Quando
sento la parola "fuga"
il mio
sangue scorre più veloce,
sorge
in me improvvisa la speranza
e son
pronta a volare.
Quando
sento dire di prigioni
distrutte da soldati,
come
un bambino scuoto le mie sbarre
invano, ancora invano.
La
speranza è un essere piumato
che si
posa sull'anima,
canta
melodie senza parole
e non
finisce mai.
La
brezza ne diffonde l'armonia,
e solo
una tempesta violentissima
potrebbe sconcertare l'uccellino
che ha
consolato tanti.
L'ho
ascoltato nella terra più fredda
e sui
più strani mari.
Eppure
neanche nella necessità
ha
chiesto mai una briciola, a me.
E se
dicessi che non aspetterò!
E se
forzassi il cancello di carne
e
passandolo corressi verso di te!
E se limassi questo corpo mortale,
vedessi dove duole, è sufficiente,
e
camminassi nella Libertà!
Non potranno più prendermi, mai più!
Chiamino pure le prigioni e implorino i fucili,
insensati ormai per me,
come
il riso di appena un'ora fa,
o i
pizzi, o il circo, o chi è morto ieri.
Il
sole tramontava, continuava
a
tramontare,e io non percepivo
sul
villaggio i colori della sera,
di
casa in casa era mezzogiorno.
Il giorno si attenuava, continuava
ad
attenuarsi, non c'era rugiada
sull'erba: si posava sulla fronte
e poi
mi si spargeva sopra il viso.
Dormivano i miei piedi, continuavano
a
dormire, ma le dita eran sveglie,
e
tuttavia, perché un così lieve
suono
veniva dalla mia sembianza?
Conoscevo bene la luce, prima,
e non
la posso più vedere adesso.
Questo
è morire, e io sto morendo
ma non
ho paura di saperlo.
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Mi
incanta il mormorio di un'ape,
qualcuno mi chiede perché,
più
facile è morire che rispondere.
Il
rosso sopra il colle annulla
la mia
volontà, se qualcuno sogghigna
stia
attento, perché Dio è qui,
questo
è tutto.
La
luce del mattino mi eleva di grado,
se
qualcuno mi chiede come,
risponda l'artista
che mi
tratteggiò così.
La
fiamma rossa, è il mattino -
la
viola, il mezzogiorno -
la
gialla, il tramonto
e dopo
è il nulla.
Ma a
sera infinite scintille
rivelano la vastità bruciata,
il
territorio d'argento
non
ancora distrutto.
La
fama è un'ape.
Ha un
canto
e un
pungiglione
Ah, ma
anche le ali.
Buongiorno, mezzanotte.
Torno a casa.
Il
giorno si è stancato di me:
come
potevo io, di lui?
Era bella la luce del sole.
Stavo
bene sotto i suoi raggi.
Ma il
mattino non mi ha voluta più,
e
così, buonanotte, giorno!
Posso guardare, vero,
l'oriente che si tinge di rosso?
Le
colline hanno dei modi allora
che
dilatano il cuore.
Tu non sei così bella, mezzanotte.
Io ho
scelto il giorno.
Ma, ti
prego, prendi una bambina
che
lui ha mandato via.
Quella
vita che fu tenuta a freno
Troppo
stretta e si libera,
Correrà poi per sempre, con un cauto
Sguardo indietro e paura delle briglie.
Il
cavallo che fiuta l'erba viva
E a
cui sorride il pascolo
Sarà
ripreso solo a fucilate,
Se si
potrà riprenderlo.
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