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Una risposta a un lettore
di Leonaro F. - novembre 2001

"Io a volte bevo e ho letto il vostro articolo del bicchiere killer di G.A. visto che sono un giovane e frequento spesso le discoteche in confronto a G.A. che se ci è entrato una volta è tanto. Le espressioni che ha usato, cioè in poche parole che noi rag. beviamo x gioco o per fare gli sbruffoni, non è assolutamente vero anzi gli sbruffoni sono quelli che non bevono e fanno finta di essere ubriachi. Dei giovani che bevono quasi tutti bevono perché o gli piacciono gli alcolici o perché gli si viene offerto o perché ha dei problemi personali.
mi farebbe molto piacere se lo ripubblicasse con delle correzioni. Cordiali saluti da: Navighetor"

Colui il quale ci ha scritto questa lettera è un ragazzo, peraltro conosciuto da molti di noi, che però preferisce non esporsi indicando il suo nome. Rispettiamo la sua volontà e, almeno da parte del sottoscritto, a lui vanno delle congratulazioni; in pochi fino ad ora hanno avuto il coraggio - o la sfrontatezza - di dirci quello che pensano riguardo a ciò che scriviamo, e ad un evento così raro va data una risposta adeguata.

La questione sollevata non è poi così semplice. Scrivere un articolo di giornale non è poi così semplice. Scriverlo con la presunzione di mettere d'accordo tutti è poi pressoché impossibile, specie se l'argomento ci tocca da vicino. Io stesso me ne accorgo rileggendo i miei stessi scritti mi rendo conto di come molte idee, se fraintese, possano essere a volte incomprensibili per alcune persone.

Cerchiamo dunque di capirci: questo non è un articolo di correzione di idee esposte in articoli passati, al massimo è uno "sviluppo" di alcune di queste forse poco ampliate.

Cominciamo con una affermazione: bere non è un reato. Nessuno di noi si sogna di bandire gli alcolici come all'epoca del proibizionismo americano, perfettamente inutile oggi come ieri. Ad una certa età a pranzo e a cena viene perfino consigliato un bicchiere di vino per aiutare la digestione. Una birra presa al pub non comporta l'arresto né tantomeno ubriachezza, a meno che non si è particolarmente predisposti oppure il "bicchierino" risulta essere un boccale da un litro e mezzo.

Il problema dunque è nell'uso che se ne fa. Come molte altre cose, andare oltre un certo limite fa diventare male ciò che prima poteva essere anche essere considerato buono; peccato che anche qui il concetto di "limite" sia soggettivo, riferibile ad una sola persona. In altre parole, ognuno dovrebbe sapersi fermare al momento giusto. Ma il momento di fermarsi a volte non arriva, poco importa il motivo iniziale. Ciò che preoccupa è il fatto che accaduto una volta in molti casi si ripeterà ancora, diventando, allora sì, un vero problema per sé stesso e per gli altri. Eppure a qualcuno sembra ancora non importare.

Una volta ho chiesto ad un compagno di classe: "perché ti ubriachi?", lui, con naturalezza m'ha risposto "perché, mi piace, perché quando sto così rido, mi diverto, anche se quando vado tropo in là c'è qualche problema con lo stomaco, ma questo è normale". Possiamo dire che sinteticamente riassume le idee di molti ragazzi; molti, non tutti. Bere è a volte un modo per staccarsi dalla brutta realtà che ci circonda - quel famoso "bevo per dimenticare" - e passare un po' di tempo senza tutti i problemi che si ha in famiglia, a scuola o al lavoro, almeno fino a domenica mattina. E molte volte quando si cerca un perché a tutto questo la risposta è quella detta sopra: mi piace e sto bene, almeno per un po'.

Esposta la vicenda ora tiro fuori le mie idee; e chiunque legga ora non pensi che voglio condizionarvi nel giudizio, ma solo invitarvi a riflettere un po' sulle nostre azioni e sulla nostra quotidiana e costante incoerenza di pensiero. Credo questo modo di affrontare la vita sia quello meno adatto. Le risposte ai nostri problemi non stanno nell'elevata gradazione alcolica, ma nel confronto diretto con la realtà.

Quanto al divertimento, beh, io opto per passatempi meno massacranti per il mio fegato, dato che in fino a prova contraria me lo dovrò portare addosso fino alla terza età. Bere non è reato. Ma bere ed avere la consapevolezza di farsi male ogni volta che si fa, questo credo ancora sia uno sbaglio, specie se a farne le spese poi siamo noi in prima persona. E in un mondo come questo, dove ogni certezza sempre meno è "certa", credo sia meglio cominciare a rendersene conto. Ognuno tiri le proprie conclusioni, a favore o contrarie, e poi mi faccia sapere. Io sono qui ad aspettare altre lettere.


immagine by Ansa

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