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Il nome umanissimo di Dio
di Cristina M. - febbraio 2002
Un vento gelido soffia su Assisi il 24
gennaio, ma il Grande Vecchio cè, Giovanni
Paolo II ancora una volta è lartefice e il protagonista
di un appuntamento con la storia: lincontro di preghiera
per la pace insieme ai leaders.
Già nellottobre del 1986 il Pontefice aveva invitato
i rappresentanti delle religioni ad unire le loro voci per invocare
la pace, ma oggi, ancora più che allora questo gesto
è importante e necessario. come sono belli i piedi
dei messaggeri di pace
, recita il Salmo e così
è stato: duecentocinquanta uomini di dodici fedi diverse
si sono messi in cammino verso Assisi, hanno accantonato contrasti
e differenze e si sono ritrovati insieme per a lanciare al mondo
un unico messaggio: PACE.
Il mondo ha tanto bisogno di pace, ma, ha detto il Papa, non
ci può essere pace senza giustizia e non cè
giustizia senza perdono; è con questa consapevolezza
che al termine dellincontro ogni leader ha pronunciato
una frase significativa: noi ci impegnamo
perché non ci può essere pace se non si lavora
ogni giorno con responsabilità per costruirne i presupposti;
ogni religione deve tenere accesa la luce della speranza, deve
promuovere la vita e deve essere fonte dellamore, mai
più allora guerre in nome di Dio, che uccidono lidentità
e la natura stessa della religione.
Sicuramente il cammino da fare è ancora lungo e i contrasti
molto forti, ma il 24 gennaio indubbiamente, per dirla con mons.
Riboldi, è stata una giornata di semina; è stato
seminato il seme dalla pace e anche se per raccogliere i frutti
dovranno passare ancora tante stagioni, limportante è
tenere sempre vive in mente le parole di Giovanni Paolo II:
il nome umanissimo di Dio, in qualunque religione è
Pace. |
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