Il Palazzo delle Poste di Trento

Planimetria

Da Opere d'arte in Studi trentini, 2, 1933, p. 181:

Nel nuovo Palazzo delle Poste di Trento si stanno ultimando i lavori decorativi; i pittori Bonazza e Pancheri hanno dato mano agli affreschi che devono ornare l'atrio e lo scalone; nell'atrio Bonazza riassume la storia del Palazzo degli "a Prato", e sullo scalone Pancheri raffigura due scene di vita trentina, il taglio della legna e la vendemmia, congiunte in unità spirituale dal Vescovo-Martire Patrono della nostra città. Depero Fortunato e Tato portano la nota futurista con grandi vetrate policrome nella sala maggiore, Zuech Stefano ha ultimato il S. Cristofaro per la nicchia d'angolo in p.zza A. Vittoria ed il S. Vigilio per un posto ancora da destinarsi. Ticò Alcide ha eseguito lo stemma della famiglia a Prato, e Rigatti Davide alcuni mascheroni per la fontana decorativa. Lo stemma di rame, con i fasci littori, è opera dell'artigiano Benetti Carlo di Trento. Riparleremo di tutto ciò ad inaugurazione avvenuta.

 


Nuova sede del Palazzo delle Poste - Stile futurista

 

Da Brennero, 17.02.33, p. 3:

La cittadinanza di Trento che tanto amore e interesse prende allo sviluppo della città mentre prima osservava con compiacenza prendere forma concreta la concezione architettonica di Angiolo Mazzoni per il Palazzo delle Poste e Telegrafi, ora ristà a commentare l'arresto inspiegabile dei lavori che solo in parte può attribuire all'inclemenza della stagione. Possiamo assicurare che presto il ritmo riprenderà spedito e non solo si completerà il già fatto, ma verrà pure attuato il fronte orientale del palazzo con conseguente assetto urbanistico della plaga, che ne trarrà vantaggio sia estetico che di movimento.

Anche questa come le altre opere dell'architetto Mazzoni è basata su una concezione sana e attraente della modernità anche di stile, che può affermarsi ''italiana'' perchè rifugge sia dalla troppa rigida linearità di forma che dal bieco eclettismo del tempo passato (e purtroppo in parte anche presente) per portare la nota robusta e gentile assieme della rinata anima della Nazione. In lui non c'è pedissequa ripetizione di altri tempi con altri costumi e altri bisogni, ma comprensione dell'oggi affaticato, cui egli contrappone la sobrietà seria delle sue forme, quasi a riposo dello spirito ma fa opportunamente trasparire reminiscenze a noi care del passato regionale. Numerosi sono gli edifizi ferroviari e postali sorti o che stanno sorgendo per opera del Mazzoni: Poste di Ferrara, caratteristico il salone con finestroni tagliati nella volta dell'abside e di notevole effetto la scala che si snoda attorno a una chiostrina coperta; Poste di Novara, di Ragusa, di Agrigento, stazioni di Bolzano, del Brennero, progetto della stazione di Firenze e altro ancora. Ultima opera, non ancora inaugurata, il gruppo di case per i funzionari che il ministero delle comunicazioni, a mezzo sempre del suo infaticabile funzionario Angiolo Mazzoni, fece sorgere nella sua città di Littoria; coronamento della prima parte dell'imponente bonifica dell'Agro pontino che fece convergere su di se l'attenzione mondiale. Anche qui la mente dell'artista si estrinseca in forma che radicate in qualche punto nella ragione, nell'assieme vanno dirette allo scopo e attingendo alla contingente imposizione la vivifica e la fa assurgere ad arte, incastrandola organicamente nell'edifizio. Si osservino le grandi ingabbiature arcuate ricoprenti i finestroni a difesa delle zanzare malariche, fuse, compenetrate sia nel fabbricato postale che nella stazione. Se si pensa alla mancata affermazione estetica di una recente grande costruzione, c'è da gioire al vedere che una grande amministrazione statale, dando con energia fascista un rigore all'architettura burocratica, d'infausta memoria, riconosce matura e instaura l'architettura pura e semplice. Segno che la grande idea fa progressi e avvicina in breve colla propria forza tutta la Nazione sia nelle costruzioni pubbliche che private. E, allora, all'unità politica farà degno complemento l'unità artistica dell'architettura ufficiale e privata.


Vecchia sede del Palazzo delle Poste - Stile Impero