| |
| |
| |
| |
| |
| |
|
Un po' di storia
- Le vicende di Milionia -
La pace del 304 a.C., più che una vera pace, fu piuttosto una tregua per riprendere fiato. li Momsen scrive: "La generosa nazione sannita si rendeva conto che la pace, così com'era stata segnata, era più rovinosa delle più rovinose delle guerre sfortunate", e, pertanto, ricominciarono le ostilità.
I Marsi si ritrovarono di nuovo fra i due contendenti, e ancora preferirono gli alleati tradizionali, i Sanniti. Nel 301 a.C. (451 dalla fondazione di Roma) mossero guerra a Roma ed attaccarono Carseoli (Carsoli), presieduta da 4.000 uomini. li dittatore Marco Valerio Massimo sconfisse gli insorti e li respinse nei loro territori. Conquistò poi Alba Fucens e Cerfegna (Collarmele), costringendo i Marsi a ritirarsi nei loro estremi confini entro le città fortificate di Milionia, Prestilia e Fresilia. Valerio Massimo non diede tregua ai Marsi ed assediò le loro fortezze, che caddero in sua mano. Così Milionia subì una prima distruzione da parte dei Romani, da cui però si riebbe subito, dopo che i Marsi accettarono un nuovo patto di alleanza con i Romani.
Intanto, la guerra fra Roma e i Sanniti continuava. Anzi, ci fu un risveglio da parte sannita, che dette filo da torcere a Roma: i Sanniti furono abili e valorosi, anche se sfortunati.
La pace che si stava tentando fra Roma e gli Etruschi rappresentava un pericolo mortale per i Sanniti, sicché questi promisero un aiuto militare agli Etruschi, se si fossero decisi a resistere contro Roma. La mossa diplomatica riuscì in pieno ed "Il Sannio impiegò ogni residua sua forza per mettere in campo tre eserciti: uno destinato alla difesa del suo territorio, il secondo per entrare in Campania, ed il terzo, il più numeroso, per soccorrere l'Etruria. Quest'ultimo, condotto dallo stesso duce dei Sanniti Gellio Ignazio, passando per il paese dei Marsi e per quello degli Umbri, che favorivano la Lega...", entrò nell'Etruria (Momsen; cfr. anche Tito Livio, 1.X).
Ritroviamo così i Marsi in questo periodo (295-294 a.C. - 457-458 di Roma) di nuovo alleati dei Sanniti contro Roma.
Allorché i Romani si accorsero della manovra sannita e che gli Etruschi si sollevavano, armarono due eserciti. Uno di questi si accampò presso Sora nella Campania, proprio a stretto contatto con l'avversario. I Sanniti con un abile colpo di mano, favoriti dalla nebbia, attaccarono di sorpresa il campo romano e fecero una strage spaventosa, uccidendo lo stesso pretore Lucio Opimo Pansa. I Romani reagirono e cacciarono i nemici fuori dell’accampamento. I Sanniti, però, sebbene incoraggiati dal successo, capirono che la reazione romana si sarebbe fatta sentire subito e minacciosa, e perciò si ritirarono a Sora, città antica. Quando la notizia dell'attacco sannita arrivò a Roma, il console Lucio Postumio, sebbene convalescente da una malattia che lo aveva trattenuto a casa all'inizio delle operazioni, corse subito dal collega Marco Attilio Regolo, che era subentrato a Lucio Pansa. I Sanniti non potendo far fronte ai due eserciti, si ritirarono ancor più nell'interno. La via più facile per la ritirata era la Marsica, dove c'erano città fortificate ed un popolo amico. Qui la città, che maggiormente si prestasse ad una difesa energica, era Milionia, sulla riva Sud-Est dei lago Fucino, ed in essa i Sanniti si apprestarono a ricevere l'assedio dei Romani, che li inseguiva- no, condotti dal console Lucio Postumio Megello. Questi attaccò subito la fortezza, ma la difesa sannita rimaneva indomita. Allora il console romano fece trasportare, attraverso la via Valeria, le macchine militari per dare l'attacco risolutivo a Milionia. La strada arrivava fino a Cerfegna e per l'occasione fu estesa fino al valico di Forca Caruso, da cui si dipartiva un ramo che risaliva la leggera pendenza del vallone di Carrito e si poteva così prendere alle spalle la fortificata Milionia. Fu una giornata memorabile. I legionari dell'Urbe iniziarono l'attacco di prima mattina e l'impeto degli arieti, delle vinee, delle catapulte fu violento. L'urlo dei soldati, misto al cozzo delle armi ed agli stridii delle macchine da guerra riempiva la Valle del Giovenco in un clamore assordante. Alle dieci del mattino crollarono le mura. Ma i difensori non cedettero. In una disperata difesa contesero ai Romani casa per casa, pietra per pietra. La feroce lotta corpo a corpo per le vie e dentro le abitazioni si protrasse, con esito incerto, fino alle due del pomeriggio. Alla fine, l'aquila romana piantò gli artigli vittoriosi sulle mura rase al suolo dell'eroica fortezza. Furono contati i morti ed i feriti: solo da parte sannita si ebbero 3200 morti e 4200 feriti e prigionieri; Tito Livio non ci tramanda l'entità delle perdite romane.
Correva l'anno 458 di Roma e mancavano 294 anni alla nascita di Cristo. La storia di Milionia finì ed i Marsi entrarono a far parte della grande orbita romana.
| |
| |
| |
| |
| |
| |
|||||||
Copyright © 2000-2007 All Rights Riserved |