IL TRADIMENTO DELLE ISTANZE

DELLA CATEGORIA

 

DURO ATTACCO DELLA CGIL  AGLI INTERESSI DEI DIRIGENTI DELLE SCUOLE

 

Editoriale n. 26 del 9 giugno 2001

 

di Paolo Quintavalla

 

 

Non lasciamoci distrarre, cari colleghi, dalla calma apparente che ha circondato le vicende contrattuali in questo ultimo mese. Da certe parti sindacali, che pure continuano a sostenere di rappresentare gli interessi della categoria, giungono, invece, segnali evidenti di una volontà pervicace di tradirli gravemente nella sostanza.

A pag. 8 del “Sole 24 ore” di ieri al termine di un breve articolo “Scuola, sullo stop alla riforma il fronte sindacale si spacca”, il segretario nazionale della Cgil Scuola Panini, intervistato da Marco Ludovico, minaccia: “I docenti hanno accettato, provvisoriamente, incrementi contenuti. Se con i presidi il nuovo Esecutivo sarà di manica larga, dovrà esserlo anche con gli insegnanti e con tutto il resto del personale. Diversamente, daremo battaglia senza tregua.

Vorremmo obiettare all’illustre collega che il Governo non deve essere né di manica larga né di manica stretta ma riconoscere la giusta retribuzione a parità di funzione esercitata. Non ha, quindi, alcun senso comparare le retribuzioni dei dirigenti con quella delle altre categorie dei dipendenti. Ed è insensata la logica che sta sotto questa argomentazione: alla bassa retribuzione dei docenti deve corrispondere la bassa retribuzione dei dirigenti… altrimenti ci arrabbiamo!

Forse il segretario della Cgil scuola non ha capito che, intanto, i docenti in questi anni non hanno cambiato funzione, nonostante i maggiori impegni derivanti dall’Autonomia. Mentre i Direttori SGA, per fare un esempio, dal settembre 2001 hanno cambiato funzione sul piano giuridico e sono transitati nel ruolo del personale direttivo amministrativo con conseguenti responsabilità dirette nella gestione del personale ATA e del bilancio di Istituto senza che questo passaggio abbia comportato un aumento retributivo adeguato e significativo (grazie anche a quelle “tutele” dei sindacati confederali che ora, non a caso, essi stanno rifiutando in massa ). Forse lo stesso segretario non ha ben capito ancora che i presidi e i direttori didattici, prima appartenenti al personale direttivo, dal settembre 2000 sono diventati dirigenti scolastici a tutti gli effetti sul piano giuridico. Questo significa che hanno assunto tutte le responsabilità al 100% e che esercitano, di fatto, quasi tutte le funzioni che prima erano svolte dagli ex Provveditori. La contraddizione è che ora sono pari grado con queste figure dirigenziali e con quella degli Ispettori MPI (che tra l’altro non dirigono nulla!) ma subiscono l’ingiustizia di uno scarto retributivo di oltre 25 milioni annui, anche dopo gli aumenti contrattuali proposti.

Forse non ha ben capito che sono equiparati ai datori di lavoro, responsabili di risultato, valutati da nuclei esterni, licenziabili, nominati su sede temporanea, trasferibili come tutti gli altri dirigenti …. ma con una retribuzione da serie C rispetto agli altri colleghi del pubblico impiego (non dico del settore privato)! E non parliamo, poi, della comparazione con le retribuzioni dei Capi di Istituto europei… comparazione che pure viene fatta valere – giustamente - al livello dei docenti!

E’ questa condizione da dirigenti di serie C , in sostanza, che vorrebbe imporre all’intera categoria il collega D.S. Enrico Panini, a nome della Cgil Scuola, contro l’interesse di tutti, con la sua reiterata richiesta di firma incondizionata e immediata del contratto alle vecchie condizioni, cioè quelle precedenti le elezioni politiche che ci assegnerebbero il 44% del differenziale necessario per conseguire l’allineamento retributivo.

Mi sono procurato, per scrupolo, la registrazione del suo intervento del 7 giugno durante la conferenza stampa a Roma convocata per dichiarare l’opposizione della Cgil alla sospensione e al rinvio del riordino dei cicli. Poiché si è parlato incidentalmente anche del Contratto dei DD.SS. trascrivo i passaggi più attinenti e significativi per l’ovvio carattere didascalico che rivestono, con la speranza che i colleghi meditino sulle gravi implicazioni che comportano.

Secondo il segretario della Cgil Scuola una delle priorità è riferita al personale della scuola e, quindi, giustamente esordisce,: “Nei mesi scorsi abbiamo sottoscritto a Palazzo Chigi un’intesa che sostanzialmente fa carico al prossimo contratto 2002/2005 l’obiettivo della piena equiparazione sul versante retributivo degli insegnanti italiani con gli altri insegnanti europei. Si tratta di un obiettivo che non può essere rinviato…” Peccato, ci sarebbe da aggiungere, che non riconosca e trasferisca lo stesso principio dell’aggancio europeo anche ai dirigenti scolastici! Per noi DD.SS. può essere tranquillamente rinviato… è vero? Anzi, si può anche sorvolare su questo “piccolo” particolare e, per fare prima, non si cita, non se ne parla nemmeno!

Per quanto riguarda il resto, invece: “Dobbiamo concludere con urgenza il contratto dei DD.SS. Oltre 10.000 persone appese ad un contratto che comporterà un aumento medio intorno a 17 milioni lordi all’anno che ancora non vedono la possibilità di sottoscrivere un rinnovo aperto da mesi”.

Rispondendo successivamente alle domande dei giornalisti sulla questione dei dirigenti sostiene: “Nei prossimi giorni si convoca il Comitato centrale dello SNALS che si è preso tutto il tempo sufficiente e necessario per riflettere all’interno degli organismi dirigenti (…) Le questioni sono chiare: le risorse a disposizione consentono aumenti lordi che vanno dai 15 ai 20 milioni annui, sapendo che stiamo parlando di un contratto che dura 16 mesi, buona parte dei quali già passati (…) A questo punto l’ARAN deve convocare le OO.SS. Ognuno si assuma le sue responsabilità! Noi siamo perché questo contratto venga chiuso immediatamente! Però, attenzione perché se lo strumento che eventualmente qualcheduno intende utilizzare è una legge chiamata di aggiustamento del bilancio, forzando le normative sulla contabilità pubblica (…) se con questo strumento si intendono trovare risorse in più per questo contratto si sappia che si apre una strada che si apre con questo rinnovo ma che si conclude con tutti gli altri. Perché il contratto della scuola si è concluso chiedendo a 800.000 docenti di battere il passo aspettando nel 2002 il completamento del passaggio europeo. Il contratto della scuola si è concluso chiedendo a 10.000 segretari di battere il passo aspettando nel prossimo quadriennio il completamento.

Ora noi in Europa ci dobbiamo andare con carte chiare e  con regole che valgono per tutti. Se si intendono cambiare le regole si sappia che si cambiano per tutti.”

Come avvertimento, non c’è male. Come lo vogliamo chiamare? Di stampo…. Non mi viene, proprio, la parola. Ognuno, comunque, aggiunga l’aggettivo che desidera.

Il senso complessivo del messaggio è chiaro: hanno “battuto il passo” (per “merito” della Cgil, beninteso!) i docenti e i direttori SGA, …. ergo, devono “battere il passo” anche i dirigenti scolastici. Come esplicito autoriconoscimento del ruolo di un sindacato che afferma di sostenere, insieme, gli interessi dei docenti, degli ATA e dei dirigenti si tratta di un capolavoro. Riconosce, infatti, che ha tutelato gli interessi di tutti… ma al ribasso! Questo sindacato è riuscito – per manifesta ammissione -  a imporre a docenti e direttori di “battere il passo” e ora pretende di imporlo anche ai dirigenti (forte, in questo caso, di una rappresentanza della categoria che non raggiunge il 15%!). E se il nuovo Governo oserà riconoscere – come si sono impegnati solennemente a fare prima delle elezioni i rappresentanti dei dipartimenti Istruzione dei partiti della maggioranza - ciò che semplicemente spetta ai DD.SS. la minaccia è chiara: si scatenerà l’ira dei docenti e si aprirà la spirale delle rivendicazioni salariali.

Se si trattasse solo di un problema personale la cosa meriterebbe poco rilievo. Andrebbe semplicemente ascritta alla psicopatologia delle relazioni e delle rivendicazioni sindacali, Ma, purtroppo, qui sono in gioco e sono gravemente minacciati gli interessi fondamentali di una intera categoria.

Qui siamo di fronte ad un sindacato che non solo è stato connivente con la svolta di Palazzo Vidoni del 28 marzo scorso, quando l’ex Governo, con un clamoroso voltafaccia, violò gli accordi sottoscritti con l’Atto di indirizzo del 22 dicembre 2000.

Qui siamo di fronte ad un sindacato che non solo ha cercato in tutti i modi di chiudere al ribasso il nostro contratto, minacciando addirittura verso la fine di aprile uno sciopero contro un altro sindacato per costringerlo alla firma.

Qui siamo di fronte ad un sindacato che, sconvolto da una evidente fase di elaborazione del lutto conseguente all’esito delle elezioni, reitera per una specie di riflesso condizionato la richiesta di firma immediata del contratto, come se il nuovo quadro politico non avesse alcuna rilevanza.

I dirigenti scolastici hanno ben chiaro quali siano i loro interessi fondamentali e non intendono svenderli, anzi li difenderanno contro ogni attacco da qualsiasi parte provenga. Essi ritengono la “firma immediata” un tradimento delle legittime istanze della categoria. Avrebbero preferito che l’ex Governo, in coerenza con le esplicite affermazioni del primo atto di indirizzo, avesse mantenuto la parola. Ma ciò non è avvenuto. Attendono, quindi, un terzo atto di indirizzo che finalmente recepisca e riconosca il loro obiettivo fondamentale: l’allineamento retributivo con le altre dirigenze pubbliche italiane. Questo obiettivo è legittimo e coerente sia con il profilo normativo pienamente dirigenziale già assunto e in via di assunzione sia con il fatto che le funzioni e le responsabilità proprie dei dirigenti sono già ora di fatto tutte esercitate. E questo allineamento con i parametri italiani va conseguito in questo primo contratto perché nel secondo andrà perseguito l’allineamento con le retribuzioni dei dirigenti scolatici europei. Oppure lo schema – che pure è giusto - secondo il segretario della Cgil scuola vale solo per i docenti?

Qui siamo di fronte ad un sindacato che continua a non dire nulla sullo scarto retributivo rispetto ai dirigenti pubblici italiani e sul fatto incontestabile e scandaloso che mancano ancora 18 milioni annui lordi per colmarlo.

Durante la stessa conferenza stampa il segretario nazionale confederale Cofferati, a margine di riflessioni sulla sospensione del riordino dei cicli, cita il contratto dei DD.SS. Fra gli aspetti negativi annovera: “ Nello schieramento di centrodestra che governerà il Paese vivono gli orientamenti più diversi. Prima delle elezioni i responsabili della Pubblica Istruzione dei partiti della Casa delle Libertà hanno risposto ad una lettera che era stata loro inviata, come all’altro schieramento, dall’Associazione Nazionale Presidi (…) facendo promesse mirabolanti.” Bella considerazione del tentativo legittimo e trasparente di un altro sindacato di conseguire miglioramenti retributivi per l’intera categoria!

Legge testualmente l’ultimo capoverso della lettera dei parlamentari: “Questo impegno noi assumiamo formalmente fin d'ora tra quelli da onorare nei primi cento giorni della legislatura, prevedendo gli stanziamenti aggiuntivi con la prossima legge di aggiustamento del bilancio, nella misura indicata nella Sua lettera” E aggiunge: “Queste promesse sono ovviamente risorse da destinare ai Presidi. Proseguendo su questa strada…” conferma che “l’azione di contrasto sarà la più determinata del caso”, come aveva espresso poco prima.

Vorremmo ricordare all’illustre interlocutore che le “promesse mirabolanti” coincidono con la quantificazione del principio dell’allineamento retributivo, quello stesso principio che il Governo di centrosinistra aveva messo nero su bianco nell’atto di indirizzo del dicembre scorso, salvo poi rimangiarsi la parola.

Vorremmo ricordare che queste promesse non hanno proprio nulla di “mirabolante” se è vero che consentono di conseguire l’aggancio al minimo delle retribuzioni dei dirigenti delle scuole con le retribuzioni degli altri dirigenti pubblici.

Qui siamo di fronte, invece, ad un sindacato che ha smarrito le ragioni della rappresentanza degli interessi della categoria dei DD.SS, che è sicuramente  libero di comportarsi in modo autolesionistico ma che va oltre ogni limite, minacciando di ledere gravemente gli interessi essenziali della categoria.

Se dovessi usare una metafora sportiva questi comportamenti richiamerebbero alla mente quelli di calciatori impazziti che invece di dirigersi verso la porta avversaria tornano indietro cercando di fare goal nella propria.

Se dovessi usare una metafora venatoria, invece, questi comportamenti richiamerebbero alla mente quelli di cacciatori che,  invece di mirare alla preda, prendono a fucilate gli altri cacciatori.

Penso, con amarezza, ai tanti colleghi iscritti a quel sindacato che conosco, che mugugnano nei corridoi durante gli incontri collettivi o si chiudono in un imbarazzato silenzio sugli sviluppi del contratto propugnati contro i loro stessi interessi da chi dovrebbe, invece, patrocinarli. Se si affermasse la prospettiva della “firma immediata” e avesse successo “l’azione di contrasto” minacciata penso a questo bel paradosso: questi colleghi pagherebbero una quota superiore a 300.000 lire annue di trattenute sindacali per conseguire, per opera del loro stesso sindacato, circa 8 milioni annui netti in meno rispetto a quanto dovuto! Non solo, ma imporrebbero questa sconfitta e questa sciagura a tutta la categoria!