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Speranza e cambiamento
di Don Michele Giorgi (Da "Appennino Camerte"). - novembre 2001

Dopo i terribili avvenimenti dell'11 settembre è difficile parlare di altro. Molte autorevoli persone si sono già espresse su questo fatto, dicendo "tutto e… di più". Ma provo ugualmente a suggerire qualche riflessione che forse sia d'aiuto a chi avrà la bontà e la pazienza di leggere.

Da quel giorno un profondo senso di sbigottimento si è impossessato di noi. ci chiediamo increduli come mai ciò possa essere accaduto. Cioè: come ci possa essere tanta disumanità nel cuore dell'uomo, ma anche come un sistema di difesa tanto sofisticato sia stato annullato con irrisoria facilità. Il tentativo di risposta a queste domande ci conduce dritti a considerazioni su Dio.

Se ci fossimo dimenticati che nell'animo umano si annida una radice di male (quello che la Bibbia chiama "peccato delle origini") negli avvenimenti americani troveremo una dura smentita e se ci fossimo cullati (e pare che siano in molti ad averlo fatto) al pensiero che l'uomo è così capace ed intelligente da bastare a sé stesso, ancora da lì una brutale smentita. Dunque l'uomo per vivere e sperare ha bisogno di Dio, di una persona al di fuori e al disopra di lui, o meglio accanto a lui, per non alzare bandiera bianca.

Ma proprio nel momento della disperazione e della paura più profonde Dio ci ricorda, con la sua Parola: "se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?… Né morte né vita… né presente né avvenire, né alcun altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore"(Rm, c. 8) L'ultima parola sulla storia dell'Uomo non la diranno perciò la violenza e la morte, ma l'amore di Dio, e la vittoria del bene: un bene però che non ci è dato senza la nostra collaborazione ed il nostro impegno nel costruirlo.

Si dice che "Dio scrive diritto sulle nostre righe distorte: ossia dalle occasioni di male e di sofferenza che talvolta, a livello personale o comunitario, ci colpiscono, Dio dona la forza per ricavare momenti positivi di riflessione e di cambiamento che altrimenti non avremmo operato. Così anche da questi tragici avvenimenti dobbiamo trarre insegnamento che non è possibile vivere pensando solo a sé stessi, limitati al proprio raggio d'interesse: è necessario allargare il nostro cuore a tutta la complessa realtà del mondo, che oggi con i mezzi di comunicazione si è fatto piccolo ed è portato nelle nostre case.

Diceva un grande uomo come Raoul Follereau, che ha speso la sia vita al servizio dei lebbrosi: "non possiamo vivere felici da soli". La tragedia americana ci induce a sollevare il velo della nostra indifferenza di persone tranquille e sazie sui dolori immensi dell'umanità, sull'ingiustizia che costringe milioni di esseri umani (80% dell'umanità) a vivere di ciò che… avanza del possesso di una minoranza privilegiata. E se siamo giustamente indignati e addolorati per le migliaia di vittime dell'11 settembre, perché ne abbiamo visto l'orrenda fine in tv, non possiamo dimenticare, perché magari direttamente non le vediamo, i milioni di vittime, soprattutto bambini, causati ogni anno dalla denutrizione, dalle malattie, in una parola dallo stato subumano in cui sono condannate a vivere per una ingiusta distribuzione dei beni della terra.

E come più volte ha ripetuto il Papa "nel mondo non ci può essere pace senza giustizia". Certo i terrorismo va comunque condannato ed estirpato: ai politici spetta il difficile compito di scegliere i mezzi più adatti per raggiungere questo scopo, colpendo i colpevoli e rispettando la vita degli innocenti.

A tutti noi spetta il compiuto di illuminare l'agire quotidiano con gesti evangelici, che ridonino speranza e fiducia nel prossimo, rigenerino la vita e l'amore tra le persone, dando spazio alla solidarietà ed al perdono, eliminando facili steccati e barriere, imparando a rispettare opinioni diverse, impegnandoci concretamente verso i più bisognosi… L'amore poi ha una grande fantasia nel trovare gli spazi per operare: magari in silenzio, senza troppo rumore… Insieme a tutti gli uomini amanti sinceramente della giustizia e della pace rinnoviamo la preghiera che in questi giorni abbiamo più volte ascoltata. "Dio della pace, non ti può comprendere chi semina discordia, non ti può accogliere chi ama la violenza: dona a chi edifica la pace di perseverare nel suo proposito, e chi la ostacola di essere sanato dall'odio che lo tormenta, perché tutti si ritrovino in Te che sei la pace". Con speranza, nonostante tutto, e desiderio di cambiamento.


immagine by Ansa

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