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Una ferita sempre aperta
di Alessia V. - ottobre 2000
La infibulazione è una mutilazione. Una mutilazione
agli organi genitali esterni inflitta a centinaia di migliaia
di bambine ogni anno in alcuni paesi africani (soprattutto Egitto,
Etiopia e Sudan), dove prevale la religione musulmana.
Questa terribile crudeltà affonda le sue radici in antiche
tradizioni e in distorte interpretazioni della religione musulmana,
analoghe, per esempio a quelle che di recente hanno ridotto
in schiavitù le donne dellAfghanistan.
Linfibulazione toglie piacere e gioia negli incontri sessuali
così assicura ai futuri mariti-padroni il possesso sicuro
delle loro mogli. Infatti quale donna desidererebbe un rapporto
amoroso se questo le dà sofferenza fisica? Questo orrore
contro le donne è illegale negli Stati in cui viene praticato
ma le autorità sono disposte a far finta di niente pur
di non urtare contro vecchie tradizioni religiose alle quali
milioni di persone sono attaccate.
Per far definitivamente scomparire tale pratica basterebbe che
in quei paesi le autorità trattassero i responsabili
con meno tolleranza ma i governi, che hanno una forte componente
religiosa, sono in qualche modo complici. Per il fatto di essere
illegale ma tollerata linfibulazione viene praticata con
lame e aghi sporchi, in ambienti sporchi ed è spesso
causa di infezioni e malattie gravi, talora mortali.
La lontananza di questo brutto argomento e il fatto che noi
non possiamo giustamente sempre farci carico di tutti i mali
del mondo, non deve però essere un alibi per non preoccuparci
e per non fare quel poco che si può quando qualche ingiustizia
ci capita davanti.
Noi veniamo da secoli di convinzione che la nostra civiltà
europea è nettamente superiore rispetto alle altre e
che deve essere imposta agli altri popoli per il loro stesso
bene. Tale convinzione fanatica è stata causa di vergognosi
sterminii e di distruzioni ed ora tendiamo ad affermare che
non cè una civiltà migliore delle altre.
Giusto ma poi, davanti a quelle che per noi sono mostruosità,
che fare? Noi possediamo un valido metro per giudicare: quello
dei principi del cristianesimo di libertà, di uguaglianza,
di altruismo, di amore, di perdono. Così ognuno ha modo
di dare un giudizio di fronte a usanze, istituzioni leggi che
incontra. E dopo il giudizio può decidere come comportarsi.
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