QUANDO IL SINDACATO SI METTE DI TRAVERSO.
LE GRAVISSIME RESPONSABILITA'
DELLA CGIL VERSO I DIRIGENTI SCOLASTICI
Editoriale n. 28 del 21 giugno 2001
di Paolo Quintavalla
Cari colleghi,
in questo periodo non so più francamente se ridere oppure piangere. Fatto sta che ci sono momenti in cui la realtà
supera la fantasia. Si poteva, ad esempio, immaginare che in una trattativa
sindacale la vera controparte sia un sindacato che si mette di traverso e non,
come logica vorrebbe, il Governo? Nel nostro caso le parti, paradossalmente, si
sono rovesciate: il Governo è disposto a concedere gli aumenti retributivi
richiesti e dovuti ma un sindacato non vuole!
Adesso,
infatti, abbiamo la conferma che quanto affermato dal segretario
nazionale della Cgil Scuola, Enrico Panini, durante la conferenza stampa del 7
u.s. non era una svista oppure una caduta di tono ma corrisponde alla linea
politica e sindacale di quella Organizzazione sul nostro Contratto.
Scherzando,
citando il collega Reginaldo Palermo, avevo definito una "amnesia fortunata" che Panini si fosse dimenticato
di noi nel suo secco comunicato rivolto al neo ministro Moratti.
Ora sul n. 23
di "Rassegna sindacale" del 19 giugno è comparso un suo articolo
"Tre punti per l'Esecutivo"
in cui il collega traccia le priorità del sindacato.
Questa volta
Panini si ricorda di noi – e come - con queste uniche espressioni:" Al ministro Moratti chiediamo di misurarsi
con tre questioni che riguardano il personale. La prima è relativa al Contratto
dei Dirigenti scolastici, assurdamente bloccato da troppe settimane in
conseguenza di promesse elettorali inaccettabili perché contrarie ad ogni
regola sulla contrattazione. Se non si vuole riaprire la contrattazione per
tutto il personale della scuola è necessario un impegno preciso per concludere
rapidamente un contratto atteso da quasi un anno."
Queste povere
frasi si prestano ad un’utile analisi testuale e linguistica.
Da notare, in
primo luogo, l'uso dell'avverbio "assurdamente".
Vuol dire, forse, che è inconcepibile o non si riconosce come legittima la
posizione delle altre forze sindacali che il 7 maggio si sono rifiutate di
firmare il Contratto (ANP ma anche CISL e
SNALS)? Oppure vuol dire che è inconcepibile attendere la doverosa
manifestazione della volontà politica del nuovo Esecutivo che è comunque,
indipendentemente dal suo colore politico, l'interlocutore necessario con il
quale stipulare la convenzione pattizia? Oppure, questo sì sarebbe assurdo,
dovremmo firmare sulla base della volontà politica di un Governo che non è più
in carica?
Da notare, in
secondo luogo, l'uso del termine "inaccettabile"
riferito alle promesse preelettorali del nuovo Governo. Questo giudizio di
radicale chiusura proviene proprio dallo stesso Sindacato che non solo ha accettato, con plateale atteggiamento di
connivenza, la violazione delle promesse del passato Governo contenute
nell'Atto di indirizzo ma ha anche accettato
le promesse dello stesso Governo di un allineamento retributivo procrastinato
al successivo contratto.
Tutti noi
capiremmo le ragioni di una tale opposizione se ci trovassimo di fronte a
condizioni peggiorative. Ma, nel nostro caso, le promesse governative implicano
condizioni economiche migliorative rispetto a ciò che è stato finora
conseguito. Ne deriverebbe, infatti, un aumento retributivo superiore del
doppio rispetto a quanto finora rimediato nelle trattative presso l'Aran. Sono
inaccettabili queste promesse, quindi, in quanto migliori per la nostra
categoria? Dovremmo rifiutare queste condizioni solo perché provengono da un
Governo sgradito alla Cgil? Dovremmo rinunciare a 7 milioni annui netti
(spettanti!) solo perché il colore del nuovo governo non è quello desiderato
dalla Cgil? Dovremmo rinunciare, diciamo così … per motivi cromatici?
Secondo questo
sindacato dovremmo rifiutare queste condizioni "perché contrarie ad ogni regola della contrattazione". Ma
quali sono le regole della contrattazione? Quelle che ha deciso la Cgil? Dove
stanno scritte queste tavole della legge a cui ci si appella così solennemente?
Non è legittimo che la nostra categoria consegua quanto semplicemente le
spetta? Forse non stiamo parlando di un contratto specifico dei DD.SS? Per
quale motivo dovremmo fare il raffronto con il contratto dei docenti, visto che
non togliamo nulla di quanto è loro dovuto? Le buone regole contrattuali a cui
si appella Panini significano ancora contratti al ribasso, come per gli ATA e
per i docenti? Complimenti a chi sa fare questi "buoni contratti" con
queste "buone regole"!
Il piatto
forte del discorso paniniano, tuttavia, è nella esplicita minaccia rivolta al
nuovo Esecutivo: " Se non si vuole
riaprire la contrattazione per tutto il personale della scuola è necessario un
impegno preciso per concludere rapidamente un contratto atteso da quasi un
anno."
Intanto
dimentica che la contrattazione per le altre categorie è già conclusa, mentre
la nostra è ancora aperta. E non sta scritto da nessuna parte, se non nella
mente di Panini, che l'esito del nostro contratto debba essere condizionato da
quello di altre categorie. Forse il contratto dei dirigenti della Fiat è
condizionato da quello degli operai? Forse il contratto dei primari ospedalieri
è condizionato da quello delle altre categorie della sanità?
Ora tutti
devono essere consapevoli che se non avremo il riconoscimento economico dovuto
(cioè il pieno allineamento anche retributivo con le altre dirigenze) le
responsabilità uniche saranno della Cgil scuola. Questo obiettivo non solo è
giusto ma è anche possibile, a portata di mano e in questo primo contratto
d’ingresso. La Cgil, purtroppo, si è “messa di traverso”, come si suol dire e
si assume una responsabilità gravissima nei confronti della intera categoria.
Ora è chiaro
che, nel caso del nostro Contratto, paradossalmente
il confronto duro non è più tra le parti sindacali e il Governo ma tra le altre
parti sindacali ed Esecutivo da una parte e la Cgil dall’altra.
Questo
sindacato si è messo di traverso, come un macigno sulla strada di un buon
contratto e sta uccidendo le legittime attese della categoria. Ormai è chiaro
che questo sindacato sta facendo di tutto per impedire che le dichiarate buone
intenzioni del nuovo Governo nei confronti dei DD.SS. si possano realizzare.
I colleghi
iscritti a questo sindacato non hanno nulla da dire, in queste condizioni, ai
loro rappresentanti o – meglio – a coloro che dicono di rappresentare i loro
interessi? Troverei stupefacente – un vero mistero della fede – se ciò non
avvenisse.
Comunque sia,
entro dieci giorni, avremo la prima decisiva cartina di tornasole. Il nuovo
Governo entro la fine del mese dovrà presentare il Documento di Programmazione
Economica e Finanziaria. Leggendo quel testo sapremo se le promesse
dell'Esecutivo saranno mantenute oppure se le sciagurate minacce della Cgil
avranno avuto effetto. Il Governo, tuttavia, ha anche altri strumenti per
manifestare legittimamente la propria volontà politica, non esclusa la legge di
assestamento del bilancio che tanto spiace alla Cgil.
I dirigenti
scolastici più consapevoli ed impegnati confidano sul fatto che, alla fine, ciò
che è semplicemente giusto prevalga e che un equo riconoscimento del nostro
ruolo alla fine non manchi per la nostra categoria.