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Da voi
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indicando se volete che il vostro indirizzo sia omesso dal testo.
Una festa che non va a spasso
per i giovani di Passo!
di P.
Saverio Hernandez - 1999
Nel vangelo, Gesù è chiamato “figlio del carpentiere”
(Cf. Mt 13,55). Pio XII (1955) istituì questa memoria
liturgica, Giuseppe lavoratore, nel contesto della festa dei
lavoratori, universalmente celebrata il 1° Maggio.
Il lavoro, anche quello più umile, è una vocazione,
un modo di cooperare “al disegno della creazione”; è
compimento della volontà di Dio, liberazione del mondo,
espressione di fraternità ed edificazione di sé
stessi.
Ecco il messaggio d’oggi per tutti i giovani nel mondo: scoprire
ad ogni istante nella loro vita questa vocazione. Il concetto
di vocazione oggi non è come quello di un tempo, ridotto
a chi si fa prete o suora, ma è rivolto a tutti. Il lavoro
ha proprio questa dimensione vocazionale sempre nuova, cioè
ad accogliere la chiamata di Dio ogni giorno, ad essere vigilanti
di ciò che il Signore vuole di voi, ad esser attenti
nelle decisioni autentiche, importanti e vere per il vostro
futuro alla luce del progetto che Dio ha per voi.
In questa festa in cui celebriamo il giovane Giuseppe sposo
di Maria come il lavoratore, cioè come colui che è
sempre stato vigilante a questa chiamata, a questa vocazione
di accogliere il progetto di Dio per svolgere la gran responsabilità
di rappresentare la paternità di Dio in Gesù,
siete invitati ad accoglierlo come il vostro modello, a non
avere paura di desiderare cose grandi che vi rendano veramente
degni di essere figli di Dio.
Siate coraggiosi ragazzi. In voi, nel vostro cuore giovane c’è
un tesoro che non dovete cercare al di fuori. Sono contento,
per esempio, per l’impegno che mettete nell’offrire ad altri
giovani come voi queste paginette nel giornalino e su Internet,
che magari altri utilizzano per fare del male; questo è
lavorare su decisioni impegnative, su qualcosa che vi fa capire
che c’è un altro che mi è vicino e che io devo
conoscere, rispettare, perché per lavorare insieme e
bene ci vuole la complementarità; magari si litiga, magari
le cose a volte non vanno bene, magari anche ci si diverte;
tutto ciò fa diventare la fatica ed il lavoro vero amore,
e questo forse non c’è nella mentalità odierna,
in cui la persona ha più “valore” in quanto strumento
per guadagnare più soldi: meno strumento sei e più
vicina è la pensione, più giovane sei e magari
guadagni di meno e “lavori” (ti sfruttano) di più.
Carissimi giovani, quanti San Giuseppe mancano in questo mondo,
valle di lacrime! Basta dare uno sguardo alle sofferenze dei
nostri fratelli del Kossovo. Ancora molti non hanno capito che
l’uomo è stato creato a immagine di Dio (Cf. Gn 1,27)
per fare il bene e non la guerra, perché creato dal Sommo
Bene. E’ ingiusto perciò domandarsi il perché
Dio essendo così buono, permetta queste sofferenze ingiuste
e sanguinose! E’ più ragionevole domandarsi perché
l’uomo continua a non capire che è stato creato per costruire
il Regno di Dio sulla Terra, a creare fraternità, all’edificazione
di sé stesso!
Vi auguro, cari giovani, che Gesù sia sempre colui che
dà senso ai vostri impegni, che anche se piccoli, hanno
tutti un valore immenso davanti a Dio se costruiscono il Regno
nei vostri cuori e in quelli degli altri. Proprio come il giovane
Giuseppe coricava nelle sue braccia Gesù Bambino dopo
un intenso lavoro, così anche voi siate altri Giuseppe
di fronte a tutti i giovani, coricando Gesù Eucarestia
nelle vostre mani lavoratrici a affaticate per il lavoro fatto
con amore quando vi accostate alla mensa del Signore. |
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