondale offre scarsi rifugi (ad esempio, distese di sabbia, fango o
piattaforme rocciose). In questi caso, la tecnica di individuazione
consiste nell'ispezionare i pochi massi che interrompono la monotonia
del fondale, soprattutto se si tratta di massi piccoli che poggiano
sulla sabbia: il cefalopode avrà scavato la sua tana nella sabbia lungo
il bordo del masso oppure avrà occupato l'eventuale rifugio offerto
dallo spazio tra la base del masso e la sabbia. Buoni risultati si
ottengono anche controllando eventuali barattoli vuoti, copertoni, e
altri rifiuti gettati in mare da quei naviganti che non rispettano il
mare.
Nel
caso in cui il tratto di fondale da esaminare presenti numerosi rifugi,
allora l'azione di ricerca si complica alquanto, anche se, al contempo,
aumentano in proporzione le possibilità di effettuare numerose
catture.
In
questi casi, se siamo su una batimetrica bassa, la prima possibilità è
quella di riuscire a vedere il polpo dalla superficie. Ciò è possibile
in quanto il polpo ha la tendenza a rimanere affacciato alla tana.
Pertanto, in acqua bassa è possibile riuscire ad individuarlo
percorrendo con lo sguardo i bordi delle rocce e delle spaccature. In
particolare, si dovrà porre attenzione a due particolari per riuscire a
scorgerlo nonostante il suo mimetismo: gli occhi e la posizione che
assume. Per gli occhi il discorso è ovvio: il polpo prende il colore
dell'ambiente circostante ma non può fare nulla per mimetizzare gli
occhi che sono di colore giallo. Quanto invece alla posizione il
discorso è leggermente più complicato. Abbiamo visto che il polpo sta
affacciato alla tana chiudendo il buco in perfetto allineamento con il
sasso in cui si trova. Tuttavia, pur non sporgendo dalla tana e
rimanendo mimetizzato, per colore e forma della livrea, con l'ambiente
circostante, può venire tradito dalla circostanza che, nel far ciò,
assume una posizione caratteristica di osservazione (sempre identica)
con l'addome, e quindi gli occhi, al centro e i tentacoli disposti lungo
i lati a formare due leggere linee curve (che assomigliano a delle onde)
poste al di sotto della figura rotondeggiante dell'addome. Quindi, con
un pò di esperienza si riesce a distinguere al volo questa
"silhouette" e ad individuarlo con minore difficoltà.
Nel
caso in cui invece ci troviamo su un fondale superiore ai 3-4 metri
sarà difficile, anche con acqua molto limpida, riuscire a vederlo
direttamente dall'alto. Sarà meglio, pertanto, cercare di individuare i
classici e famosissimi indizi della loro presenza, cioè i residui del
pasto: gusci di conchiglie varie, pezzetti di granchio e sassolini
colorati posti a semicerchio davanti alla tana. Bisogna sottolineare,
però, che mentre in passato questi erano segni della sicura presenza di
un polpo dentro alla tana, attualmente, avendo anche i polpi imparato ad
essere meno prevedibili, questi segni devono essere presi come
importanti indizi della loro presenza nelle vicinanze e non proprio all'inteeno
di quella particolare tana. Pertanto, trovati questi indizi sarà
opportuno attuare una meticolosa ricerca nei paraggi per poter scovare
il rifugio in cui si è nascosta la nostra preda.
*
L'INDIVIDUAZIONE
DEL POLPO FUORI TANA: prescindendo
dai casi fortuiti in cui, come già accennato, si vede il polpo che
nuota o che si sposta sul fondo, l'individuazione del polpo fuori dalla
tana è legata all'osservazione del comportamento di alcune specie di
pesci quali le perchie, gli sciarrani e le donzelle che sono solite
seguire questi cefalopodi nei loro tragitti fuori tana. Pertanto, se si
vede un codazzo di pescetti che senza nessuna ragione apparente si
comportano in modo nervoso oppure punta un particolare masso, allora
possiamo stare sicuri che sotto quel masso o nelle vicinanze si nasconde
un polpo. Il motivo di questo "pedinamento" subacqueo non è
chiaro ma si presume che questi pesci, in particolare gli sciarrani e le
perchie, si comportino in questo modo per ottenere del cibo dagli avanzi
del pasto del polpo. Per esperienza personale, posso affermare che
quanto più numerosi e grossi sono questi pesci tanto più grandi
saranno le dimensioni della nostra preda.
IL TIRO E
IL RECUPERO:
venendo alla fase della cattura, giova dire che, se il polpo è stato
individuato fuori tana e non è di grandissime dimensioni (dai 2-3 Kg in
su), spesso è possibile catturarlo semplicemente agguantandolo con le
mani oppure infilzandolo con l'asta o la fiocina senza necessità di
sparare (evitando in tal modo di rovinare l'asta). Riserveremo pertanto
il tiro col fucile solo alle prede intanate o di dimensioni
ragguardevoli. Siccome il polpo rimane immobile e difficilmente di
intana precipitosamente, avremo tutto il tempo di mirare con calma. Il
tiro andrà indirizzato in mezzo agli occhi, sia che si utilizzi la
fiocina sia che si utilizzi l'arpione. E' preferibile, però utilizzare
la fiocina per una serie di ragioni: si evita di rovinare l'asta, si
evita l'incastramento della freccia nella tana (soprattutto se profonda
e fessurata) ed è più facile togliere il polpo dall'asta per riporlo
nel cavetto. E' consigliato pertanto un fucile sui 40-50 centimetri
armato di fiocina che ci consentirà di effettuare gevolmente dei tiri
anche in tane anguste o sotto rocce ravvicinate.
Il
recupero, tranne nel caso di esemplari di grosse dimensioni, non è
difficilissimo ma richiede comunque un certo impegno dato che il polpo
si barrica subito all'interno della tana opponendo una strenua
resistenza alla cattura. Prima di tentare l'estrazione dalla tana è
opportuno sincerarsi che l'asta tenga bene, altrimenti si rischia di
tirare e rimanere con l'asta in mano, permettendo peraltro al polpo di
intanarsi ancora di più. Pertanto, subito dopo il tiro, conviene
spingere l'asta verso l'intero per consentire all'arpione o ai denti
della fiocina di fare presa e poi cominciare a tirare facendo leva di
lato e poi tirando di colpo. Se si è molto veloci è possibile
sfruttare, subito dopo il tiro, il momento di smarrimento dell'animale
per tirarlo fuori dalla tana senza dargli il tempo di arroccarsi facendo
presa con le sue ventose.
PRELIEVO
ETICO E RAGIONATO:
abbiamo visto come la cattura del polpo non comporti difficoltà immani,
ed è proprio per questo motivo che vorrei focalizzare l'attenzione
sulla necessità per i pescatori in apnea di non attuare un prelievo
indiscriminato degli individui appartenenti a questa specie. Ovviamente,
la necessità di non tenere dei comportamenti da predoni vale per tutte
le specie cacciabili, ma ci tengo ad evidenziare alcuni comportamenti
che stanno provocando una drastica diminuizione della popolazione di
questi intelligenti cefalopodi e che debbono essere condannati
fermamente.
Innanzitutto,
è opportuno evitare di sparare alle femmine che stanno covando la
nidiata perchè, in tal modo, si condanna centinaia di migliaia di uova
(riconoscibili perchè pendono a grappolo dalla volta della tana) a
morte certa solo per catturare un esemplare che, date le sue
condizioni di deperimento, ha scarso valore culinario e venatorio.
In
secondo luogo, è assolutamente necessario evitare la cattura di
esemplari di piccole dimensioni che non hanno ancora avuto la
possibilità di riprodursi: accade spesso nel periodo estivo di
assistere a delle scene, che definirei raccapriccianti, nelle quali il
protagonista negativo è il sub della domenica che porta a riva 40-50
esemplari del peso di 10-20 grammi e si gloria della sua bravura come
pescatore subacqueo!!!
Un
altro comportamento disdicevole e da condannare consiste nell'utilizzo
di prodotti chimici per agevolare la cattura del polpo. Senza voler
entrare nei dettagli di questo infamante espediente, si può affermare
senza tema di smentita che è senza dubbio un comportamento
antiecologico (perchè si utilizzano delle sostanze altamente inquinanti
per l'ecosistema marino) che denota anche un'elevata
"vigliaccheria" da parte chi lo pone in essere!
Daniele
Pancosta
*
Illustrazione di Leonardo Tunesi.
|