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L'affidamento dei minori
di Cristina V. - aprile 2001

L’affidamento familiare è un intervento temporaneo di aiuto e di sostegno ad un minore che proviene da una famiglia in difficoltà. In questo caso il bambino incontra una famiglia che lo accoglie presso di sé e che si impegna ad assicurargli un’adeguata risposta ai suoi bisogni affettivi ed educativi.

L’affidamento è previsto e regolamentato dalla legge 184/1983 “dell’adozione e dell’affidamento dei minori” in cui l’art.2 prevede che il minore in situazioni di temporaneo abbandono materiale e/o morale possa essere temporaneamente allontanato dalla famiglia di origine, impossibilitata o incapace di adempiere ai propri compiti di mantenimento, educazione ed istruzione dei figli, per essere inserito in altre entità (nucleo familiare, persona singola, comunità di tipo familiare) in grado di sopperire alle mancanze della famiglia naturale.

In Italia sono stati 10200 i bambini dati in affidamento familiare (70% ai parenti), soprattutto maschi (51%) e di età compresa tra i 6 e i 10 anni (35,5%) mentre la fascia dagli 0 ai 2 anni è meno interessata (4%). (dati relativi al Giugno 1999).

Spesso si confonde l’affidamento con il più radicale rimedio dell’adozione che comporta il definitivo inserimento del minore all’interno di una nuova famiglia, qualora il tribunale per i minorenni abbia accertato un’irreversibile situazione di abbandono del minore.

L’obiettivo di fondo dell’affidamento è quello di permettere al minore di vivere in un ambiente sereno in modo tale da avere un processo di crescita fisica, psichica e sociale, anche quando i genitori naturali non sono in grado di occuparsi di lui.

Nel contempo, l’inserimento del minore in un ambiente idoneo deve essere affiancato da azioni volte al rientro nella famiglia di origine: è compito dei servizi locali responsabili dell’affidamento promuovere interventi volti al recupero della famiglia in difficoltà; è compito della famiglia affidataria agevolare i rapporti del minore con la famiglia di origine.

Nell’affidare un bambino è necessario tenere conto che un bambino non è un oggetto, dunque è necessario evitare dei bruschi distacchi. Quando il tribunale dispone il rientro del bambino nella famiglia d’origine si deve tener conto della necessità di continuità affettiva e non, come avviene spesso, interruzioni brusche... La separazione dalla famiglia affidataria deve essere un passaggio, non una perdita! Nel momento della separazione si soffre, ma tale sofferenza non è devastante quanto il vuoto affettivo di troppi bambini costretti a crescere in istituti e comunità!

Dal momento in cui si accetta di prendere in affidamento un bambino ci si deve preparare alla separazione, bisogna comunque considerare tale separazione come un arrivederci e non come un addio, perché in fondo il rapporto instauratosi tra bambino e famiglia non si dissolverà nel nulla.


immagine by Ansa

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