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La febbre del gioco
di Alessia V. - marzo 1999

Troppe volte chi , nonostante l'età, continua a giocare costruendosi con la fantasia dimensioni alternative e sognando possibilità meravigliose ed irrealizzabili è accusato dagli "altri" di essere un perditempo, un fannullone che pensa solo a divertirsi e che non farà mai strada nella vita.

Eppure tenere aperta la porta della fantasia, ad una certa età in cui, bene o male, i gusti e i divertimenti cambiano, non significa sempre e solo fuggire le responsabilità che presto o meno presto, volenti o nolenti bisogna comunque assumersi. Significa invece continuare a coltivare speranze e progetti che, sebbene inutili e non "monetizzabili", possono aiutare ad affrontare con più determinazione la realtà governata dal senso del dovere, dell'arrivismo, dell'accaparramento.

Chi gioca al lotto non fa altro che continuare a sognare ad occhi aperti nonché provare particolari scariche di adrenalina al momento dell'estrazione dei sei fatidici numeri. In fondo si gioca per. giocare (e magari vincere), perché quest'azione procura piacere visto che le possibilità di sbancare il jackpot sono praticamente nulle (una su qualche centinaio di milioni, almeno per il SuperEnalotto). Ma è proprio l'impossibilità di vincere a rendere ancora più entusiasmante l'inseguimento della Fortuna.

C'è proprio bisogno di "divinizzarlo" questo SuperEnalotto? Dobbiamo proprio sorbircelo ogni telegiornale tra una strage di mafia e l'escalation della guerra nel Kosovo? Qual è la strana coerenza che accomuna la pedagogia della responsabilità e del far fruttare i propri talenti con la quale si vuole educare le nuove generazioni ad assumersi i propri compiti con l'invito ad evadere, ad aggrapparsi ad un colpo di fortuna, ad un jackpot che potrebbe sistemare una volta per sempre la nostra vita? Che cosa ha da offrire la nostra società a poveri e disoccupati, una giocata forse? L'invito ad affidarsi alla Dea Bendata?

Non abbiamo nessun altro rituale collettivo attorno al quale riunirci, per il quale entusiasmarci, con il quale diventare "nazione"? Bè, in effetti, ce ne sarebbero altri: Sanremo, la Nazionale, i concerti di Morandi. ma queste sono altre storie delle quali ci si occuperà prossimamente.


immagine by Ansa

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