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Commercio di armi, argomento ancora troppo sommerso
di AsPxP. - febbraio 2002

I seguenti documenti provengono da MISNA (Missionary Service News Agency, una agenzia di stampa missionaria cattolica) e si riferiscono, esponendo dati concreti, al florido commercio di armi che investe l’Italia, come altri paesi europei, e paesi in questo momento in guerra. Ci teniamo a far notare che non sono stati ripresi da vecchi e nascosti archivi, ma bensì sono stati pubblicati rispettivamente l’11 e il 17 settembre di questo gennaio 2002. Dopo aver letto chiedetevi come mai nessuna testata giornalistica ha riportato queste notizie.

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India e Pakistan, ormai da tempo sull'orlo di un conflitto, sono fra i principali clienti dell'industria bellica italiana. Lo si rileva dai dati ufficiali contenuti nella relazione che il governo ha predisposto per il Parlamento sul commercio di armi. A New Delhi nel 2000 sono stati autorizzati 39 nuovi contratti per 149 miliardi, che collocano l'India al quarto posto assoluto. Le consegne, invece, sono state pari a 5 miliardi di lire. Pur con le note difficoltà, in quanto la relazione non consente di incrociare i dati delle armi vendute con il Paese acquirente "per tutelare la riservatezza commerciale", i contratti stipulati riguarderebbero in particolare, secondo Chiara Bonaiuti ricercatrice dell'Osservatorio contro il commercio degli armamenti (Oscar) di Firenze, munizioni per l'artiglieria. Nel 1999 i nuovi contratti erano stati pari a 8 miliardi e a 10 miliardi nel 1998, mentre le armi consegnate nel 1999 sono state pari a un valore di 40,5 miliardi. [...]

Nel 2000 anche il Pakistan è stato uno dei maggiori clienti dell'industria militare italiana. Con 110 miliardi di lire, Islamabad è al secondo posto assoluto per quanto riguarda le armi consegnate e al dodicesimo per i nuovi contratti, con 31 miliardi. […] Tali vendite, secondo l'Osservatorio sul commercio delle armi di Firenze (Oscar) dovrebbero concernere radar aerei ed autocarri. Va ricordato che in base alla legge 185 del 1990 che regolamenta il commercio delle armi legge è sancito il divieto all'esportazione di armi verso Paesi belligeranti o i cui governi siano responsabili di accertate violazioni delle convenzioni sui diritti umani.

"Tra Italia e Pakistan esiste una più che soddisfacente collaborazione - si legge in un comunicato diffuso al termine della visita nel Paese asiatico del capo di stato maggiore della difesa, generale Arpino, avvenuta alla fine del 2000 - che si pensa di sviluppare ulteriormente in altri settori tra i quali, in particolare, lo scambio di giovani ufficiali per la frequenza di corsi di addestramento." […]

Nel periodo 1994-1999 sono stati autorizzati nuovi contratti per circa 300 miliardi di lire, di cui quasi la metà nel solo 1998 e nello stesso periodo sono state consegnate armi italiane per un centinaio di miliardi. Sempre secondo l'Oscar in passato sono stati venduti radar per gli aerei Mirage, in grado anche di trasportare ordigni nucleari. Durante il dibattito parlamentare su una mozione dei senatori De Luca (Verdi) e Salvi (Ds) connessa ai test atomici indiani e pachistani, l'allora ministro degli esteri Lamberto Dini ha affermato nel 1998 che il governo è favorevole a limitare le esportazioni di armi in Paesi che effettuano esperimenti nucleari, come India e Pakistan. […]

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Proprio in questi giorni è iniziato l'iter parlamentare per modificare la legge (185/90) che disciplina il commercio italiano delle armi, con nuovi e vari mutamenti che la stravolgeranno completamente. Le modifiche, infatti, danno maggiore discrezionalità alla vendita delle armi verso quei regimi che violano i diritti umani, e introduce un nuovo tipo di licenza: «l'autorizzazione globale di progetto». […]

Il nuovo regolamento applicativo darà la massima discrezionalità all'esecutivo, in quanto vieta l'esportazione di armi a quei Paesi responsabili di calpestare i diritti umani, violazioni limitate, però, nel testo, con il termine: "gravi". È chiaro che l'inserimento di questa parola vanifica uno degli aspetti più qualificanti della legge attualmente in vigore. [...] con «l'autorizzazione di progetto globale» non verrebbero applicati alcuni tra gli aspetti più significativi della vecchia legge e cioè le autorizzazioni, i vincoli all'esportazione (ad esclusione dei Paesi firmatari dell'accordo) ed alla trasparenza.

(servizi di Luciano Bertozzi)


immagine by Ansa

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