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La vicenda di Timor Est
di Marco G. - ottobre 1999

E’ passato ormai un mese dallo scoppio della guerriglia a Timor Est, in questo mese abbiamo assistito attraverso la TV allo sterminio di migliaia di timoresi; ma perché è scoppiata questa guerriglia? Forse non tutti lo sanno, per questo cercherò di spiegarlo.

Timor Est è una regione dell'Indonesia che contava circa 800 mila abitanti, di cui il 75% circa era di religione cristiana; Timor Est è stata una colonia Portoghese fino al 1976 e, a differenza di Timor Ovest, che fu colonia Olandese, non ha mai ufficialmente fatto parte dell’Indonesia che però ha sempre avuto il controllo di questa regione per vari interessi come le grandi risorse petrolifere e la molte miniere esistenti a Timor Est.

Così il popolo timorese non si è mai sentito parte dell’Indonesia ed ha sempre cercato di rendere ufficiale la propria indipendenza dall’Indonesia; per 15 anni la gente di Timor Est ha cercato di fare un referendum per votare sulla questione, anche i vescovi di Timor si sono sempre battuti affinché ci fosse questo referendum sperando che avrebbe riportato la riconciliazione tre Timor Est ed Indonesia.

Questo referendum c’è stato il 4 settembre scorso ed il 78% della popolazione di Timor Est ha votato per l’indipendenza; immediatamente i miliziani hanno iniziato a sparare aiutati dagli indonesiani mentre la polizia e l’esercito stavano a guardare (ovviamente approvando il massacro); ora Dili (la capitale di Timor Est) sta bruciando, la gente si rifugia sulle montagne, vengono uccisi tutti i cristiani perché i miliziani vogliono affermare l’Islam e quindi i missionari presenti a Timor cercano di difendere con la ragione conventi ed ospedali per accogliere feriti e persone in fuga dalle proprie case.

Ora sorge spontanea una domanda; e l’ONU? Dov’è? Perché non agisce come ha fatto in Kosovo? Beh, è semplice, perché il “mondo” è più attento ai propri traffici che ai diritti umani; se il Kosovo fosse diventato Jugoslavo i “potenti” del mondo non avrebbero potuto instaurare un rapporto con quella regione; ora non vogliono cancellare definitivamente i rapporti con l’Indonesia.
E così ai cristiani tocca ancora una volta sperimentare il martirio.

“Visto dall’alto il mondo risplende di guerra, è fuoco perpetuo alimentato da sangue misto che non distingue un musulmano da un cattolico, un albanese da un serbo, è piattaforma di lancio per il potere che strumentalizza il passato per giustificare le sue guerre […].
Di colpa in colpa la vittima si confonde con il carnefice e passeggiando a ritroso si perde la certezza di ogni schieramento…”

(L. Facchi per Emergency)


immagine by Ansa

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