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Il sorriso della preghiera
di Marco G. - febbraio 2002
Scherza coi fanti ma lascia stare i santi. Ma è
proprio così? Davvero non è lecito giocare un
po con la fede? E dove sta scritto? La domenica mattina,
prima di entrare in Chiesa, non si trovano facce sorridenti
(sono sicuro che non sia solo per il sonno), solo visi seri
e composti
ma chi ha detto che per pregare bisogna sempre
mostrarsi seri e precisi?
Le origini di questa compostezza formale le possiamo andare
a pescare nel medioevo quando sorsero tutte quelle associazioni
e confraternite che arrivavano addirittura a procurarsi del
male fisico (autoflagellazioni, autotorture) per mostrarsi più
vicini al dolore patito da Gesù. Ma Gesù stesso
ci ha insegnato il contrario, ci ha insegnato che la fede è
gioia, che dobbiamo essere contenti nel lodare il Signore, perché
da lui siamo stati salvati.
Proviamo a pensare ogni volta che preghiamo alla vera essenza
di Gesù: al suo essere uomo. Egli in quanto uomo, pregava
come noi ma ci metteva in più la passione per le cose
che diceva il Padre e la passione si esprime con la gioia e
con il sorriso, non con il muso lungo della domenica mattina.
Anche solo un sorriso rivolto al padre può valere più
di mille preghiere recitate con vuota memoria. |
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