Nello stagno dei ricordi sono
pochi i pesci rimasti, bisogna
fare e fare presto se vogliamo
salvare quel poco rimasto nelle
menti di noi vecchi ancora in
vita. Non è giusto che vada
perso quel patrimonio culturale
fatto di poche cose ma fatte da
noi. Ricordiamoci che è
materiale irripetibile, non si
trova nei libri e negli archivi
e, svaniti i ricordi, sarà perso
per sempre.
Se
hai tempo ( se non ce l'hai
trovalo) racconta i tuoi ricordi
ai tuoi figli, ai nipoti ! Loro
lo racconteranno ancora a quelli
che verranno, e a quelli altri
altri ancora e solo così
lasceranno quello che ci hanno
tramandato, cioè la nostra
storia ! Pensaci...
(Dallibro di
Giulio Nasetti "Il richiamo
della memoria")
DESCRITTIONE D'ORTA
(dal manoscritto di Don Lando Leocini - Ortano - 1548 - 1634)
Orta
città di Toscana nelli Falisci è apunto posta dove
termina mezzo il suo viaggio il Tevere, et il suo polo contiene di
altezza gradi 44 e minuti 16, ela dominatione del loco è il
segno di Sagittario (Gaudente Jupiterfelix esultatione);
comincia in sulla riva dell'istesso fiume a elevarsi un colle, sopra il
colle si erge un sasso, sopra il sasso è edificata la
città.
Il colle è di mediocre altezza vago e di ogni
suo lato è fecondo di grano, uve, olivi, et altri pretiosi
futti, lo rendono adorno molti horti, e molti irrigati da 15 fontane
che in esso sorgono, le sue radici sono dal lato di tramontana bagnate
dalTevere, ove era il Ponte, e di verso mezzo giorno da un Rivo, picolo
invero detto Mincio, ma che lo rende atto a far esercitar Mole in esso
fabbricate.
Il sasso è tufo, duro, di sublime altezza di
forma quasi che ovato, e posto un isola, talche pare ad ogni assalto di
mano inespugnabile, comr oltre a molte altre esperienze ultimamente nel
passaggio delli 27 di Borbone a Roma fu chiaramente provato e quindi
avviene che nelle guerre d'Italia si riempie la città d'infinite
famiglie romane, et di altre straniere, e convicine.
Ne è fatta mentione di Orta dai scrittori in molti libri come il lettore potrà vedere.
Fortezze
inespugnabili erano in Italia, Ivrea, GoltA appo i Germani, et Tervania
in Francia chiamata da antichi Samarobrina capo dei Murini,
saccheggiata dai Fiaminghi a tiro di cannonate, ove si dimostra
chiaramente che non è città che potendosi battere possa
resistere lungo tempo a tiro di cannoni. (Anania ca.50)
(trascrizione di Vladimiro Marcoccio 2013)
(pagina del manoscritto originale)
Un interessante sito per chi č interessato
alle ricerche della nostra storia. Sono 103 volumi consultabili online, ci sono
molte pagine riservate
alla storia della nostra cittā (ORTA) (vol.
XLIX da pag.182 a pag.193. Questo č il link per vedere tutti i volumi del
"Dizionario di erudizione
storico ecclesiastica da S. Pietro sino ai
giorni nostri" questo scrive l'autore Gaetano Moroni di Venezia (1840-1861)