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Insieme a Roma
di Simona P. - fabbraio 2000
Voi non ci avete visto, ma ceravamo anche noi. Voi spettatori
che avete comodamente gustato le immagini televisive di quelloceano
festante e colorato, nel tepore rassicurante delle vostre case,
non avete provato il freddo pungente di una giornata così
limpida nel pallido sole di gennaio.
Voi avete potuto seguire da tutte le angolazioni, ogni evento,
ogni spostamento, ogni inquadratura. Ma voi non erevate lì,
non avete provato lemozione di immergersi (anche con timore)
in quel bagno di folla, la grandezza del suo abbraccio, lentusiasmo
di sentirsi un tuttuno, di cantare insieme e insieme sventolare
un cappello bianco seguendo il ritmo della musica.
Soprattutto non avete potuto constatare così da vicino
la forte motivazione e la grande carica dei bambini e dei ragazzi,
il loro saluto festante ad un Papa disteso e in vena di battute
molto più del solito. Bambini e ragazzi che hanno retto
a non pochi disagi, di cui qualcuno previsto, come la levataccia,
la fila presso i vari autogrill, il percorso dal parcheggio
dei pullmann a P.za S. Pietro.
Ma, si sa, i mass media hanno dato grosso risalto agli altri
disagi, quelli creati dallafflusso inaspettato di un numero
di persone che è risultato più che triplicato
rispetto alle iniziali adesioni. Le conseguenze sono state molteplici
e se sul piano organizzativo si è registrata una assoluta
insufficienza dei posti a sedere e soprattutto dei servizi igienici
o una notevole difficoltà nel far defluire sia i pellegrini
che i pullmann, anche il programma ha subìto una modifica.
La decisione di celebrare la Santa Messa allesterno anziché
nella basilica, dettata da ovvi motivi di capienza, ha suscitato
qualche perplessità, soprattutto in merito alla impossibilità
di fare comunque una visita passando per la Porta Santa.
Ma queste considerazioni prettamente da adulti non
hanno minimamente intaccato lo spirito della festa dei nostri
bambini: il loro cruccio maggiore è stato piuttosto di
non aver potuto vedere il Papa da vicino. Il Santo Padre ha
sicuramente ricambiato questo sentimento di profondo affetto.
Lo abbiamo sentito dalla sua voce meno incerta del solito; lo
abbiamo capito dalle sue parole, così cariche di significato,
quando, rivolgrendosi ai bambini ha detto: voi siete la
speranza dellumanità.
Un noto quotidiano, dopo aver dato ampio spazio ai problemi
creati da questo afflusso così massiccio, ha sottolineato
che il Papa da tempo non sorrideva così felice, da tempo
non azzardava a mettersi alla prova in varie lingue, parlando
anche a braccio. Un gioranalista che segue frequentemente il
Papa nei suoi viaggi e nei grandi incontri a cui ci ha abituato,
ha dichiarato di sentirsi, in questa particolare occasione pervaso
da unemozione diversa, più intensa.
Ma cosa mai avrà spinto tutti questi
.mila bambini,
ragazzi e accompagnatori a partecipare a questo evento imponente?
Ognuno cerchi la sua risposta in ciò che questa esperienza
irripetibile gli ha lasciato. |
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