La barca arenata, prigioniera del cielo, giaceva là, privata dei remi.
Le hanno negato le onde, la tempesta, la brezza, i sogni, il viaggio.
Le hanno negato il mare.
Sensi di oblio, di abbandono e di nausea come un vortice travolgono, pugnalano i sogni.
Un giorno salperà, scivolerà via e sarà un punto lontano.
Qualcuno ritornerà a sognare ...
(Pino Colosimo)
Il mare si perse nei suoi occhi.
nella tempesta d un istante ...
Si sentì perduto ...
lei gli aveva rubato i colori,
lei lo aveva relegato
nel suo castello di sabbia.
Soffocava il suo pianto di rabbia,
raggomitolato nel tempo,
che si aspetta e non si respira.
Seduto sulla roccia viva del dolore
morì
nel suo "amore perduto".
Lei non ritornò
più ...
lei,
lei gli aveva rubato i colori ...
(Pino Colosimo)
Nella solitudine del suo mattino,
si riscaldò al sole che nasceva.
Riflessi di speranza
s'irradiavano nella loro stanza
e come aghi infuocati
entravano ...
nell'anima di un tormento.
La sfiorò nel sonno,
e avvertì l'estasi di un'onda
che morì
nel tepore della sabbia.
Le baciò le dita,
e accarezzò con pudore
il suo sogno d'amore,
La guardò
e ne spiò ogni espressione
sino a quel momento
a lui sconosciute....
"Non morire mai,..
non andare via ... ritorna da me
fuori c'è il mare".
Si assopì
al fruscio di una lacrima...
(Pino Colosimo)
Su quello scoglio amava sedersi
e fissare il cielo;
inseguiva il migrare delle nuvole lente,
tremanti,
inesorabili
che raggiungevano l'orizzonte.
Su quello scoglio si adagiava stanco,
come se volesse sfidare l'equilibrio di un pensiero.
Seguiva pigro il volo del gabbiano
predatore di nuvole.
E l'orizzonte ...
l'orizzonte divenne un pensiero costante,
una sua ossessione.
Come raggiungerlo?
Come?
Iniziò a piovere
e lacrime,
e gocce d'acqua
si divorarono nel suo pianto di vita.
Ma ... quando tutto sembra perduto ...
arriva l'arcobaleno
e l'orizzonte è laggiù
laggiù,
laggiù dove muore un arcobaleno.
(Pino Colosimo)
Ritornerò a seguire il volo disperso del gabbiano,
a rivedere il sole che sorge,
a lasciarmi accarezzare dall'onda che viene da lontano,
a fissare una barca vagabonda per sognare il mio viaggio ...
Ritornerò ai giorni dell'abbandono, quando si fissa il cielo vuoto di agosto e si aspettano le nuvole d'autunno ...
(Pino Colosimo)
FRAMMENTI
Fiabe perdute,
vite scadute,
un anziano in un parco,
marinai senza imbarco,
gente che vive in una stanza
senza colori e senza speranza,
una donna che guarda un gabbiano in volo,
un bambino che piange, in silenzio, da solo...
E' la vita che scorre e ti passa accanto...
ed io, in disparte, la canto.
Due ragazzi abbracciati dentro a un portone,
un cane smarrito che cerca il padrone,
un ubriaco che impreca a un destino malvagio,
una vecchia che nutre un gatto randagio...
Un bambino che gioca, inventando il futuro,
la scritta "Ti amo" tracciata su un muro,
un uomo che pensa a un amore perduto...
e quel vecchio, nel parco, seduto.
E' la vita che passa veloce e intanto
io l'osservo e, in disparte, la canto.
(Bruno Abietti)
Lo aspettavo seduto sulla "pietrosa".
Ci venivo già da bambino a guardare l'alba e seguivo le nuvole che come carri di fuoco ci portavano un altro giorno.
Tommasino era sempre lì, seduto con la sua canna da pesca.
Immobile, fissava l'incendio all'orizzonte.
Viveva in silenzio quegli istanti di vita come se temesse che le parole potessero vibrare in un'onda e rompere quell'armonia di vita.
Gli domandai dove andassero le nuvole e lui lentamente si girò.
Mi sorrise , posò a terra la canna da pesca, e si portò un dito davanti alle labbra come per invitarmi a tacere. "ssssssssstttttttttt" - sibilò. "è un segreto che non posso svelarti ma un giorno capirai".
Lo fissai negli occhi come per voler comprendere meglio.
"Perché non me lo puoi dire? Davvero non puoi?".
Tommasino si lasciò cadere seduto sulla pietra, riafferrò la canna e riprese a pescare.
"ognuno di noi ha una nuvola da inseguire e sa già quale sarà la sua rotta.
Tu seguine una e lasciati rapire ...".
Silenzio, rumore di onde che si lasciano morire tra le pietre, altri carri di fuoco ci portano un nuovo giorno che sembra uguale a quello di ieri.
Oggi non c'è più Tommasino.
(Pino Colosimo)
Che cosa è rimasto di te,
del mio tempo respirato insieme?
Ritorna il tuo sorriso
che mi scalda il cuore.
Le tue braccia che
mi nascondevano
quando avevo paura.
I tuoi capelli,
trame d'argento
che accarezzavo,
e la tua voce
mi cantava la ninna nanna
scandita dal cuore
che ascoltavo contro il tuo petto
quando mi addormentavi.
Quanta vita
ha scavato il tuo volto,
quante lacrime hanno rigato
il tuo viso,
Abbracciami ... Nonna
(Pino Colosimo)
Nci dissa lu hjiuri alla guccia di l'acqua, vagnami e trasatindi
'ntrà di mia finu allu cuori,ca sulu accussi' arriesci mu vidi
tutti li culuri chi non ci mustrai mai a nudhu.
(Ulucci Alì)