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GENNAIO 2002
Legambiente, circolo di Molfetta
Archeoclub d’Italia, sede di Molfetta
Al Sindaco della Città di Molfetta
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Consiglieri Comunali
LA TUTELA DEI BENI AMBIENTALI NON AMMETTE DEROGHE
A Molfetta un atto amministrativo rischia di stravolgere le norme di tutela relative all’Oasi di protezione Torre Calderina da poco adottate.
Lettera aperta al Consiglio Comunale
Il Consiglio Comunale si prepara a ratificare un accordo di programma sottoscritto con la Regione Puglia il giorno 11 dicembre 2001 che, se approvato, costituirebbe un gravissimo attacco al patrimonio ambientale, attraverso un uso spregiudicato e non coerente degli strumenti normativi vigenti.
Sin dal 1 agosto 1985, col decreto ministeriale "Galassino", la zona costiera tra Molfetta e Bisceglie è stata riconosciuta "bellezza naturale" e "area di notevole interesse pubblico". Si tratta di una delle più suggestive località costiere del Nord Barese per la presenza di siti di valore archeologico da indagare e tutelare, come Cala San Giacomo, di strutture storico- architettoniche da recuperare, come Torre Calderina, di un patrimonio floristico e faunistico di singolare importanza in ambito mediterraneo, di emergenze naturalistiche di valore come la zona di Pantano e delle grotte di Ripalta.
É un ambiente dagli equilibri fragili, a volte compromessi dall’incuria e dagli abusi del passato, che oggi va protetto nei fatti utilizzando, senza alcuna deroga, gli strumenti di tutela del territorio di cui la città dispone.
Il Comune di Molfetta ha saggiamente perimetrato tutta la parte di questa fascia costiera, ricadente nel proprio territorio, inserendola sia negli ambiti "estesi" che in quelli "distinti" di tutela definiti dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico (PUTT/Paesaggio, 11 gennaio 2001) della Regione Puglia. La zona è pertanto sottoposta ad un preciso vincolo faunistico e paesaggistico e va valorizzata, ripristinando le condizioni di salubrità ambientale, in una prospettiva di rispetto delle caratteristiche naturalistiche che le sono proprie.
In tal senso risulta pericolosa la richiesta presentata al Comune di Molfetta e fatta oggetto di un accordo di programma con la Regione Puglia, volta alla realizzazione di invasive strutture di ricezione turistico- alberghiera nella zona vincolata, vicina a Torre Calderina, su un’area ampia 17.000 mq. tuttora priva di opere di urbanizzazione.
Il competente Ufficio Tecnico Comunale ha espresso sull’intervento una relazione di impatto paesaggistico che, a nostro parere, è parziale perché non ha tenuto conto di tutti i vincoli previsti, determinando il conseguente parere favorevole della Giunta Regionale Pugliese.
Se il Consiglio Comunale ratificasse tale operazione, stravolgerebbe in modo illegittimo gli impegni di tutela assunti dal Comune stesso con il PUTT e determinerebbe un precedente pericoloso nel corretto governo del territorio.
Pur consapevoli dello stato di degrado della zona interessata alla costruzione ma nello stesso tempo profondamente convinti della necessità di uno sviluppo sostenibile e compatibile, riteniamo che la sua bonifica non debba passare attraverso una ulteriore cementificazione.
Solo un recupero ambientale può comportare uno sviluppo turistico compatibile dell’area. Interventi spot come questi, concepiti sospendendo le regole di tutela sulle aree interessate, senza un piano generale, che dica in virtù di quale beneficio comune quelle sospensioni possono essere accettate, costituiscono un insulto al territorio e un furto ai danni dei cittadini, che si vedono privati di un’area a forte tutela senza avere nulla in cambio.
In un clima di generale assalto alle norme di tutela del territorio, che vede libere da ogni vincolo aree quali la zona ASI, sulla quale sono presenti testimonianze anche molto pregevoli di architetture rurali, che meriterebbero di essere recuperate e che potrebbero, invece, essere smantellate, senza che nulla lo vieti, non si può che essere molto preoccupati.
Facciamo appello all’intero Consiglio Comunale e alla sua maggioranza, che ha dichiarato nei suoi programmi elettorali specifiche sensibilità ambientali, perché nella seduta del 10 gennaio 2002 respinga ogni interpretazione leggera e disinvolta delle norme e, impedendo questo atto di aggressione al territorio, attui una stagione di rispetto e valorizzazione dei beni ambientali.