INSEGUENDO ANATRE SELVATICHE

 

Risposta A ad Aristarco Ammazzacaffè

 

16 marzo 2002

 

Caro Aristarco,

non sapevo che il tuo sport preferito fosse quello di inseguire i testi “alati come anatre selvatiche” oppure di sprecare il tuo tempo (immagino prezioso, visto il tuo rilevante ruolo pubblico) nel digitare ben 4.287 caratteri per contrastare le tesi “dense come acqua corrente” di un anonimo cronista. Permettimi di dirti che balza subito agli occhi la sproporzione, come se un cardinale custode dell’ortodossia se la prendesse con un semplice curato di campagna!

Sarebbe stato francamente meglio che anche tu ti fossi dedicato a difendere la dignità calpestata e gli interessi legittimi non riconosciuti della categoria a cui tu stesso appartieni. Invece nel marzo 2001 eri tra quelli che esprimevano “soddisfazione” per un ipotesi di contratto francamente umiliante e nel maggio 2001 eri tra gli “strateghi” che volevano imporci un contratto “dimezzato” (non so come definire altrimenti il conseguimento di aumenti retributivi, che si sarebbe determinato allora, pari al 44% del differenziale con il trattamento economico minimo delle altre dirigenze pubbliche). Invece nel giugno 2001 eri tra quelli che applaudivano Panini, appena un gradino sopra di te, quando voleva farci “battere il passo”. A proposito, non cambiare le carte in tavola: questa espressione l’ha usata proprio il tuo segretario in occasione di una famosa conferenza stampa a Roma in data 7 giugno 2001, alla cui trascrizione ti rimando se vuoi rinfrescarti la memoria.

I tuoi maldestri artifici dialettici e retorici non cambiano le carte in tavola nemmeno per quanto riguarda il comportamento che l’ANDIS ha mantenuto durante tutte le trattative contrattuali: priva di autonomia, appiattita sulle scelte della Cgil, connivente come questa alla fine di marzo 2001 con il voltafaccia del passato Governo, alleata oggettivamente con chi puntava al ribasso e ostile verso l’unico sindacato, costituito esclusivamente da dirigenti, che rivendicava con coerenza e con fermezza il completo allineamento con le altre dirigenze pubbliche. Questo, purtroppo, è stato l’esito dell’interconnessione funzionale che “lega” l’ANDIS con i sindacati confederali: la divisione interna alla categoria, l’indebolimento dello schieramento sindacale che voleva davvero l’equiparazione retributiva, comportamenti autolesionistici del remare contro, l’accettazione poco dignitosa di una sconfitta certa senza combattere.

Di fronte a tutto ciò posso sorridere della tua insistenza nel definirmi “polemista wagneriano”?

Che tu ci creda o no, posso assicurarti che nell’ipotesi di un rovesciamento delle parti – che tuttavia appare assurdo, visto come sono andate le cose – avrei espresso le stesse critiche nei confronti dell’ANP, nel momento in cui avessi eventualmente verificato nei fatti da parte di quel sindacato il tradimento delle istanze e degli interessi fondamentali della categoria.

I fatti, caro Aristarco, sono rilevanti e non si possono trascurare. Questo sito è aperto a tutti, soprattutto a coloro che hanno il tempo e la voglia, come ho fatto io, di andare a rileggere gli oltre 700 documenti che compongono il suo archivio completo e pluralistico alla ricerca dei fatti. Una volta accertati i fatti nella loro nuda oggettività possiamo anche sfrenarci nelle opinioni variabili e multiformi.

 

Paolo Quintavalla

 

Post scriptum: Anche questa vicenda mi conferma nella mia convinzione che ogni sindacato ha i sindacalisti che si merita. Purtroppo è anche vero – e la questione è ancora aperta – che la categoria dei dirigenti scolastici di essere rappresentata da certi sindacalisti che ne tradiscono le istanze proprio non lo merita.

Quanto alla proposta di promozione ti ringrazio per la lusinga. Ma tranquillizzati, torno ai miei studi. La stupidità in giro durante le fasi contrattuali, per i miei gusti, è stata troppa e stucchevole.