CONSIDERAZIONI SUL BOMBARDAMENTO AEREO DI ORTE SCALO

DEL 29 AGOSTO 1943

Il bombardamento di Orte Scalo del 29 agosto 1943 forse si poteva prevedere; il 19 luglio precedente era stato bombardato lo scalo di San Lorenzo a Roma, non già per interrompere le comunicazioni ferroviarie, in quanto Roma è stazione terminale e la sua distruzione non interrompeva i flussi da nord a sud; il bombardamento di Roma San Lorenzo era solo un monito al Re che si sbrigasse a destituire Mussolini; il che avverrà sei giorni dopo.

Il bombardamento di Terni dell'11 agosto precedente era più significativo perché indicava la volontà degli alleati di bloccare la ferrovia Ancona-Orte.

A quell' epoca tutto il territorio italiano era sotto controllo radar da parte dei Tedeschi; i loro "radiolocalizzatori" erano gestiti sia dalla Luftwaffe che dalla Regia Aeronautica; in particolare la zona di Orte Scalo era sorvegliata dal radiolocalizzatore "early warning" tipo "Freya" della cellula "Regolus" tedesca ubicata a Tarquinia (vedere libro "guerra attraverso l'etere nel teatro mediterraneo" di Giuseppe Pesce), vi era poi un "Freya" a Pratica di Mare gestito dalla Regia Aeronautica, un Lorenz al Lido di Ostia gestito dalla Regia aeronautica ed un "Freya" ad Orbetello gestito dalla Luftwaffe.

Il radiolocalizzatore di Tarquinia mise in allarme l' U.N.P.A. (unione nazionale protezione antiaerea) che fece suonare l'allarme aereo ad Orte Scalo.

Orte non era mai stata bombardata in precedenza e gli abitanti, senza troppo preoccuparsi, con i vestiti della festa per andare alla Messa, si diressero in massa verso la collina che porta a San Nicolao, ove non c'erano rifugi antiaerei, ma dove si pensava che non ci fossero neppure obiettivi militari. I velivoli americani volavano in formazione per darsi protezione reciproca contro la caccia e seguivano il loro capo-formazione coadiuvato dal proprio navigatore.

A quell'epoca i bombardieri volavano ancora a vista e gli obiettivi dovevano essere individuati per tempo per assumere la direzione appropriata di attacco. La formazione B. 17 passò leggermente a sud del lago di Vico, sorvolò Vignanello e si diresse al centro dello scalo, ma spostata leggermente a sud-ovest sorvolando all'incirca il colle di San Nicolao; lo sgancio delle bombe avvenne contemporaneamente da parte di tutti i velivoli ad un segnale del capo formazione confermato da un razzo verde; in questo modo si venne a determinare una strisciata a tappeto che seminò il terreno sottostante di bombe da 1000 libbre (450 Kg). E fu una vera strage perché colpì proprio quei cittadini che avevano preso per corsa al rifugio la scampagnata domenicale verso San Nicolao.

Il Bollettino di Guerra del Comando Supremo n° 1192 del 3o agosto 1943 così riferì :" Grossi Gruppi dell'aviazione avversaria hanno effettuato incursioni su Orte .......causando danni di notevole entità; 7 apparecchi sono stati abbattuti dalla nostra caccia e 2 da quella germanica; uno Spitfire cadeva in fiamme sotto il tiro delle batterie contraeree......

Nei giorni 27 e 29 si è distinto il Sergente Maggiore Luigi Gorrini da Alseno (Piacenza) del 3° Stormo Caccia il quale ha abbattuto 2 quadrimotori e un caccia bimotore....."La Gazzetta del Mezzogiorno, uscita a Bari martedì 31 agosto, così riferì circa il bombardamento :" .....l'incursione di Orte