In questa pagina pubblichiamo luna selezione della posta ricevuta a aprile 2003. Il Comitato non assume nessuna responsabilità circa i contenuti dei testi. Scrivete all'indirizzo di posta elettronica pantanoripalta@libero.it.


APRILE 2003


Se mi è permesso esprimere un parere relativamente alla questione della zona Pantano-Ripalta, ritengo che l'impossibilità di applicare una qualsiasi forma di tutela nasca dalla presunta mancanza di ritorni economici che questa comporterebbe. questa è secondo il mio modesto parere la ragione dell'ostruzionismo fatto da molti (in primis i proprietari delle terre nella zona suddetta). ma se si puntasse invece alla coltura biologica dell'intera area opportunamente bonificata allora un progetto di tutela sarebbe compatibile. affidando la gestione della zona ad un consorzio misto pubblico privato si garantirebbe l'esigenza della tutela e allo stesso tempo un certo grado di redditività e tutti sarebbero contenti o no?

Grazie

Davide

LA NOSTRA RISPOSTA:

Le idee fanno camminare il mondo, ma non tutte sono realizzabili. Esattamente un anno fa proponemmo la raccolta firme che voleva l'area naturale protetta in quella Zona, ma fu bocciata in Consiglio Comunale.

Tra le altre idee che avrebbero fatto decollare il Parco c'era proprio quella dell'agricoltura biologica, sul modello di tante altre realtà naturalistiche del nord e del centro che promuovono i loro prodotti. Ora tutto è perso, purtroppo.

Lei conosce lo Studio di Fattibilità?

Se può se lo legga (www.litoralenordbarese.it), se vuole le spediamo al suo indirizzo il file che le può suggerire le VERE intenzioni su quella Zona.

La ringrazio per aver espresso una sua idea.

Distinti saluti.

Il Comitato


WWF Italia - Sezione locale di Taranto

Via Anfiteatro, 104 - 74100 Taranto

PALUDE LA VELA: UNA STORIA INFINITA!

La giornata delle oasi del WWF, svoltasi domenica scorsa, aveva l’obiettivo principale di richiamare l’attenzione di tutti sull’importanza della protezione del territorio, richiedendo un sostegno concreto alle nostre battaglie in difesa dell’avifauna migratoria e di un territorio che è patrimonio di tutti i cittadini. Il sistema delle aree protette, costituisce l’unica garanzia reale contro il degrado del territorio, per la conservazione di habitat e specie che formano la ricchezza e l’unicità del nostro patrimonio naturale. Per questo motivo pensiamo, e chiediamo l’aiuto di tutti affinchè ciò si realizzi, che anche la “nostra palude La Vela” debba essere ulteriormente tutelata e protetta utilizzando ed applicando tutti gli strumenti esistenti legislativi e normativi che ci consentirebbero di realizzare una corretta protezione, gestione e pianificazione del territorio, integrando tutela e sviluppo socio economico.

Ma ripercorriamo un po’ la storia dell’oasi La Vela:

'Piccolo gioiello del Mar Piccolo così potremmo definire  "La Palude  La Vela" che, ubicata nel secondo seno, testimonia le propaggini più interne  e meglio conservate di tutta l'area.

Piccola zona umida caratterizzata da una importante vegetazione alofita e circondata   da una vasta pineta di pini d'Aleppo che a semicerchio circondano e proteggono il sito, la Palude è stata definita oasi di protezione con decreto del presidente della giunta regionale n. 424 del 29/06/1990 per un ammontare di 242 ettari dei quali appunto 7 ettari affidati in concessione dal 1993 alla locale sezione del WWF.

Un piccolo tassello quindi che, nella rete nazionale ed europea delle aree protette rappresenterebbe un elemento di grande rilievo naturalistico, inserito com'è nel più ampio discorso del Mar Piccolo e dei siti di interesse comunitario che costeggiano l'area.

 Le azioni svolte in questi ultimi anni sia dal WWF  sia da altre associazioni ambientaliste, sono state mirate a rendere più incisiva l'azione di conoscenza sia nei confronti dei cittadini che degli stessi enti  con competenza amministrativa sull'area. Ma, malgrado alcuni lavori di riqualificazione ambientali effettuati,  la Palude continua a mostrare i segni di un profondo degrado.

L'approvazione della Legge Regionale n. 19 del 1997, poteva essere per la

Palude La  Vela il vero strumento per la definizione di una corretta azione di salvaguardia, valorizzazione e conservazione. Infatti la Regione Puglia con la suddetta legge ha definito le norme per l'istituzione e la gestione di aree naturali protette al fine di garantire e promuovere la conservazione del patrimonio naturale e ambientale della regione.

A tal fine sono state individuate per ogni provincia le aree aventi preminente interesse naturalistico, nonché ambientale e paesaggistico.

 La Provincia di Taranto conta ben 11 aree individuate,  tra cui  La  Palude La Vela.

Naturalmente l'iter che deve portare alla approvazione  finale della Legge Regionale  di costituzione appare articolato in una serie di obblighi,  anche da parte delle amministrazioni locali,  tra cui quella della convocazione  della preconferenza dei servizi da parte degli enti preposti (Comune, Provincia, Regione).

Dal 1997 sono passato sei anni , ed è scandaloso vedere come  le azioni e le pressioni delle associazioni ambientaliste appaiono inascoltate.

In questi sei anni il WWF Sezione Taranto ha cercato in tutti i modi di stimolare gli enti locali nel convocare la preconferenza:

§         nel novembre del 2001 ha avuto un incontro con il sindaco di Taranto allo scopo di sollecitare una  maggiore   pressione nei confronti del Presidente  della Regione Puglia per la  convocazione della  preconferenza dei servizi. Successivamente Il WWF ha consegnato una bozza del documento di indirizzo all'assessorato  alle risorse del mare utile a definire una perimetrazione dell'area;

§         a seguito dei continui e ripetuti rinvii nella primavera 2002 il WWF ha convocato insieme ad altre associazioni ambientaliste  una conferenza stampa nella Palude La Vela nel corso della quale è stato ribadito come la lentezza  dei tempi politici stia ritardando la realizzazione di una serie di progetti e nel contempo la mancata definizione del  Parco Regionale comporta e comporterà la perdita di eventuali finanziamenti importanti per la riqualificazione dell'area;

§         successivamente nell'autunno del 2002 il WWF ha avuto un nuovo incontro con l'Assessorato alle Risorse del Mare  che ha sempre mostrato interesse alla realizzazione di progetti di tutela inerente La Palude  La Vela e che nel corso dell'incontro si è impegnato, previa visione della documentazione fornita dal WWF, a sollecitare la Regione alla prosecuzione dell'iter  per la costituzione del Parco Regionale.

Allo stato attuale non abbiamo nessuna notizia sull'andamento delle procedure per la convocazione della preconferenza dei servizi   e quindi vorremmo che chi di competenza ci fornisca chiarimenti sulle cause di questo  silenzio.

 Noi crediamo che non solo il WWFe le associazioni ambientaliste, ma anche tanti  cittadini  e  tutti quei ricercatori  che hanno dato coi loro e studi un contributo alla conoscenza delle peculiarità naturalistiche, storiche , geologiche della palude  hanno a cuore il destino di questa area .

Non possiamo sempre ridurre tutto ad un discorso meramente politico, la natura coi suoi ritmi ha bisogno dell'attenzione di tutti , le minacce e le aggressioni che subisce giornalmente sono ormai difficili da controllare. Per la Palude La Vela l'unica possibilità di salvezza è legata alla nascita di un Parco che comprenda tutto il Mar Piccolo poiché  per conservare un'area e necessario salvaguardare anche tutto quello che c'è intorno; se permettiamo che questa possibilità si fossilizzi in tempi troppo lunghi rischiamo di compromettere non solo il valore naturalistico dell’habitat, ma di perdere anche una risorsa economica tanto importante per la città di Taranto.

                                                              Gli attivisti del WWF Sezione Taranto

Tel: 0994527970/0997793256

Fax: 0997722940

E-mail: taranto@wwf.it


  >>> www.vigilanzambientale.it <<<

CONVEGNO NAZIONALE ISPETTORI MICOLOGI

a cura del Dott. Giovanni ROSSI

Ogni anno, purtroppo, si registrano circa 40.000 casi d'intossicazione da funghi ed almeno una decina di decessi.

Non ci sono metodi o sistemi per conoscere se un fungo è commestibile o meno, l'unico modo per capirlo è quello di recarsi presso gli Ispettorati Micologici delle Aziende USL per far esaminare tutti i funghi spontanei, raccolti.

Il 22 e il 23 maggio 2003 si terrà a Borgo Val di Taro (PR) il II Convegno Nazionale Ispettori Micologi.

L'iniziativa è stata patrocinata dal Ministero della Salute, dalla Regione Emilia-Romagna, AZ.USL Parma, dalla Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno e infine dal Comune di Borgo Val di Taro (PR).


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