Itinerario N° 1
da Seriate a Ghisalba
Scheda
introduttiva Il
primo tratto, da Seriate a Ghisalba, dal punto di vista ambientale, è
ampiamente degradato ed antropizzato. A Seriate l'urbanizzazione è
arrivata fino agli estremi delle scarpate fluviali; più a sud, verso
Grassobbio, le ultime opere stradali hanno sconvolto il territorio; infine
i tratti centrale e terminale sono stati oggetto di un'intensa attività
estrattiva. Ovunque si può rilevare la presenza di scarichi abusivi,
mentre la qualità delle acque è sicuramente compromessa
dall’inefficienza o dall’inesistenza degli impianti di depurazione. Ci
vorranno parecchi anni ed uno sforzo notevole per restituire a questa zona
parte della sua antica connotazione naturale; grazie ai primi interventi
dei privati e dei Comuni, gestiti in collaborazione con l'Ente Parco, si
sta già lavorando in questa direzione. A
differenza delle altre zone protette del Serio, il primo tratto non ha
subito il totale sfruttamento agricolo che ritroviamo nel resto del Parco;
questo trova la sua spiegazione nella particolare natura del terreno,
contraddistinta in particolare nelle vicinanze del fiume dai ciottoli e
dalle ghiaie. In
compenso la particolare situazione litologica ha favorito l'attività di
cava. Per
quanto detto, anche la copertura arborea presso il fiume è molto limitata
ed il territorio fluviale è contraddistinto per lo più dal gerbido che
consiste in estensioni xerofile, composte da materiali inerti con un
sottile strato di terreno, cespugli sparsi, qualche raro albero, ed
interessanti presenze erbacee. La particolarità di questi ambienti impone
un’ulteriore tutela, al pari delle più evolute foreste. Solo ad una
certa distanza dal fiume, si possono incontrare i filari che ancora
miracolosamente sopravvivono, a testimonianza di un antico passato che
vedeva questo territorio ricoperto di boschi, attestato anche da numerose
carte d’epoca. Dal
punto di vista idrogeologico, è da mettere in evidenza la permeabilità
che contraddistingue le ghiaie; ciò provoca un'infiltrazione, talora
totale, delle acque superficiali. Inoltre si rileva l’affioramento dei
banchi di conglomerato, il cosiddetto ceppo, e la presenza di un
appariscente terrazzo fluviale lungo la strada che da Malpaga porta al
Cassinone e che continua, più a nord, verso Comonte. Non
ci si dovrebbero aspettare, invece, presenze faunistiche di particolare
interesse, ma, se la nostra osservazione diventa più attenta, allora si
possono fare felici scoperte. In particolare nel tratto settentrionale,
dov’è istituita una riserva di ripopolamento e cattura, è presente la
starna; poi i fagiani, i conigli e le lepri, immessi a scopo riproduttivo
. Per quanto riguarda i mammiferi, troviamo la volpe e la donnola mentre
la presenza della puzzola è dubbia. Dalle ultime ricerche emergono,
inoltre, straordinari rilevamenti: un dormitorio di Gufi, l’Occhiocotto,
un simpatico uccello mai segnalato nella pianura, la Bigia padovana, il
Succiacapre e la Cappellaccia; essi trovano in questo tratto un habitat
ideale, nonostante le manomissioni. Tutte queste segnalazioni sono state
fornite dalle osservazioni delle guardie ecologiche ed in particolare
dalla stazione d’inanellamento e cattura. Per chi vuole saperne di più,
sono disponibili presso la sede GEV dettagliate relazioni. Dal
punto di vista storico-architettonico, il tratto in questione è
sicuramente il più interessante del Parco, riscattandosi dalla relativa
povertà naturale. Sono
presenti infatti, ben conservati, tre castelli, oltre ad innumerevoli
edifici rurali, chiese, chiesette e santuari, legati alla vita del
condottiero Bartolomeo Colleoni. Gli
itinerari suggeriti possono rappresentare un’avvincente meta di visita
scolastica o, più semplicemente, un'interessante passeggiata in auto; i
più sportivi possono, con qualche ostacolo, percorrere l'itinerario di 30
Km. in bici costeggiando il fiume, oppure limitare il percorso ad
itinerari più brevi. Si tenga presente, infine, che nel tratto
Grassobbio-Seriate le nuove opere stradali potrebbero comportare alcuni
cambiamenti dei percorsi, anche se dalle ultime rilevazioni si nota il
rispetto dei vecchi tragitti e la creazione di nuovi. In
auto o in bus 30-40 Km. circa Partendo
dal ponte di Ghisalba, prima dell'attraversamento del Serio (per chi
proviene da Milano), s’imbocca la strada che porta alla Basella, dove,
alle prime curve, si trova il complesso rurale della Muratella: un
agglomerato di cascine fortificate, tra le quali si trovano una
"torre passere" ed una raccolta chiesetta seicentesca (Madonna
dell'immacolata). Procedendo
verso nord s’incontra a Km. 2 una deviazione con santella da cui parte
la strada sterrata che porta ad Urgnano. Si
può visitare il paese, 10 Km. per l'andata e il ritorno. E’ di notevole
interesse, la struttura urbanistica di stampo medioevale e soprattutto la
Rocca del XIII sec., la piazza Libertà con la parrocchiale ed il
campanile del Cagnola. Dal
bivio, si prosegue verso il quattrocentesco Santuario della Basella, che
conserva un’interessante torre campanaria ed alcuni affreschi. Il
santuario custodì fino al 1842 la tomba di Medea, figlia del Colleoni.
Riprendendo la strada ci si dirige verso Bergamo. Per
chi vuole avvicinarsi al fiume alla seconda curva dopo il santuario, può
lasciare la macchina e procedere dritto per via Colleoni, seguendo
l’itinerario proposto per le bici. Si suggerisce, inoltre, alla terza
curva dopo il Santuario, una breve passeggiata lungo la sterrata che parte
dopo un salice piangente, all'altezza del cartello segnaletico del Parco.
Lungo questo percorso, si trova uno dei filari più interessanti dove,
oltre all'onnipresente robinia, si possono osservare alcune specie
vegetali autoctone, reperti archeologici di un glorioso passato
vegetativo. A km.
6,5 dalla partenza, si arriva al bivio Capannelle, in prossimità di un
ristorante; da qui si prosegue, a destra, per la strada che porta a
Grassobbio; alla prima curva, si dirama la sterrata per la cava "Capanelle".
Alle scolaresche se ne consiglia la visita, in quanto la cava, oltre
all'interessante attività estrattiva, è oggetto di un convincente
progetto di recupero ambientale (per accordi tel. 035-25092). La
strada continua verso nord, andando a lambire la zona industriale.
Prendendo per via Pascoli, alla prima curva si può abbandonare la
macchina per entrare, all'altezza del cartello del parco, nella riserva di
cattura e ripopolamento. In questa zona si possono facilmente incontrare
le specie animali descritte nella scheda introduttiva. Oltre a queste ,
sono di particolare interesse botanico sia le rose selvatiche,
cospicuamente presenti, sia le numerose specie erbacee, tra le quali le
orchidee. La
strada che porta, dopo pochi chilometri, all'abitato di Grassobbio,
presenta le ferite dovute al passaggio delle nuove tangenziali di Bergamo;
l’unica nota positiva consiste nel fatto che il Comune, in
collaborazione con l'Ente Parco, ha eseguito nella zona un intervento di
bonifica, cui seguirà una piantumazione. Avanzando
del tempo, prima di lasciare Grassobbio, si può visitare il palazzo Belli
del XVII sec., da poco restaurato, e la chiesetta cinquecentesca
dell'Assunta. Si
prosegue verso Seriate scavalcando l'autostrada e passando accanto
all`aereoporto di Orio al Serio. Purtroppo il panorama in questa zona non
offre niente di interessante, se non un esempio di degrado ambientale!
Solo gli interventi di piantumazione di contorno alle scarpate stradali
potranno ridare un po’ di verde alla zona. Arrivati
all'abitato di Seriate (che non descriviamo in quest’itinerario) al
primo semaforo si gira a destra e, dopo poche centinaia di metri,
oltrepassato il ponte sul fiume Serio, ci si dirige verso la via Decò e
Canetta dove, prima del congiungersi di questa con la statale per Brescia,
conviene girare a destra lungo la via Basse (percorso agibile solo per le
auto, mentre per gli autobus bisogna immettersi sulla statale per Brescia
alla volta di Cavernago). Dopo
300m. si trova un interessante edificio rurale, riconoscibile per i
graziosi balconcini di ferro battuto (c.na Basse) e più avanti
s’incontrano le tangenziali e, sottoppassati e sovrappassati i ponti, si
arriva, dopo aver lasciato alcuni edifici, alla fine della via Grignetta;
al bivio si gira a destra verso la zona industriale; sempre tenendo la
destra ci si ritrova di fronte all'autostrada, e quindi a sinistra per via
Misericordia, la si sottopassa, attraverso uno stretto passaggio. Si
continua, incontrando alcuni edifici rurali (di pregevole aspetto, la
cascina Misericordia) e proseguendo diritti, dopo aver superato un
ennesimo ponte della tangenziale, si raggiunge un pianoro che rappresenta
l`antico alveo abbandonato del Serio, tagliato ora in due dalla nuova
strada che si collega alla statale per Brescia. Parallelamente alla nuova
“bretella” scorrono due strade (quella a destra è asfaltata) che
permettono il proseguimento: si scorge il lontananza, sulla sinistra, il
campanile della località Cassinone (presepio vivente, la notte di
Natale), e si risale, dopo alcuni chilometri, sul terrazzo fluviale che
rappresentava la ripa del vecchio letto del Serio, arrivando sulla strada
alberata che porta a Malpaga. Bisogna prestare attenzione alle
biforcazioni che precedono l’arrivo sulla strada; sarà importante
tenere la sinistra. D’obbligo
deviare dopo circa 2 Km. a sinistra, per via Colleoni; la strada sterrata
porta al castello-villa di Cavernago, anch'esso appartenuto al Colleoni.
La costruzione, priva di elementi tipici delle fortezze medievali, è
attualmente visitabile solo esternamente. Riportandosi sulla strada verso
Malpaga s'arriva al castello omonimo, (la visita di domenica pomeriggio,
ingresso al ponte levatoio, rimandiamo alla guida le numerose osservazioni
storiche architettoniche). Si riprende la strada per Ghisalba. Qui, da
vedere, i resti dell'antico maniero e la nuova parrocchiale chiamata la
Rotonda per le forme neoclassiche e l'immensa cupola che contraddistingue
il panorama della zona. Dalla piazza principale s'imbocca la strada che
conduce alla ”Francesca”, per riportarsi al ponte sul Serio, punto
d'arrivo e di partenza del nostro itinerario. In
bicicletta 25-30 Km. Per
gli audaci ed appassionati di mountain-bike, suggeriamo l'itinerario che
costeggia il Serio. Il tragitto presenta difficoltà a causa della
tessitura del terreno, costituito da ciottoli, a volte di notevoli
dimensioni, per la necessità di utilizzare alcuni tratti di strada
asfaltata, abbastanza trafficata e per la lunghezza del percorso. Esistono
inoltre alcuni impedimenti dovuti alle nuove costruzioni stradali;
comunque lungo tutto il tracciato sono riconoscibili sentieri o sterrate
che si stringono o si allargano in relazione al passaggio ed al loro
utilizzo. Si possono in ogni modo seguire tratti del precedente itinerario
o limitare il percorso. Si consiglia la partenza dal piazzale del
Santuario della Basella, e si prosegue in direzione di Nord, lasciando
subito la strada (al bivio per Zanica) per continuare dritti per via
Colleoni. Dopo gli ultimi edifici rurali, ci si trova su un dosso
artificiale. Sulla sinistra si osservano le recenti opere idrauliche,
mentre di fronte il fiume e le grandi estensioni dei prati xerofili: i
gerbidi; in lontananza la sagoma del castello di Malpaga. Si procede
utilizzando la sterrata a sinistra (attenzione: in alcuni giorni
dell’anno la zona è interessata dalle esercitazioni militari, pertanto
è consigliabile ritornare sui propri passi continuando per la strada
asfaltata per le Capannelle) e, dopo 2 km., si arriva alle strutture della
cava Capannelle, lasciata sulla sinistra la strana costruzione della
polveriera Fiocchi. I proprietari della cava hanno allestito un passaggio
che permette di attraversare il cantiere (sentiero Capannelle), ma le
difficoltà comunque permangono, in quanto i ciottoli di notevoli
dimensioni rallentano la corsa. Alla sbarra si prosegue seguendo l’ampia
sterrata che porta ad un bivio; si volta a destra e si prosegue per alcuni
metri per riportarsi in vicinanza del fiume. Sono presenti alcuni sentieri
che portano verso Grassobbio, in vicinanza della pista per gli
aeromodelli. Le recenti opere stradali hanno sconvolto il territorio e
pertanto le tracce si possono perdono facilmente, bisogna continuare,
passando alla sinistra del depuratore sfruttando le strade di servizio che
sottopassano la nuova tangenziale; una sterrata permette il proseguimento
verso il ponte dell’autostrada, facilmente sottopassabile. Al di là si
segue un sentiero per alcune centinaia di metri, fino alle strutture in
cemento di un canale. E’ d’obbligo a questo punto risalire sulla
strada asfaltata e, dopo 500m, sottopassato un ennesimo ponte
all’altezza dei cartelli indicatori, si volta a destra per un viottolo
che porta in vicinanze del canile; tenendo la sinistra si prende la via
che conduce alle prime abitazioni di Seriate; si continua per la strada
asfaltata (le proprietà private non consentono la vicinanza al fiume) per
ritrovarsi al ponte del Serio; da li si prosegue per via Decò e Canetta e
ci s’innesta lungo la via Basse prima di giungere sulla statale. Si
percorre lo stesso itinerario consigliato alle auto, fino ai ponti della
tangenziale; a questo punto potete scegliere fra tre itinerari che si
ricongiungono sulla strada per Ghisalba: il primo è quello già descritto
per le automobili, il secondo parte, appena prima della curva del
sovrappasso si prosegue diritti scavalcando il guardrail, per arrivare ai
sottopassi dell’autostrada per collegarsi agli altri itinerari, il terzo
segue un percorso più accidentato che parte dalla deviazione per la
cascina Vertova, prima del sovrappasso. Dopo duecento metri, a sinistra,
una deviazione vi permette di aggirare la cascina e di procedere
costeggiando la recinzione dell’area dell’aeroporto; dopo poco si
riprende una sterrata vicina al fiume. Più avanti si sottopassa il ponte
dell’autostrada; attenzione perché sono presenti numerosi accidenti
morfologici artificiali, generati dalle recenti opere idrauliche e
stradali. Se l’impresa riesce, vi ritrovate, al di là dell’A4 .Più
avanti, dopo il nuovo ponte della tangenziale per Grassobbio, bisogna
individuare, nella risalita, al di là di alcuni cumuli, una sterrata che
permette di procedere di nuovo in vicinanza del fiume per alcuni
chilometri fino alle strutture cementizie della roggia Bordogna che, salvo
imprese non consigliate, conviene risalire fino ad un cancello privato,
comunque oltreppassabile. Continuando sulla strada asfaltata, si arriva a
quella che porta a Ghisalba, punto di ritrovo delle tre proposte. Si
prosegue fino alla cascina Isotta ed all'altezza di alcune saracinesche
gialle dove, da destra, parte una strada con sbarra che riporta al fiume,
consentendo il tranquillo proseguimento seguendo le sterrate per circa 4
Km. fino a Ghisalba. In
vista dei cantieri di lavorazione degli inerti, si può scorgere sulla
destra un capanno da caccia con "laga" annessa e poco più
avanti si stacca una deviazione a sinistra che porta ad un vecchio argine.
Percorrendo quest'ultimo (vegetazione permettendo), si può evitare il
passaggio nel cantiere, sbucando da nuovo sulla strada asfaltata che porta
al ponte del Serio. Superato il ponte a destra, si discende con qualche
difficoltà la scarpata e, tenendo come riferimento il campanile della
Basella, si prosegue verso nord. Le sterrate permettono facilmente il
proseguimento del tragitto per altri 3 Km. fino al dosso artificiale,
descritto inizialmente. Da lì si raggiunge il Santuario della Basella,
ripercorrendo il tragitto fatto all’andata. Il
sentiero dell’Orgnana Non
solo Montagna!. Il CAI di Urgnano ha recentemente riattivato il sentiero
che collega Basella con Urgnano, costeggiando la roggia Urgnana; è uno
dei pochi rimasti, se non addirittura l’ultimo! Il percorso ha inizio
dal cimitero della Basella e costeggia tutta la roggia, fino alla cascina
Peja. Questo sentiero, discretamente arredato con pannelli indicatori,
panchine, cartelli, cestelli, punti sosta e protezioni, permette una
passeggiata di 3 km. nell’ultimo “verde” delle nostre campagne. Percorrere
Ol senter dell’Orgnana è un po' come tornare alle nostre radici, visti
i legami profondi tra il paese e la frazione, per le comuni origini delle
famiglie ... infine una nota sul silenzio. Passeggiando lungo Ol senter de
l’Orgnana si ha la possibilità di scoprire il suono del silenzio, una
musica ben nota agli appassionati di montagna. Nella tranquillità della
si può ascoltare il dolce scorrere dell’acqua della roggia, il rumore
delle foglie cullate dalla brezza ... (da Urgnano Oggi)
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