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Un po' di storia

- Milionia -

 

Enumerando precedentemente gli Oppida esistenti sulle alture della Valle dei Giovenco, abbiamo accennato ad uno di essi tra Casei, Colle Cavallo e Rivoli. Ebbene, si tratta di MILIONIA, la quale alla fine dei IV secolo a.C. era diventata una città fortificata e densamente popolata. Di essa parlano gli storici dell'antica Roma - Livio, Polibio, Plinio... -

Nel passato fra gli storici locali c'è stata una lunga discussione sull'ubicazione di Milionia. Ora non ci sono più dubbi che essa fosse situata nelle località sopra nominate.

Già nella seconda metà dell'Ottocento lo storico marsicano Andrea di Pietro riportava alcune iscrizioni tombali, qui ritrovate nell'aprile del 1857 dal sacerdote ortonese Luigi Petroni:

Q.CRANIUS.P.EPIMACUS

IANTERNINAE. J. L. PRIMAE

UXORI.SUAE E.H.M.A.N.S.

Q. VIBE.DIUS.RUFUS.

Q.F.STR.V.A.XXV.

T.PACIUS.TI.SEC.SAL.

VIIBIA.MIA.P.S.E.

OSSA. SITA.

Sia le tombe che le iscrizioni risalgono all'epoca repubblicana di Roma. Nel 1863 - la testimonianza è sempre del Di Pietro - un contadino di Ortona, soprannominato Sparatore, ritrovò in un ripostiglio un migliaio di monete d'argento della Repubblica Romana. Quando il Di Pietro seppe del ritrovamento, si precipitò da Pescina, dove era canonico, ad Ortona e rintracciò il fortunato ma inconsapevole contadino. Purtroppo, questi ne aveva venduto 811 ad un antiquario romano per 169 scudi, mentre un altro centinaio di monete rimastegli furono acquistate dallo stesso Di Pietro, il quale ha lasciato memoria dei fatto nella sua opera Antichità Marsicane.

Nel 1862 lo storico Abruzzese Antonio De Nino, in un lavoro dal titolo Marsi XII - Ortona - Resti degli Antichi Recinti Poligonali Riconosciuti nel Territorio del Comune e pubblicato in "Notizie degli Scavi di Antichità Comunicato alla Regia Accademia dei Lincei per Ordine di S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione", localizza Milionia nelle contrade indicate e riconosce i resti delle mura poligonali come appartenenti all'antica fortezza marsicana.

Parte di questi resti ancora oggi si possono vedere ed ecco come sono descritti da W. Cianciusi, U. Irti e G. Grossi nell'opera citata: ci sono "Resti di abitazioni, strade, terrazzamenti e cisterne nell'interno; ceramica d'impasto e oggetti fino alla fine del I sec. a.C.. Circonferenza muraria oltre Km. 3,5... Il lato est della cinta muraria, conserva circa 1 Km. di recinzione muraria in I e II maniera poligonale con tratti alti 2 metri. Questa parte abbastanza ben conservata, si può raggiungere da un sottopassaggio dell'autostrada Roma - Pescara, visibile dopo le ultime case di Rivoli, sulla provinciale prima dei bivio di Carrito. Dopo aver attraversato il sottopassaggio, si gira a sinistra e lungo una piccola strada campestre si raggiunge l'ingresso di una grande porta (appena riconoscibile), indirizzata ad est, da cui si diparte una strada antica, che si dirigeva verso il Passo dell'Olmo di Bobbi e della Valle di Carrito (della stessa è possibile notare tratti di terrazzamento). Dopo aver superato la porta, dirigendosi verso nord, si notano i resti di una fascia anulare interna ed al margine a valle della stessa è visibile l'ampio tratto precedentemente descritto. Resti di cisterne in opera cementizia, a pianta rettangolare e copertura a volta, oltre ad un pozzo in opera cementizia, si trovano nelle località di Colle Cavallo e Rivoli...

Il nome latino di Milionia nel Medio Evo si è corrotto in Melogne o Melogna, come viene citato sia nella bolla di Pasquale II (1115) che in quella di Clemente III (1190), nelle quali si parla delle chiese della Marsica e si nomina, appunto, un S. Quirico in Melogne (Sancti Quirici in Melogne).

Di Milionia si sono interessati Alfano, Corsignani, il citato De Nino, Federico Terra, Rosato Sclocchi: per fermarci agli studiosi del passato. Rosato Sclocchi ha sostenuto che Milionia non si trovasse nel sito descritto, ma le sue argomentazioni non sono state ritenute probanti dal prof. Ugo Speranza in un articolo dal titolo "MILIONIA", pubblicato in La Pubblica Assistenza dell'Aprile 1934. Muzio Febonio nel sec. XVII dice di non sapere dove localizzare la città.

 

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