LO SPONSOR DI ARISTARCO
Nuga n. 48 del 2 dicembre 2001
di Paolo Quintavalla
Dopo il 28
marzo non ha perso occasione per predicare la buona novella della “mezza
dirigenza” e per cercare di convertire i colleghi D. S. avidi e venali a
scoprire la virtù della parsimonia e ad essere soddisfatti di quanto passava il
convento.
Prima del 7
maggio lanciava anatemi e scongiuri contro gli sciagurati ed irresponsabili che
lo privavano del piacere, degno di Von Masoch, della
firma immediata e incondizionata dell’agognato contratto (ovviamente ….alla
metà di quanto spettante).
Dopo il 7 di
maggio ha sparato a palle incatenate, un giorno sì e l’altro pure, contro una
qualsiasi ipotesi di aumenti retributivi ventilata dal nuovo governo,
naturalmente difendendo, nel contempo, quei fulgidi esempi di strateghi
sindacali che a giugno volevano farci “battere il passo”, per forzata
solidarietà con i docenti.
Dalla fine di
settembre, dopo la Finanziaria, non cessa di strillare “ve l’avevo detto,
io…!!!” e ha fatto carte false pur di dimostrare che non ci sono aumenti
retributivi aggiuntivi, nelle tasche dei dirigenti turlupinati, da maggio ad
oggi e che, naturalmente, era meglio firmare allora.
Se la iella di
un singolo avesse il potere di avverarsi per un’intera categoria bisognerebbe
proprio riconoscere che quella propugnata
da “l’uccello del
malaugurio” – mai appellativo è sembrato tanto azzeccato, visti i risultati
– ci riuscirebbe senza fatica.
Da qualche
tempo il suo sito sponsorizza l’ormai mitico “Aristarco” detto “Ammazzacaffè”,
specializzato ieri e oggi nel colpire, con il coraggio di chi si nasconde
dietro la maschera del colorito pseudonimo, proprio coloro – e noi, onorati,
tra quelli - che si sono distinti nella difesa delle ragioni, delle istanze e
degli interessi della categoria. Davvero un bell’”esempio di Militanza per
tutti noi” (scritto proprio con la maiuscola)!
Io francamente
ho visto e vedo all’opera esempi di dirigenti seriamente intenti a fare buchi
nella barca in cui navigano o, se preferite, a segare il ramo su cui stanno
seduti.
Ah,
dimenticavo: “Aristarco, dirigente fiero”. Ma fiero di che? Fiero del
tradimento?