Alcune
considerazioni sul copyright © e Internet:
La forza e il bello di Internet sta (per me) nel
rendere accessibili a tutti, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, grandi
quantità di informazioni e/o risorse, tutte "opere di ingegno" come
scritti, disegni, foto, programmi ecc. ecc. Pubblicare sul Web,
indipendentemente dal valore intrinseco delle cose pubblicate, è un’opera
di "divulgazione democratica" che, per via della "globalità"
del mezzo, assume una grande importanza, anche se, per certi versi, porge il
fianco ad un uso scorretto delle risorse pubblicate: ma è un rischio da correre,
perché credo che i vantaggi superino di gran lunga gli svantaggi.
Uno dei comportamenti scorretti che si sono sviluppati è sicuramente quello di
"copiare" indiscriminatamente quello che più fa comodo, anche se
personalmente credo che sia un "vizio" che va un po’
sdrammatizzato, almeno per quanto riguarda la prima categoria dei
"copioni" (nel senso di coloro i quali copiano); esistono infatti tre
specie di "copioni":
1) i "bisognosi": cioè quelli che lo fanno per necessità:
"accidenti quella GIF animata è veramente bella ed io non so proprio come
fare per farne una simile!"... oppure: "non ci capisco nulla di
HTML e compagnia bella"..., oppure ancora: "sono alle prime armi,
proviamo ad usare qualcosa di già collaudato". Per questa categoria il
copiare è questione di sopravvivenza, e spesso è un modo per imparare, per cui vanno
sicuramente perdonati (ai tempi della scuola, non mi sono mai tirato indietro
quando si trattava di aiutare un compagno in difficoltà, e scagli la prima pietra
chi non si è mai trovato nella condizione di chiedere un po’ d’aiuto...).
2) i "pigri": cioè quelli che lo fanno per pigrizia:
"perché devo perdere del tempo quando posso trovare già pronte le cose
che mi servono?". Questa categoria è invece abbastanza antipatica, ma il
più delle volte il loro "vizio" si ripercuote in quello
che fanno, nel senso che la loro produzione è sovente disorganica,
disomogenea, priva di personalità, in poche parole "brutta".
3) i "millantatori": l’unica categoria veramente
spregevole, quelli che spacciano per proprie le realizzazioni degli altri.
Cosa dire a questi signori? Nulla, se non di smetterla e che "la farina del
Diavolo, spesso va in crusca...".
Personalmente non trovo affatto gratificante scopiazzare a destra e a
manca, molto meglio usare le proprie mani e la propria testa.
Diverso è il discorso quando, partendo dalle realizzazioni degli altri,
ma attraverso elaborazioni personali, si arriva a produrre qualcosa di nuovo,
magari simile ma diverso: basta sempre non spacciare il nostro lavoro per quello
degli altri e viceversa.
Il problema si può brillantemente risolvere adottando il seguente
comportamento "corretto":
prelevate pure quello che più vi piace dal Web
ma indicate sempre la fonte dalla quale avete attinto!
E’ questo l’invito che rivolgo anche ai visitatori di questo
sito che hanno avuto la pazienza di leggere queste mie righe.
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