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Nobel senza frontiere
di Beatrice F. - novembre 1999

Il premio Nobel per la pace 1999 è stato assegnato alla più nota organizzazione umanitaria non governativa e senza scopo di lucro, composta da circa 15000 volontari tra medici, infermieri, ingegneri, operanti in tutto il mondo secondo il principio che “tutte le vittime di disastri hanno diritto ad una assistenza medica professionale”.

Questo piccolo grande esercizio, che si chiama Medici Senza Frontiere, armato di bisturi e medicinali presta la sua opera di soccorso a tutte le vittime di terremoti, carestie, guerre e alluvioni che si verificano in tutto il mondo, senza guardare la fede politica o il credo religioso e l’appartenenza a qualsiasi stato. Dove ci sono esseri umani che soffrono, i volontari di médecins sans frontières, meglio conosciuti come french doctors, accorrono per alleviare le loro pene, sfamarli, curarli, guarirli se possibile o altrimenti aiutarli ad avere una morte dignitosa.

È un’organizzazione che si distingue per l’ampiezza delle sue attività e soprattutto per la tempestività degli interventi. In poche ore decidono come fronteggiare l’esperienza ed entro le 24 ore successive arrivano sul posto tende e kit già pronti per ogni tipo di crisi ed immagazzinati nelle 4 sezioni operative in Belgio, Olanda, Francia e Svizzera.

L’organizzazione ha le sue radici in Francia già dal 1971, quando alcuni medici, di ritorno da una missione in Biafra e in Bangladesh con la Croce Rossa Italiana, decidono di dar vita ad una nuova organizzazione più agile, capace di fornire i soccorsi in modo più dinamico ed in tutto il mondo.

Con il passare del tempo l’associazione “soccorso medico francese”, che poi si chiamerà Medici Senza Frontiere, si è trasformata in una multinazionale umanitaria presente in 80 paesi, assumendo un carattere sempre più internazionale. Il suo presidente è James Orbinski, di origine polacca. La segreteria generale è a Bruxelless e conta 19 sezioni in tutto il mondo.

A questa organizzazione si deve anche il merito di aver spezzato il tabù della sovranità degli stati, dapprima per scopi umanitari, poi via via per tutelare i diritti umani. Così facendo sono arrivati a far accettare ai governi l’idea di punire i crimini di guerra con la creazione di tribunali internazionali che si occupano dell stragi nel Ruanda e nell’ex Jugoslavia, ecc. (di recente è stata approvata a Roma la corte penale internazionale).

Perciò l’umanità dovrà sentirsi sempre tutelata e sicura in ogni tipo di calamità in quanto sarà sempre vegliata da amici “angeli”.


immagine by Ansa

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