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Un po' di storia

- Il castello -

 

Scrive il Gavini nella citata opera: " non restano che mura merlate ed una torre cilindrica a due porte in pietra che permettevano l'accesso " alla cittadella " perché intorno al maniera vi erano delle case. Fu il primitivo nucleo abitato. Intorno ad una di queste porte un corpo di fabbrica con finestre gotiche del periodo aragonese vendute ad antiquari. Bifora e due trifore di cui una con arcatelle sostenute da peduci invece delle colonnine. Il castello è distrutto, fino a pochi anni addietro serbò nobilissime vestigia della sua importanza in un corpo di fabbrica con finestre gotiche del periodo aragonese. Della veduta d'insieme di questo lato del castello ove era un ingresso semiacuto, rimangono solo appunti grafici divenuti ormai preziose memorie di una grandezza che non torna ".

Giacinto Do Vecchi Pieralice nel volume " Da Roma a Solmona - guida storico-artistica delle regioni attraversate dalla strada ferrata " per Luigi degli Abbati, Roma Stab. Tip. dell'Opinione 1888, ricorda il castello di Ortona scrivendo che a fianco dell'ingresso della rocca può ammirarsi una casina di stile arcoacuto le cui finestre bifore e trifore sono tanti gioielli d'intaglio e di ornato propri del secolo XIV, e che gli abitanti e signori di quella rocca furono - senti che razza di nomi - i Cantelmi, Afflitti, Saluzzo, Fibbioni, Paolini, Massimi.

" In una di queste case, ancora abitate, è posta una lapide decifrata e tradotta dal prof. Antonio Caleca dell'Istituto di Storia dell'Arte di Pisa, per interessamento dell'Avv. Walter Cianciusi cultore di storia della natia Terra. "

La trascriviamo:

A.D. MCCCCLXXXXVIII / HAC - DOM.PO - FECIT - DO / PN ANGLS - IAC - FRB - P. - MA / N.MRI - MATHI - I0 - DE - PRO. Anno Domini 1398, hanc domus (com) poni fecit dominus Angelus lacobi cum fratribus per manus magistri Matei Ioannis De Pezzo. Nell'anno del Signore 1398 Angelo Di lacopo ed i fratelli fecero fa. re questa casa ad opera di mastro Matteo Di Giovanni da Pezzo.

 

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