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IL PENSIERO DEL MESE


 

La speranza

 

Ci sono tre nomi che ogni cristiano comincia ad imparare da piccolo e sono perciò entrati da secoli nel vocabolario della nostra lingua e della nostra cultura: fede, speranza e carità.

Cos'è la fede? E' riconoscere Cristo presente, riconoscere che Dio fatto uomo è presente e operante nella nostra vita.

E la carità? E' amare Cristo che è morto e risorto per noi e, in Lui, ogni uomo che è nostro fratello.

Ma la speranza cosa è?
La speranza è la certezza che si può sempre ricominciare, è la certezza che il nostro male, i nostri dubbi, le nostre fatiche non ci ostacoleranno.
La speranza è proprio il Natale. Un bambino piccolo piccolo nasce in mezzo ai potenti. Nessuno sembra accorgersene, o quasi.

Eppure quel bambino è una novità, una novità insperata: è Dio che crea, perdona e salva, Dio in carne umana..
La speranza è dunque come un piccolo bimbo in mezzo a noi.

"La fede - dice Charles Peguy - va da sè. La fede cammina da sola. Per credere c'è solo da lasciarsi andare, c'è solo da guardare......
La carità purtroppo va da sè. Per amare il prossimo c'è solo da lasciarsi andare, c'è solo da guardare una simile desolazione.........
Ma la speranza non va da sè. La speranza non va da sola. Per sperare, bimba mia, bisogna essere molto felici, bisogna aver ottenuto, ricevuto una grande grazia.......
La piccola speranza avanza tra le sue due sorelle grandi e non si nota neanche....
Ma è lei, quella piccina, che trascina tutto.
Perchè la fede non vede che quello che è.
E lei vede quello che sarà.
La carità non ama che quello che è.
E lei, lei ama quello che sarà".


Gennaio


 

Il lavoro

 

Una parte considerevole dei giorni della nostra vita e delle ore di una giornata sono occupate dal lavoro. Eppure oggi il lavoro è in crisi: per molti mancano posti di lavoro, ma forse per molti di più mancano motivi per lavorare. E le due crisi sono collegate.

Direte voi: ognuno ha motivi per lavorare, almeno il desiderio di prendere lo stipendio.
Ma questo non è sufficiente. Occorrono motivi che ci aiutino a lavorare in modo umano, con passione.

Quando vai al lavoro al mattino a cosa pensi? Che cosa ti spinge?
Non voglio credere solo un'abitudine e un impegno preso. Voglio pensare invece ad un'altra risposta.
Per esempio: hai mai pensato che il lavoro è un'occasione per esprimere quanto in te c'è di creativo, quello in cui speri?
Se la tua speranza, il tuo ideale è grande, anche la fatica sarà più tollerabile.

Lavoro per i figli, dirà qualcuno.
Sì, sono d'accordo, ma io aggiungo: bisogna lavorare non solo per avere dei soldi per loro, ma anche e soprattutto per costruire per loro un mondo più giusto e più bello.

Occorre lottare per condizioni di lavoro più umane, ma occorre anche ricordarsi che l'umanità del lavoro viene innanzitutto da noi.


Febbraio


 

Il perdono

 

E' difficile perdonare agli altri, ma forse ancora più difficile è perdonare a se stessi.

Ci troviamo ad accettare che i figli siano diversi da come avevamo fantasticato e che sia diverso il lavoro e che sia diverso da come avevamo pensato persino il marito e la moglie.
Ma più difficile è accettare i propri errori, accettare di avere sbagliato e ricominciare.

Sentite questa pagina di vangelo.

Un uomo aveva due figli. Un certo giorno, uno di loro disse al padre:
"
Dammi la mia parte di eredità, non mi basta più questa casa, voglio partire".

Aveva fatto chissà quali progetti, ma in breve le cose non andarono come aveva pensato.
Finì per dissipare tutti i suoi soldi e per trovarsi le mani, il cuore e la testa pieni di rimorsi, di confusione e di stanchezza.

Allora ebbe un momento veramente grande: rientrò in se stesso e disse:
"
Andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio, ma tienimi lo stesso con te".

Partì e si incamminò verso suo padre.
Questi era ogni giorno sulla terrazza della casa per vederlo arrivare da lontano.
Appena lo vide, commosso, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Poi fece uccidere il vitello più grasso e fu festa la sera in quella casa.

Sapete che sempre un Padre veglia per attenderci, per correrci incontro e perdonarci, purchè, come il figliol prodigo, si abbia il coraggio di ritornare.


Marzo


 

La fede


Sono convinto che questa parola - come tante altre molto usate - fa parte di quei termini di cui tutti pensano di conoscere il significato, che in realtà spesso resta molto lontano.
<<La fede - dirà forse qualcuno - è credere che esistono delle realtà invisibili che ci aspettano dopo la morte>>.
<< La fede - aggiungerà un altro - riguarda cose e fatti che non si possono spiegare con la ragione>>.

Tutte cose vere, ma insufficienti.
Insufficienti per lo meno a spiegare come mai questa benedetta fede abbia sostenuto milioni e milioni di uomini, per venti secoli, nelle difficoltà della vita, abbia spinto alcuni di loro ad esprimere la bellezza di quanto avevano incontrato nella pittura, nell'architettura, nella poesia o nella musica, abbia mossi altri a creare forme di assistenza e di aiuto ai poveri e ai malati e abbia portati altri ancora a vivere il martirio....

Chi può cambiare così profondamente la vita di una persona, se non un'altra persona?

La fede cristiana è l'incontro con un uomo
: per i primi fu l'incontro con Gesù di Nazareth.
Un uomo come gli altri: aveva un padre, una madre, taluni potevano ricordare di aver giocato da piccoli con lui,.... eppure diverso dagli altri, tanto da far desiderare di lasciare tutto per seguirlo.
Si interessava dei loro guai, delle loro malattie, si mostrava capace di parlare delle cose piccole e delle cose grandi, come nessuno mai parlava.

E soprattutto suscitava una domanda, che rivolge anche a noi:
"E voi, chi dite che io sia?"


Aprile


 

Maria



Nessuna persona più di Maria può condurci a comprendere cosa sia il Cristianesimo.

Il Cristianesimo è Dio che si fa uomo. Dio, Colui che ha creato ogni cosa, da cui dipende ogni pensiero e moto dell'animo, a cui sono legati misteriosamente tutti gli avvenimenti della storia, Dio è un uomo come noi, così uguale a noi, che molti non si accorgono di Lui e possono perfino negarlo.
Dio è così uomo che, come tutti gli uomini, è nato da una donna.

Maria è il suo nome, e da allora è la porta obbligata per arrivare a Dio.
Lo sa chi, avendo smarrito nella vita la speranza o la forza di ricominciare, ha preso a invocarla.
E non si può invocarla senza essere ascoltati, ha detto San Bernardo di Chiaravalle...perchè all'invocazione di sua madre, Cristo non oppone resistenza, come a Cana.

Ha scritto Charles Peguy:
Ci sono dei giorni nella vita in cui si sente di non potersi più accontentare dei santi patroni. Allora bisogna prendere il coraggio a due mani. E rivolgersi direttamente a Colei che è al disopra di tutto. Essere coraggiosi. Per una volta. Rivolgersi coraggiosamente a Colei che è infinitamente bella. Perchè è infinitamente buona. A Colei che intercede. La sola che possa parlare con l'autorità di una madre. Rivolgersi coraggiosamente a Colei che è infinitamente pura. Perchè è infinitamente dolce. A Colei che è infinitamente nobile. Perchè è anche infinitamente cortese. Infinitamente accogliente.


Maggio


 

La Parrocchia



Le nostre strade e le nostre case sono spesso piene di rumori assordanti.

Eppure in mezzo a tutti questi rumori, ogni tanto si riescono ancora a sentire le campane delle chiese.
La campana ci ricorda che, nell'affanno e nella distrazione della giornata, potremmo esserci dimenticati di ciò che più conta.
Ma soprattutto la campana ci ricorda che in mezzo alle nostre case c'è una casa per l'incontro fra gli uomini e Colui che ha qualcosa di molto importante per la loro vita.

In mezzo alle nostre case c'è la casa di Dio, il luogo dove Cristo abita, c'è la chiesa parrocchiale: Dio vuole abitare tra noi, in mezzo a noi, e la chiesa parrocchiale è un segno di questo.
"Dove non c'è tempio, non ci sono dimore" ha scritto il grande Eliot nei suoi Cori della Rocca.

Quel tempio fra le case può diventare per te il luogo di un pò di silenzio e di preghiera, nell'affanno della giornata; il luogo ove trovare qualcuno che ti perdoni in nome di Dio, il luogo ove ascoltare una parola che ti aiuti a vivere più intensamente e più intelligentemente a scuola, al lavoro, nel tempo del divertimento; anche il luogo ove trovare una comunità di persone, parte della grande comunità di uomini che è Cristo.

Ma le parrocchie non possono restare solo luoghi di culto: devono essere aperte a tutto ciò che di autentico vive nella chiesa e nel mondo.


Giugno


 

Tempo di vacanza

 

Luglio-agosto: tempo di vacanza.
Tempo di vacanza: tempo di meritato riposo, dopo le fatiche di un anno di studio o di lavoro.

Oggi le parole "riposo" e "vacanza" non solo e non tanto indicano un uscire da abitudini e circostanze solite, ma la ricerca ostinata di un divertimento ad ogni costo, un uscire fuori di sè, da un orizzonte senza senso fino a non pensare più, fino a raggiungere uno stato di ubriacatura e di ebbrezza.

"L'uomo crede di rompere il destino con l'ebbrezza", diceva Pavese; l'uomo crede di dar respiro, bellezza e intensità alla vita con l'ebbrezza.
Ma il destino è dentro di te, è cosa tua, più profondo del sangue, al di là di ogni ebbrezza: è inciso nel tuo cuore.
Perciò non c'è riposo, se non quando il cuore trova ciò che pienamente gli corrisponde. Fino ad allora si è vagabondi, inquieti, "pecore senza pastore".

"Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò", disse un giorno Gesù ai suoi apostoli: un luogo dove sia più facile il riposo, la riflessione e la preghiera, un luogo dove sia più facile il contatto con Dio e la natura, un luogo dove sia più facile riconoscere e aderire a Cristo: uno spazio di tempo nella giornata.

PREGHIERA DEL VILLEGGIANTE

O Signore, Dio dell'universo,
Padre della famiglia umana,
Ti ringrazio per il dono delle vacanze!
Voglio vivere in Tua compagnia,
affinchè questo tempo di riposo
possa giovare non solo al corpo
ma anche all'anima.
Al mare, ai monti, sulle strade,
Tu, o Signore, sei sempre con me!
Il rispetto della Tua santa legge
e la fraterna amicizia col prossimo
saranno motivo di gioia e di pace
per me, per la mia famiglia
e per tutti gli uomini di buona volontà.


Luglio - agosto


 

La letizia



La cosa più preziosa che un uomo possa avere, quella che va cercata e custodita, è la letizia del cuore: lo stato d'animo pieno di respiro e di libertà di uno che è certo della sua felicità.
A che serve la salute, a che servono i denari, a che servono gli affetti, se non si accompagnano alla letizia?
Si può essere in salute, ma nell'affanno e nella tristezza; con tanti denari, ma pieni di preoccupazioni; con affetti, che magari ci provocano gelosie, sospetti, ansie, ecc...
E neppure dobbiamo confondere la letizia del cuore con la gioia. "Essere allegri, gioiosi - ha scritto Romano Guardini - è un fatto esterno, rumoroso e presto si dissolve. La letizia vive nella profondità di noi, radicata".
Non che si debba disprezzare la gioia, anzi!
Ma la letizia è quella gioia particolare che ciascuno può avere, qualunque sia la sua natura. "Essa deve essere indipendente dalle ore buone o cattive, dai giorni vigorosi o stanchi. Non proviene dal denaro, da una vita comoda o dal fatto di essere importanti".
Nel
Cantico di frate Sole San Francesco si è fatto cantore della letizia, perchè ha scoperto il senso del suo vivere. E allora tutte le cose gli appaiono nella loro vera luce e non fanno più paura. Nemmeno la morte.

Settembre


 

La solitudine



Fatti a "immagine e somiglianza" di Dio, noi siamo simili a Lui perchè dotati di volontà, di intelligenza e di libertà; ma soprattutto perchè, come Dio non è mai solo, anche noi siamo fatti per essere sempre in compagnia.

E' così vero tutto questo che forse il dolore più terribile è proprio quello che nasce dall'impressione di essere soli.
Ognuno di noi cerca, continuamente, fuori di sè qualcosa o qualcuno in cui appagarsi, in cui completarsi: una persona con cui parlare; ma anche solo qualcosa da leggere, da vedere, da sentire.

Ci sembra talvolta di aver paura del silenzio, come di un vuoto. E premiamo freneticamente sul telecomando per cambiare i canali del nostro televisore e cercare qualcosa di diverso, un pò di novità. Oppure cerchiamo la musica assordante, che ci faccia dimenticare.

Ma perchè ci sono delle compagnie che ci laciano soli e momenti di silenzio che ci accompagnano e ci dissetano per tutta la vita?
"
Non c'è cosa più amara che l'alba di un giorno in cui nulla accadrà. Non c'è cosa più amara che l'inutilità", ha scritto Cesare Pavese in una sua poesia.
Prima della sua tragica fine, nel suo diario troviamo la frase: "
Scrivo, O Tu, abbi pietà".

Che questo "TU" sia una segreta presenza che possa riempire la nostra vita?


Ottobre


 

La condivisione



C'è una storia, che da secoli fa pensare gli uomini:

Un viandante fu aggredito in viaggio, derubato e abbandonato sulla strada, ferito gravemente.
Passarono in tanti: sacerdoti, potenti, ricchi, uomini che per i loro vicini erano giusti e onesti. Ma tutti guardarono più in là, perchè interessarsi a quel cencio di stracci dentro cui rotolava un uomo non rientrava nella loro idea di giustizia.

Poi arrivò uno straniero. Raccolse il ferito, lo medicò come meglio sapeva e poteva. Lo portò in una locanda, pagò per lui, lo affidò all'oste promettendogli una ricompensa. Tornò dopo un mese per vedere come stesse il ferito, e, saputo che era guarito, lodò l'oste e lo ricompensò più del dovuto. Poi se ne andò senza dire il suo nome. Non voleva essere pagato, in denaro o in lodi.

Che cosa quello straniero aveva visto nell'altro? Perchè lo aveva raccolto e si era interessato di lui?
Semplicemente perchè l'altro era lì, sulla sua strada.

Ti amo perchè ci sei. Non perchè sei buono, non perchè sei del mio partito, non perchè la pensi come me, ma perchè ci sei.

Così ha fatto Dio con noi: si è fatto uomo e ha condiviso la vita di ciascuno di noi fino alla morte.



Novembre


 

L'attesa



Duemila anni fa, mentre Giovanni Battista stava sul fiume Giordano con due suoi discepoli, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "
E' lui, colui che aspettate, colui che è capace di guarire il cuore dell'uomo".
E i due discepoli - Andrea e Giovanni - sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Questi allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "
Che cosa cercate?" -- "Maestro dove abiti?"
-- "
Venite a vedere" fu la sua risposta.
Andarono con lui e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui.
"Erano le quattro dl pomeriggio", annota l'autore del IV Vangelo, che non era altro che uno dei due discepoli: dopo tanti anni ricordava ancora l'ora che aveva cambiato la sua vita!

Chissà quanti altri videro passare Gesù dalle loro strade, ma non lo incontrarono perchè non lo attendevano! Oppure rimasero confusi dal fatto che appariva come gli altri!
Ci sono incontri che cambiano la vita di una persona. Non ci si accorge subito, ma dopo anni, guardando indietro, si vede quanto una persona sia stata segnata magari da un attimo, da un si o da un no.

Forse negli incontri casuali di questa giornata Gesù di Nazaret vuole rivolgere anche a te l'invito di allora:
Vieni e vedrai. Magari attraverso persone che con te lavorano, vivono, studiano e sono, come il Battista, il casuale tramite di quell'incontro!
C'è nel tuo cuore lo spazio di un ascolto per un invito di quel genere, di quella portata?
Penso di si, perchè il cuore di ciascuno di noi è fatto per questo incontro.


Dicembre


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