PAOLINO un scito do belin!
Articolo tratto da
"Il Corriere Mercantile"


«Govi, un comico dal cuore freddo»  3/3
Maurizio Ternavasio ha scritto una biografia sul grande attore genovese

Chi era Govi? Che uomo era nella vita di tutti i giorni, il "monumento" del teatro genovese? A queste domande ha provato a dare risposte non scontate Maurizio Ternavasio, autore del libro "Gilberto Govi, vita d'attore", edito da Lindau. Il volume, già uscito l'anno scorso in libreria, da ottobre 2002 sarà distribuito anche nelle edicole genovesi. Un modo per conquistare anche lettori "occasionali" legati al mito di Govi. Ternavasio, giornalista della "Stampa" dice che il libro ha avuto riscontri molto positivi. Govi emerge dal libro come un grandissimo artista, ma come uomo dalle molte debolezze. «È una cosa tipica dei grandi comici - dice Ternavasio - anche Macario, su cui ho scritto un altro libro, lasciava molto a desiderare dal punto di vista umano, e anche Rascel. Di Govi mi colpisce molto questo distacco che aveva verso gli altri: faceva l'attore come avrebbe potuto fare l'industriale, o il libero professionista. Questo, a mio parere non lo aiutava, non lo legava agli altri, in particolare agli attori che recitavano con lui».
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«In realtà Govi non voleva legare con gli altri attori - continua l'autore - , scelti per di più nella stessa famiglia, in modo anche da risparmiare. Ne prendeva tre e ne pagava due, da buon genovese...».
Inoltre, Govi era anche quel che si dice un donnaiolo, e la paziente signora Rina, collaudata "spalla" in palcoscenico, doveva accettare le molte scappatelle del consorte; in compenso, però, su molti altri fronti lo faceva rigare dritto, era per lui un po' come una mamma. Ternavasio, che si è specializzato in biografie (oltre a Macario e Govi, Fred Buscaglione e Quartetto Cetra), è quindi voluto andare oltre il "santino" di Govi. «Ho potuto farlo - spiega - proprio perché sono torinese». Sull'enorme talento di Govi, comunque, non si discute, così come sull'affetto che il pubblico prova ancora per l'attore, come dimostra il grandissimo successo ottenuto dalle videocassette vendute con il "Corriere Mercantile" e "La Stampa": «A distanza di cinquant'anni, si continua a ridere con quelle commedie, in registrazioni in bianco e nero, mal conservate, con la telecamera fissa... questo perché la mimica di Govi resta insuperabile.
Aveva la grande capacità di rendere gradevoli dei copioni abborracciati. Lui fa ancora ridere, cosa che non accade con le commedie di De Filippo o di Macario. Govi aveva a disposizione dei testi che erano delle schifezze, e le rendeva irresistibili». Se avesse avuto la possibilità di intervistare Govi per il libro, che domanda gli avrebbe fatto il suo biografo? «Gli avrei chiesto: "Che effetto fa, commendatore, rimanere sulla breccia per più di cinquant'anni?"».

ANNA PARODI

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