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Omosessualità: tra morale e religione
di Leonardo F. - aprile 2000

Strasburgo, 16 Marzo 2000: articolo 54 della relazione annuale sui diritti civili <<tutti i paesi che aderiscono all'Unione Europea devono riconoscere legalmente la convivenza tra omosessuali. Il tipo di sarà presto legale in Europa non si chiamerà ovviamente matrimonio ma ne avrà fatto tutte le caratteristiche: ogni persona maggiorenne potrà andare municipio e chiedere stipulare un "contratto" con altro dello stesso sesso ottenendo immediatamente gli stessi diritti delle coppie sposate>>(da "Repubblica", 16 Marzo).

Uno scherzo? Un affronto alla morale? "Ma che siamo diventati pazzi? Va bene il rispetto verso gli omosessuaali, ma pure riconoscere che sono coppie di fatto due uomini o due donne che vivono insieme, a me sembra troppo!" Alzi la mano chi è così spudorato da affermare di non aver pensato mai cose simili.

Da che mondo è mondo la "famiglia D.O.C." è sempre stata formata da padre, madre e figlio, mentre d'ora in poi saranno legittime anche famiglie con due "babbi" o due "mamme". Secondo il Papa questo sarebbe "un grave e ripetuto attentato contro la famiglia fondata sul matrimonio", che non ha "in nessun modo un autentico valore legislativo né di orientamento obbligatorio", e dunque i "parlamentari cattolici non dovrebbero favorire in alcun modo con il loro voto questo tipo di legislazione".

In questi casi è facile parlare di mentalità aperta, il difficile è crederci. L'essere umano in sé ha sempre paura del "diverso", come di qualcosa che può attentare alla propria incolumità. Tra questi qualcosa l'omosessualità, soprattutto maschile, ha preso sempre più nel tempo la forma dello "spauracchio della virilità".

Senza contare poi cattive interpretazioni religiose che hanno mandato al rogo, sulla forca o inprigione almeno centomila omosessuali dal XII secolo in avanti (qualcuno obbietterà che non sono nulla in confronto a sei milioni di ebrei in pochi anni, ma sempre di vite umane si tratta, e comunque non è questo un paragone che regge).

Ma la scienza di oggi insegna che l'omosessualità è nel più delle volte un "problema" di origine psicologica, forse (ma di questi non si è sicuri), perfino genetica. E certamente per molti non sarà stato facile accettarsi prima e farsi accettare poi.

Come comportarsi dunque di fronte a tutto questo? Personalmente il sottoscritto non se la sente di schierarsi da una parte o dall'altra, dato che da ambedue i lati troveremmo sia motivi giusti che sbagliati. In questi casi la parola d'ordine rimane "buonsenso": prima di giudicare, condannare, provocare, occorre soprattutto fermarsi a riflettere, trovare un dialogo, valutare, quindi infine esprimersi.

Prima di concludere dico un'ultima cosa: se un africano, un cinese, un omosessuale ed un eterosessuale ascoltassero lo stridio di un gesso su una lavagna, il primo direbbe che si tratta di musica classica, il secondo che è rock, il terzo che è musica tribale, il quarto che è una ninna nanna. Se tutti e quattro vedesso un muro azzurro, uno direbbe che è un separè turchino, uno che è una parete blu, un altro che è un a barriera bianca, un altro invece che è una colonna nera. Se tutti e quattro cercassero davvero di sentire uno stridio, lo fermerebbero. Se tutti e quattro cercassero di vedere un muro azzurro, si aiuterebbero per farlo crollare.


immagine by Ansa

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