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Un po' di storia
- L'Ottocento -
All'inizio dell'800 Ortona dei Marsi contava 1178 anime, come riferisce il vescovo di Pescina Giovanni Camillo Rossi (1805-1818), nella Relazione ad limina. Furono questi primi anni del secolo gli anni dell'occupazione napoleonica e molte iniziative governative creavano ostacoli e difficoltà. Le tasse, il servizio militare, il ripetersi di carestie e di malattie epidemiche rendevano difficile la vita dei paesi, e i vescovi della diocesi tornavano a lamentarsene nelle loro Relazioni ad limina.
Giuseppe Buccella nell'introduzione al manoscritto citato dice: "Durante il Risorgimento Ortona ebbe una vendita di carbonari intitolata a Poppedio Silone. Nel sigillo è raffigurato l'esercito di combattenti guidato dal duce dei marsi che muove verso il sole che sorge; intorno la scritta: I discendenti di Poppedio all'O... [riente] di Ortona dei Marsi ".
Nel 1866 il Di Pietro afferma che la popolazione di Ortona, compresa quella di Carrito, e naturalmente tutte le altre frazioni, ad eccezione di Aschi, era di 2214 individui. Lo stesso autore aggiunge: " Il territorio di Ortona produce la maggior parte dei cereali; le vigne, specialmente quelle che si accostano a Pescina, danno vini e frutta mediocri, ma non sufficienti, e il clima è assai rigido; in maniera che la maggior parte degli uomini, non potendo nell'inverno lavorare nel proprio tenimento, emigra nelle campagne romane ... ". Le vigne e le campagne " che si accostano a Pescina " si trovano in località " Collecchie " e sono state coltivate fino all'ultimo dopoguerra; qualche pianta di ulivo in quella zona è sopravvissuta fino ad un paio di decenni fa.
La vita religiosa del paese continua intensa, ma comincia a insinuarsi quello spirito di superficialità che porta più verso l'esteriorità, il fanatismo, il devozionismo fabulistico, l'attaccamento formalistico a certe tradizioni, che non ad una religiosità autentica. Nel popolo il senso cristiano è ormai talmente radicato che l'essere cristiani è sinonimo di essere uomini, ma non sempre la persona riesce a superare le imposizioni del " collettivo "... Ma non vogliamo deviare dal nostro più ristretto argomento. A Ortona continua a starci un prevosto con quattro canonici coadiutori, però " da molti anni non si è provvisto a nominare il prevosto per la scarsezza della rendita ", aggiunge il Di Pietro; in compenso nella chiesa " sono erette tre ricche Cappelle del SS. Sacramento, del SS. Rosario e del Sacro Monte che avevano la rendita lorda di circa novanta salme di grano sconcio, di più di ducati sessanta in contanti, ed erano amministrate da un procuratore e da un cassiere ... ".
Intorno alla metà del secolo il canonico Giambattista Maggi, procuratore delle dette cappelle, fece alcuni lavori di restauro alla chiesa parrocchiale. Nella Relazione del vescovo Di Giacomo del 1874 è riportato che Ortona conta 2211 abitanti, compreso Carrito, mentre Aschi ne fa 935. Nella stessa relazione è riportato che a Ortona c'è una chiesa parrocchiale, 3 aediculae. cioè chiese aperte al culto pubblico, S. Onofrio, S. Antonio Abate e la Madonna delle Grazie all'Aia, e 2 oratoria.- si tratta di cappelle gestite da privati, probabilmente quella di S. Pasquale e di Sulla Villa; la confraternita della Madonna delle Grazie ha una rendita di 170 lire; i sacerdoti in cura d'anime sono 3.
Intanto si è compiuta l'unità d'Italia, viene prosciugato il Fucino, si accentua il fenomeno del brigantaggio, l'economia di Ortona si aggrava e il popolo fa fatica a superare la secolare soggezione e l'isolamento a cui lo costringe la posizione geografica. Ciò nonostante la vita continua intensa e movimentata. Dopo l'Unità Aschi viene aggregato a Ortona, ma conserva nel Consiglio comunale il bilancio separato. Nel 1887 l'entrata complessiva di Ortona è di lire 45.973,13; per Aschi è di lire 32.048,01; somme che quadrano perfettamente con l'uscita.
Il 28 luglio 1888 venne inaugurata la linea ferroviaria Roma-Sulmona: anche Ortona partecipò alla festa, recandosi a salutare il corteo che fece sosta al passaggio alla stazione Carrito-Ortona. Per la manifestazione la Giunta comunale si riunì d'urgenza sotto la presidenza del " Sig. Buccella cav. Filippo Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia, sindaco, Maggi Domenico, Maggi Carlo, assessori, con assistenza del segretario sig. Abrami Alessandro ", la quale Giunta " Considerando l'equità della proposta; ritenuto come una tale, sebbene modesta dimostrazione ai passanti, farà rilevare il generale compiacimento dell'attuazione in parola [...] unanime delibera di erogare la somma di L. 300 per l'oggetto in parola prelevabile per due terzi nel fondo delle casuali del bilancio 1888 di Ottobre ed il rimanente dallo stesso fondo del bilancio del corrente esercizio di Aschi ". Aschi nel 1887 aveva chiesto la separazione dal comune di Ortona per aggregarsi a quello di Gioia dei Marsi, ma il Consiglio respinse la richiesta.
Il 28 febbraio 1888 il Consiglio deliberò la costruzione della fontana in piazza San Giovanni, che verrà realizzata l'anno seguente e costerà 23.800 lire.
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