Itinerari - INTRODUZIONE -

      Suggerire itinerari lungo il Serio di pianura può diventare un'impresa piuttosto scomoda, in quanto il nostro territorio è ancora un testimone reale della rottura dell'equilibrio tra uomo ed ambiente. Ma se per proteggere bisogna conoscere, allora diventa importante riscoprire quello che per molti anni abbiamo dimenticato: il nostro fiume, i suoi ambiti, la sua e la nostra storia. Un'occasione indispensabile per una presa di coscienza di quei valori e dei problemi necessari per ristabilire l'equilibrio con la natura.

Il nostro territorio, nonostante le ingiurie che ha subito, è ancora in grado di offrire spettacoli entusiasmanti e molte emozioni a chi vuole conoscere i suoi gioielli nascosti.

Vogliamo conoscerli!

 

Questa pubblicazione ha, infatti, come obiettivo di “far conoscere” il Parco nei minimi particolari, accompagnandovi lungo le rive del fiume ed i suoi ambiti, per farvi scoprire gli aspetti naturali e non, che caratterizzano la nostra area protetta.

Il nostro Parco, con i suoi 54 chilometri di sviluppo fluviale, offre, agli amanti della bicicletta e del verde, una naturale serie di itinerari.

Sfruttando ora le strade campestri, ora le vecchie piste o i sentieri di consolidato utilizzo, è possibile, con qualche difficoltà, completare il giro del fiume, senza dimenticare le testimonianze storiche e religiose presenti su tutto il territorio: i castelli del tratto settentrionale, i centri storici di Martinengo, Romano e Crema, le ville del tratto meridionale e gli innumerevoli Segni del Sacro disseminati ovunque.

Per comodità abbiamo diviso il tratto fluviale in sei percorsi che, utilizzando i ponti come riferimento, permettono dei giri ad anello di modeste lunghezze. Sono inoltre proposti due itinerari in auto, ideali per una visita scolastica o per una gita domenicale; inoltre suggeriamo un percorso in bici nella valle del Serio morto di Madignano.

Leggendo le nostre proposte si possono individuare, itinerari a piedi rivolti alla scoperta di un particolare sito: la palata del Menasciutto (partendo da Ricengo o da Pianengo), il bosco del Tanganì, i percorsi di Mozzanica e tanti altri ...

Il primo itinerario è compreso fra i ponti di Seriate (campo sportivo) e di Ghisalba (strada Francesca); risulta probabilmente il più difficile, in quanto presenta, per chi vuole percorrerlo in bicicletta, sia tratti di strada asfaltata con un discreto traffico, sia tratti naturali accidentati. Inoltre i 30 Km. di sviluppo lo rendono consigliabile ai più preparati; si possono comunque individuare tratti di più modesto chilometraggio. Il percorso mostra interessi architettonici e naturalistici ma è il degrado a farla da padrone. Il secondo itinerario si sviluppa dal ponte della Francesca a quello che congiunge Romano con Bariano, per un percorso di circa 17 Km.; ed è un tratto interessante dal punto naturalistico. L’ampio letto del fiume fa da soggetto principale; qua e là compaiono i primi interventi di recupero delle zone degradate. Sulla sponda sinistra il tragitto è abbastanza facile; inoltre è pronto il progetto per una pista ciclabile attrezzata. Su quella destra esistono attualmente grossi impedimenti: la presenza di un canale scolmatore e della ferrovia che comportano, per i meno arditi, alcune deviazioni; sono in progetto anche su questa sponda altre piste ciclabili. Il terzo percorso si estende fra Romano e Mozzanica, ed è sicuramente il più facile fra quelli del tratto settentrionale. I suoi 12 Km. lo rendono ideale per una scampagnata con i bambini. Il quarto itinerario interessa il territorio compreso fra il ponte della Statale 11 (Mozzanica) e quello di Sergnano; si passa nel tratto Cremasco. Il fiume di colpo cambia aspetto e il grande letto del nord si assottiglia sempre più assumendo l’andamento tipico dei fiumi planiziali. La presenza aggressiva delle coltivazioni, delle opere idrauliche e delle regimazioni impediscono, in alcuni tratti, il costeggiamento del fiume, costringendo i visitatori a deviare sulle strade asfaltate. Il percorso di 18 Km. segue la cosiddetta “via del latte”, in quanto i sentieri erano utilizzati per la raccolta nelle cascine del latte da conferire alle industrie casearie, effettuata con le “carriage” a traino animale. La provinciale Pandino - Soncino è il punto estremo del quinto itinerario che si estende fino ai confini di Crema. I 17 Km. di percorso inglobano la riserva del Parco: la Palata del Menasciutto. Il sesto itinerario conclude le nostre proposte nel territorio protetto; la circonvallazione cremasca, a Nord, ed il paese di Montodine, a Sud, fanno da confini al percorso. La morfologia rappresenta l’interesse principale del percorso che è, infatti, caratterizzato dalla presenza delle scarpate che provano le forze dei pellegrini della bici, costringendoli a continuo su e giù. E’ in progetto sul tratto del Marzale una pista ciclabile.

E’ proposto inoltre un itinerario, ad integrazione del precedente, al limite dei confini del Parco che si snoda nella cosiddetta valle del Serio Morto toccando i paesi di Ripalta Arpina e Madignano.

La descrizione di ogni itinerario è preceduta da una scheda introduttiva che presenta in sintesi le particolarità degli ambienti visitati sia naturalistiche, sia architettoniche.

Per ovvie questioni non saranno elencate tutte le specie presenti, ma ci limiteremo a menzionare quelle più caratteristiche.

Non esistono attualmente norme che regolano l’attività cicloamatoriale nel Parco, e si intuisce che non c’è ne sarà bisogno conoscendo il popolo dei pedalatori verdi; basta applicare il buon senso e le elementari regole di educazione. Si sottolinea comunque il rispetto della flora e fauna, in particolare delle specie botaniche protette; il divieto ovvio dell’abbandono dei rifiuti, l’utilizzo dei soli sentieri segnati, soprattutto nella riserva della Palata del Menasciutto. Infine si deve tenere presente che in molti casi si attraversano proprietà private e, anche se il Consorzio si sta adoperando per richiedere le opportune autorizzazioni, è buona cosa rispettare le attività nei campi, evitando la sosta e l’attraversamento delle zone dedicate ai cantieri di cava e lavorazione inerti; particolare attenzione durante il periodo di caccia, soprattutto nelle riserve venatorie del Marzale e di Sergnano.

A tale proposito le Amministrazioni si stanno confrontando per studiare le opportune soluzioni per il passaggio di queste zone.

Gli itinerari sono stati frutto di meticolose ricerche durate diversi anni da parte delle Guardie Volontarie, ma bisogna considerare che il fiume e l’uomo non si fermano e pertanto è possibile imbattersi in alcune modifiche dei percorsi a causa di erosioni fluviali, arginature, nuove coltivazioni o particolari divieti.

Per quanto riguarda la segnaletica, attualmente non sono posti cartelli direzionali anche se l’operazione è prevista a breve data, pertanto i visitatori dovranno utilizzare la cartografia allegata.

E’ comunque difficile perdersi, in quanto il fiume offre un valido punto di riferimento; inoltre i percorsi scorrono in vicinanza della viabilità ordinaria. Si consiglia in ogni modo di leggere attentamente le descrizioni.

Per ulteriori informazioni e segnalazioni è consigliabile rivolgersi agli uffici del Parco e del Servizio Volontario di Vigilanza.