Itinerario N° 2
da Ghisalba a Romano di L.dia
Scheda
introduttiva Il
secondo itinerario interessa il territorio compreso fra i ponti di
Ghisalba e di Romano. Dal punto di vista storico-architettonico, la zona
custodisce notevoli testimonianze; in particolare, spiccano i centri
storici di Martinengo, Romano e Cologno al Serio. Disseminate ovunque
chiese, chiesette e edifici rurali di un certo interesse. Per la loro
storia vi rimandiamo alle pubblicazioni esistenti. Dal punto di vista
naturalistico, il territorio in questione offre sicuramente motivi
d'interesse. Il fiume si presenta con un letto molto ampio e complesso
ricco di rami e ramelli che isolano innumerevoli banchi alluvionali, sui
quali s'insedia la vegetazione pioniera. Inoltre, alle acque superficiali
s'associano quelle sotterranee, che contribuiscono a migliorarne la qualità. Il
fenomeno dell'affioramento della falda, dovuto alla presenza dei primi
banchi d'argilla, ha permesso l’invenzione dei fontanili. Purtroppo le
sorgenti della zona sono in pratica scomparse; di esse, nella migliore
delle ipotesi, è rimasta parte della vegetazione che caratterizzava la
testa e l'asta. Sopravvissuti alla "strage", il fontanile del
Campino a Cologno, il S. Giovanni a Morengo ed il fontanone di Romano.
Un'altra sorgente, definita di sub-alveo per la vicinanza al fiume, è
presente (e forse non per molto) al confine fra i comuni di Bariano e di
Morengo. Oltre
a questo danno, il territorio ha perso quasi tutta la vegetazione che lo
distingueva ancora qualche decennio fa. Si possono in ogni modo
incontrare, sparse a macchia di leopardo, alcune aree boscate, oltre a
qualche raro filare ed alla residua vegetazione dei fontanili.
Caratteristiche lungo tutto il territorio: zone a saliceto con le
interessanti presenze del salice di ripa, del salice da ceste e di quello
rosso; qualche rara formazione con ontani e pioppi neri. Tra gli arbusti,
qua e là, il biancospino, i viburni e la fusaggine. Rara, ma presente, la
quercia farnia nel territorio di Cologno. Per contro, l'asta fluviale
mostra un autentico campionario di essenze esotiche: oltre
all'onnipresente robinia, si possono facilmente incontrare la buddleia,
l'indaco bastardo, e l’olmo siberiano (un bosco!), che caratterizzano il
panorama della zona. Nascoste fra la vegetazione superiore, alcune
erbacee, reperti archeologici dei vecchi boschi: la rosa di Natale, il
campanellino invernale, il dente di cane ed altre, rilevabili sulla sponda
destra. Inoltre, di recente osservazione alcune orchidee mai segnalate in
pianura, presenti in alcune radure sulla sponda sinistra. Dal
punto di vista faunistico, l'area presenta notevoli interessi grazie
all'ampiezza degli ambiti fluviali non antropizzati. È soprattutto
all'epoca dei passi migratori e nella stagione estiva che si possono fare
gli incontri più interessanti. Sono state censite, infatti, circa 150
specie di uccelli, di cui almeno 40 nidificanti. Poco si conosce sulla
presenza degli altri vertebrati in particolare dei pesci; si sa che nella
zona depositano le uova numerosi cavedani, ma gli scarsi pescatori ci
fanno pensare ad una scadente presenza dell'ittiofauna. Diffuse le rane
verdi, rari gli altri anfibi. Risultano comunque presenti i tritoni
crestati e le salamandre, che trovano ancora alcune nicchie ecologiche
adatte, sempre nel territorio di Cologno, anche se molto rare. Tra i
rettili sono comuni le lucertole, i ramarri ed il biacco; più rara la
biscia d’acqua. Sorprendente il rilevamento della vipera, forse di
provenienza alloctona, mentre, tra i mammiferi, non è difficile
incontrare conigli selvatici, lepri e donnole; presente, ma elusiva e
notturna, la volpe. Purtroppo, insieme alle note positive l'area mostra
evidenti segni di degrado: le arginature artificiali, le ferite di
precedenti escavazioni e soprattutto i cumuli di rifiuti abbandonati
ovunque. L'Ente Parco si è mosso al fine di migliorare la qualità
dell'ambiente; infatti, sono state effettuate piantumazioni lungo tutta
l'asta fluviale, inoltre sono stati eseguiti alcuni interventi di recupero
tra Romano e Martinengo e, per una migliore fruizione, è in fase di
realizzazione una pista ciclabile sulla sponda sinistra. L'Ente ha inoltre
acquisito, al fine di ottenere una salvaguardia totale, parecchi ettari di
territorio ripariale. L'itinerario “asfaltato” può rappresentare una
stimolante meta per visite scolastiche o, più semplicemente,
un'interessante passeggiata in auto; per i più sportivi si può, con
qualche ostacolo, percorrere in mountain-bike l'itinerario che costeggia
il fiume, oppure limitarsi a percorsi più brevi. In
auto o in bus 20-30 Km. circa L'itinerario
parte dal ponte di Ghisalba. Dopo avere superato il Serio (per chi
proviene da Milano) s'imbocca, a destra, la strada che costeggia il fiume. Percorrendola
si possono notare numerosi aspetti legati all'utilizzo del territorio
fluviale. Due piantumazioni: una sperimentale del Consorzio e l’altra
del locale gruppo ecologico; una briglia nell'alveo del fiume di recente
realizzazione, due laghi di cava (il primo nell'attesa di recupero il
secondo adibito a pesca sportiva), gli impianti di lavorazione degli
inerti e bitumi, i muraglioni per le esercitazioni militari (la zona
viene, infatti, chiamata il "tiro") e più avanti il centro
sportivo di Martinengo che è, tra l'altro, una delle più interessanti
aree della zona dal punto di vista botanico. Sottoterra, purtroppo, alcune
discariche di vecchia data. Proseguendo
lungo la strada si arriva, dopo avere attraversato la statale, a
Martinengo, che merita sicuramente una visita per gli edifici che
conserva. Irrispettosi della storia legata a questi monumenti, ci
limitiamo per questioni di spazio a proporre uno sterile elenco: via
Tadino, asse principale, con edifici porticati, il palazzo comunale, il
palazzo Capillata-Colleoni (ora ospedale), la torre e i resti del
castello, la propositurale di S. Agata, le chiese di S. Fermo e S. Michele
e il complesso di S. Chiara (tutte con pregevoli affreschi). Ritornati
sulla statale che porta a Romano possiamo fermarci per una visita al
centro della "Sacra famiglia" (chiostro, campanile, chiesa e
affreschi). Si può
proseguire per Romano o, in alternativa, retrocedere per qualche centinaio
di metri ed imboccare a sinistra la via Milano che, attraverso una strada
per metà sterrata, porta alla medesima meta. La
strada chiamata della Marina riporta il visitatore nel territorio
protetto. Il paesaggio è tipico dell'ambiente agricolo; scarsi sono i
filari alberati e, solo al confine con il territorio di Romano, è
rilevabile una delle aree boscate più estese: si tratta di un bosco di
Olmi (purtroppo non nostrani), nati sulle "rovine" di una
vecchia discarica. Suggeriamo di parcheggiare la macchina per una breve
visita al bosco ed al fiume. Una comoda strada che s'inoltra nel bosco
conduce all'argine del Serio. Tra le presenze faunistiche, nella giusta
stagione, oltre agli uccelli canori sono da segnalare il picchio e
l'upupa, mentre nei vicini incolti nidifica la pavoncella (non a caso
scelta come simbolo del Parco). Interessanti sono inoltre le presenze di
altri uccelli tipici dell'ambiente fluviale: beccaccini, piro-piro, aironi
ecc. in particolare durante i passi. Riprendendo la strada per Romano,
prima dell'arrivo nel centro abitato, sono da segnalare numerosi edifici
rurali fra i quali la cascina Cappuccini. In prossimità del centro
abitato sulla destra è visibile il fontanone. Romano
custodisce pregevoli monumenti tra i quali
la Rocca viscontea, il palazzo della Comunità XIV sec., i portici
della Misericordia, la chiesa parrocchiale con l'attigua chiesa di S.
Defendente, ricche di interessanti opere d'arte. Degni di nota il vecchio
cimitero e il Santuario della Fontana. Tra i personaggi illustri va
ricordato il tenore G. B. Rubini; per gli appassionati si consiglia la
visita del museo che raccoglie i cimeli dell'artista. Prima
di lasciare Romano, consigliamo un breve itinerario nell'area protetta.
Riprendendo la strada per Bergamo, dopo il sottopassaggio, s'imbocca la
via Alighieri (seconda a sinistra) e, dopo qualche centinaio di metri si
deve seguire la strada che porta alle cascine (quarta a destra); tenendo
la sinistra si segue la strada che, zigzagando nei campi, porta alla
chiesetta di S. Rocco, legata alle storiche pestilenze. Proseguendo lungo
la sterrata, oltrepassati gli altissimi pioppi, s’intravede, sulla
destra, il letto fluviale, mentre sulla sinistra i resti di quello che
rimane dell'antica foresta Romanese. Per chi vuole dirigersi al fiume, un
sentiero in mezzo ai campi, di fronte ad edificio rosso, conduce al Serio.
Proseguendo attraverso lembi vegetativi, si arriva all’ex colonia
fluviale Igea, ormai in triste abbandono e nell'attesa di un recupero. Si
può proseguire verso gli impianti di lavorazione della ghiaia per
concludere il giro al ponte sul Serio. Riguadagnata
la strada che conduce a Bariano si osserva, prima dell'arrivo al centro
abitato il convento dei Néveri, anch'esso in spiacevole abbandono. Al
bivio si gira a destra, verso Morengo. Sono da segnalare nella zona
peri-fluviale (via Donizetti) diverse cascine di un certo intesse, tra le
quali la cascina Corsa e la cascina Seriana, tutte raggiungibili
attraverso strade sterrate. Interessante, dal punto di vista
naturalistico, è il tratto compreso fra le due cascine appena citate ed
il fiume; esso è caratterizzato dalla presenza di una sorgente e da un
bosco ripariale con salici e vecchi pioppi (si consiglia la visita di
tutta l'area proseguendo a piedi dopo la cascina Corsa, verso il fiume). Morengo
non presenta particolari interessi monumentali, ma è da ricordare la
borgata del Carpineto ubicata sulla riva del Serio ed ora cancellata dalle
ruspe. Di questa rimane solo a ricordo una piccola cappella, raggiungibile
attraverso la strada sterrata che parte dal cimitero (nelle vicinanze è
riconoscibile il fontanile di S. Giovanni). L'itinerario
continua verso Cologno. Il centro storico di quest’ultimo conserva quasi
integralmente l’impianto urbanistico medievale, con il fossato e quattro
porte con i relativi ponti; purtroppo le trasformazioni recenti hanno
alterato il nucleo centrale. Prendendo per via Locatelli, si può
raggiungere la località Fornasette, antico borgo con la chiesetta di S.
Anna e edifici rurali. Nelle vicinanze la chiesetta del Campino con
l'omonimo fontanile, l'ultimo ancora attivo della zona (conviene chiedere
informazioni per raggiungerlo) Attenzione! rispettate i divieti di
transito. In
bicicletta 20-25 Km. Con
la bicicletta proponiamo un itinerario lungo il fiume che, tralasciando i
centri storici, sfrutta vecchie strade sterrate non più utilizzate.
Esistono comunque alcuni ostacoli: la ferrovia, un canale scolmatore e la
mancanza di continuità, in alcuni tratti, fra i passaggi della sponda
destra. Si
parte dal ponte di Ghisalba seguendo lo stesso itinerario proposto per le
auto. Prima degli impianti di lavorazione della ghiaia, un ampio spazio
permette il parcheggio dell’auto, in caso di trasporto della bici. Da lì,
si stacca una strada sterrata, riconoscibile dalla presenza di una sbarra
e di cumuli di rifiuti; questa sfruttando gli argini, permette con qualche
difficoltà di costeggiare il fiume per 3 Km.. Si oltrepassano gli
impianti sulla sinistra, attraversando una zona caratterizzata dalla
presenza dei salici. Il fiume mostra un ampio letto; non è difficile,
nella giusta stagione, rilevare numerose specie di uccelli tipici delle
aree fluviali. Le recenti opere di regimazione caratterizzano il tratto
successivo, mentre le erosioni naturali più avanti interrompono a tratti
la sterrata, preannunciando nuovi disastrosi interventi di arginatura. La
strada continua alta rispetto al fiume offrendo il caratteristico panorama
del Serio bergamasco; sulla sinistra, nei numerosi incolti, è possibile
avvistare, nella primavera la Pavoncella. Più avanti, s’incontra il
bosco di Olmi siberiani, descritti nel precedente itinerario. La strada
sparisce e si prosegue utilizzando alcuni sentieri paralleli al fiume,
fino ad un boschetto di robinie; sulla sinistra, si possono riconoscere le
recenti piantuamazioni ed aree interessate dagli interventi di
riqualificazione ambientale. Dopo 7 Km. si raggiunge un deposito di
ghiaia; un bivio permette, a sinistra, la visita della colonia fluviale e
della chiesa di S. Rocco descritti nel precedente itinerario dopo avere svoltato a sinistra si vede la colonia, più avanti una nuova
deviazione a sinistra porta dopo poche centinaia di metri ad un boschetto
e successivamente, dopo gli alti pioppi si arriva alla chiesetta di S.
Rocco. Costeggiando
gli impianti di lavorazione degli inerti, si arriva al laghetto di Nettuno
(sulla sinistra) e, poco più avanti, al ponte di Romano. Si
risale sulla strada asfaltata proseguendo verso Bariano. La strada è
trafficata, ma la deviazione è necessaria in quanto la ferrovia blocca il
passaggio lungo il fiume, nell’attesa del recupero di un sottopasso ora
impraticabile. Giunti al bivio proseguire verso Morengo e, dopo aver
superato il passaggio a livello, si prende a destra la via Donizetti che
porta alla cascina Corsa. Da
qui si può continuare, verso il fiume incontrando la zona a saliceto
descritta nel precedente itinerario. In quest’area esistono diversi
sentieri, bisogna armarsi di pazienza e procedere verso nord, seguendo il
corso d’acqua generato dalla vicina sorgente. A questo punto, si deve
evitare la discesa della scarpata e mantenersi alti, seguendo le piste dei
trattori a ridosso delle coltivazioni; si procede verso la cascina Seriana
dall’interessante edificio rurale, si può continuare scegliendo fra due
itinerari. Il primo gira a sinistra dell’edificio rurale, procedendo
verso il centro abitato di Morengo, in direzione del cimitero. Sul
percorso ci s’imbatte nel ponte sull’asta del vicino fontanile S.
Giovanni. Giunti di fronte all’ingresso del cimitero, si procede lungo
il viale di sempreverdi che porta alla chiesetta del Carpineto, punto di
ritrovo con il secondo itinerario. Si attraversano le estese coltivazioni
dell'azienda "la Pellegrina" che hanno mutato l’aspetto del
territorio; qualcuno si ricorda ancora del famoso “bosco Morengo”,
invece indegno di ricordi la fogna-scolmatore che si incontra lungo il
tragitto. L’altro itinerario, mantenendosi sempre alto sulla scarpata,
sfrutta la sterrata che parte dalla cascina Seriana in direzione del
fiume. Seguendo la cartografia, si possono evitare giri viziosi; una
sbarra servirà da riferimento. Seguendo
la sterrata, si ritorna in prossimità del fiume e dopo 500 metri si
incontra la foce dello scolmatore; un sentiero permette di risalire lo
sconcio corso d’acqua giungendo ad un ponte, a destra percorrendo il
viale proveniente dal cimitero, si arriva alla chiesetta del Carpineto (un
fragile ponte sul canale permette di evitare l’aggiramento del canale).
I due percorsi proposti permettono di evitare il passaggio nella zona
umida sotto alla scarpata; tale area è di estremo interesse
naturalistico, ma il suo attraversamento vi obbligherebbe a guadare la
sorgente di sub-alveo (pedibus in
aqua). Dalla
chiesetta del Carpineto si continua lungo la sterrata che lambisce
un’interessante zona alberata; una nuova sbarra segna la fine della
strada e l’inizio di alcuni sentieri che permettono, con qualche
ostacolo, di continuare costeggiando il fiume. Un ampio spazio, più
avanti, segna l’inizio di una strada; al bivio, a sinistra si prosegue
verso Cologno, mentre dritti dopo un’ulteriore sbarra si può proseguire
negli impianti di cava, ora abbandonati. Da lì, un’ampia carrozzabile
vi permette il proseguimento per altri 3 Km. verso la località Fornasette
e, successivamente, al punto di partenza. Le
strade campestri di Cologno Il
territorio di Cologno, compreso tra il centro abitato ed il fiume, offre
una fitta rete di strade di campagna che, nonostante i disboscamenti e le
alterazioni morfologiche degli ultimi anni, offre agli amanti della natura
una piacevole e comoda passeggiata in bici, alla scoperta di territorio
che fino a pochi anni fa era fra i più interessanti dell’area protetta.
Basti pensare che erano presenti, in un passato non molto remoto una
decina di fontanili alternati ad ampie aree boscate, filari e siepi. Di
tutto questo rimangono evidenti solo le tracce: le piccole erbacee dei
boschi, alcuni arbusti, qualche quercia ed il fontanile del Campino. Fra
le innumerevoli possibilità itineranti, suggeriamo il percorso di10 Km.
che parte dalla Porta Crema (Porta Cassatica).Si prende appunto per via
Crema ed alla chiesetta si gira a sinistra proseguendo per via Maj e poi
per via Pellico. Dopo circa 2 Km. la strada diventa sterrata e si incontra
un incrocio, si gira a sinistra per la cascina Molino; incontrando una
piccola chiesa. Si
può continuare comunque dritti (2 Km. per l’andata ed il ritorno) verso
il Serio, osservando il lago di cava (“Lauro”) che, nella attesa di un
ripristino ambientale, offre comunque rilevamenti faunistici molto
interessanti (anatidi aironi ed altri animali). Più avanti un vivaio del
Consorzio; a destra la Cascina Isolana che segna il confine del Parco ed
alla fine della strada, che si collega con il percorso N°2, il Serio. Si
prosegue attraverso filari e siepi d'elevato valore naturalistico, al
successivo bivio si tiene la destra (a sinistra la cascina Molino) ed alla
seguente biforcazione la sinistra, incontrando ed attraversando l’asta
fluviale (roggia campana) che proviene dal fontanile del Campino. Si
prosegue fino ad un successivo bivio; a sinistra si può procedere per il
Fontanile. Alla
cascina Trapletti si prende a destra e la strada vi porta alla chiesetta
del Campino poco discosto nella vegetazione il fontanile omonimo, nella
zona altre zone boscate di elevato valore naturalistico, ma non ricadenti
all’area protetta. Proseguendo a destra si scavalca di nuovo la roggia Campana e si prende a sinistra, dopo alcuni edifici rurali, per via Livelli (maneggio).Continuando dritti tenendo la destra si arriva dopo 1 Km. alla località Fornazette, con interessanti edifici rurali e la chiesetta di S. Anna. Alla biforcazione si prende a sinistra e si ritorna a Cologno. Lungo il tragitto si osservano le tracce vistose di altri due fontanili (fornazetta, marina) e le architetture degli edifici della località Palazzo, interessante per la corte e chiesetta.
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