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Raid Aerei utili per la pace?
di Leonardo F. - aprile 1999
"Una sconfitta per l'umanità", dichiara il
Papa riguardo i bombardamenti della NATO sul Kosovo.
Non ha torto. Dopo due millenni alle spalle, insanguinati dall'orrore
di battaglie combattute con armi sempre più avanzate
e sempre più letali, due guerre mondiali di cui una terminata
grazie (?) alla bomba atomica, l'uomo non ha ancora imparato
che la violenza chiama altra violenza.
E così mentre alcuni qui si pongono domande sulla legittimità
di una guerra che vede come rivali i paesi capitalisti del Patto
Atlantico contro quelli ex - comunisti del Patto di Varsavia,
a 600 chilometri da qui decine di bombe devastano e radono al
suolo (solamente?) obiettivi strategici, milioni di persone
cercano un'improbabile rifugio nelle cantine di case semi diroccate,
centinaia di famiglie vengono divise, migliaia di donne e bambini
scappano dal loro paese sperando in una salvezza che sa di utopia.
E cosa mai si potrà risolvere ora, visto che le persone
inermi si trovano tra due fuochi, l'esercito NATO e quello di
Milosevic? Arrivati a questo punto molti si saranno già
chiesti: ma che bisogno c'era? Perché non si è
continuato a discuterne, invece di sprecare tempo, soldi e vite
umane nel perseguire un ideale di giustizia fondato sulla violenza
da parte del forte verso il debole sottomesso, costringendo
infine a supporre l'idea, seppur lontanissima ma non priva di
fondamento, dello scoppio di una terza guerra mondiale? Ogni
volta che ci sono nuove notizie, un presentimento ci assale
e un nodo alla gola ci opprime.
Ma l'Italia che ruolo ha in tutto questo?
"L'Italia ripudia la guerra [...] come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali; consente [...] ad un ordinamento
che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni". Così
cinquant'anni fa veniva scritto sulla nostra costituzione. E
mentre qualcuno non se lo ricordava, o non voleva ricordarselo
il nostro governo ha inviato le truppe militari armate di tende
e viveri e con al seguito un battaglione di medici, mentre i
nostri piloti dell'aviazione rimangono a terra, tanto per non
essere incoerenti.
È un gesto di solidarietà che, anche se con alcuni
compromessi, ridà uno spiraglio di luce a persone che
non aspettano altro di poter ritornare a vivere. |
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