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Proverbi ortonesi

 

I proverbi rappresentano l'esempio più sincero dell'antica saggezza popolare che, in alcuni casi, lasciava il campo alla superstizione, alimentata da una condizione di povertà e sottosviluppo nella quale i nostri antenati sono stati relegati per secoli.

I proverbi che stiamo per elencare sono anche l'espressione di un mondo semplice, racchiuso nei confini della nostra valle, che difficilmente venivano oltrepassati dai nostri avi.

      Inverno

Neve tonna rassconna

significa che a delle nevicate con fiocchi a pallini (neve tonna) ne seguiranno altre entro un breve arco di tempo.

A Sanda L'cia, n'pass d'gajina

a Santa Lucia un passo di gallina. Indica che le ore di luce diminuiscono al mattino, aumentando il pomeriggio, aumento che è comunque esiguo (passo di gallina).

 

Il 13 Dicembre è S. Lucia.

Nebbia prima natal, né fridd né fame; nebbia dopp Natal, fridd i fam!

Nebbia prima natale, né freddo né fame;

nebbia dopo natale freddo e fame.

A Sanda L'cia Natal tridc, a Sand N'cola Natal diciannòv

(a S.Lucia Natale 13, a S.Nicola Natale 19): indica che il giorno di Santa Lucia mancano 13 giorni a Natale e il giorno di San Nicola 19.

Se sol s'litt è mezz v'rnitt, se sol s'lon è mezz v'rnon, se nengue i piòv i vern è fòr!

indica che nel giorno della Candelora (2 febbraio) se c'è un pallido sole il resto dell'inverno sarà variabile; se è una bella giornata il resto dell'inverno sarà inclemente, se invece il 2 febbraio il tempo è brutto, l'inverno è da considerarsi praticamente finito.

Na lena n'n fa fòc, du n'mmen, tre i quattr e i fòc è fatt!!!

indica che un pezzo di legna non basta per comporre un focolare, nemmeno due, con tre o quattro il fuoco è fatto!

S' febbrar n'n febbraraja, Marz mal-pensa

se a febbraio non fa freddo a marzo si prevede un clima pessimo.

febbrar è curt i amar!

significa che febbraio è corto, ma anche molto freddo.

N'Zandandonj n'ora m'tròv

nel giorno di S.Antonio (17 gennaio) le giornate guadagnano un'ora di luce.

Marzo: marz marzitt i capritt mì ha miss n' palm d' cornitt.

Aprile: n' davandà, che s' ji m' rtorn facc rattarmonna

se nei primi mesi dell'anno fa bel tempo, tanto da far nascere già a marzo un palmo di vegetazione (n' palm d' cornitt) bisogna stare attenti ai mesi successivi, che potrebbero presentarsi con un devastante ritorno di mal tempo e gelate (s' ji m' rtorn facc rattarmonna.

Carnval brutt brutt sé magnat n' prsutt, Quaresima bella bella sé magnat na sardella

indica l'attaccamento popolare alla Santa Pasqua; molti anni fa la Quaresima veniva rispettata davvero, il mercoledì delle Ceneri si ricorreva alla "Cenerata", tradizione con cui le stoviglie si cospargevano di cenere per pulirle meglio dai grassi con cui si erano sporcate durante il carnevale (la cenere, ricavata per lo più dalla legna da ardere, era l'antenata degli odierni detersivi); il fervore religioso indicava Carnevale come brutto brutto, fino a quel giorno si poteva mangiare carne "n'prsutt", la Quaresima era invece giudicata come un periodo piuttosto bello in cui la carne era bandita dai pasti "sé magnat na sardella", cioè una sardina.

Sol d'marz, rcala a ogn' palazz

il sole di marzo riscende su di ogni palazzo, significa che a marzo la bella stagione è ormai alle porte tanto che il sole comincia a riaffacciarsi anche sui vicoli più nascosti.

Natal ch'j solon…Pascqua ch'j trton

se il 25 dicembre è una bella giornata, secondo il detto dovrebbe farvi riscontro una Pasqua molto fredda, ( "i trton" è un grosso pezzo di legna).

Sand'Andogn ch'j rzzur, San Felic ch'j ammellure

"i' rzzure" è il tempo rigido, "j'ammellure" è lo sciogliersi della neve; la tradizione vuole che se in S.Antonio (17 gennaio) nevica e fa freddo, il giorno dopo (S. Felice) il tempo tende a un miglioramento.

I vèrn è quand fa no quand' endra

l' inverno spesso non rispetta la sua durata effettiva ecco perché il detto dice: l'inverno è quando fa non quando entra.

La nev d' marz dura quand la femmna n'piazza

la neve di marzo dura poco (un tempo le donne frequentavano poco la piazza, anche perché era ritenuto sconveniente).

Quand arrannuvja n'goppa alla bbrina acqua n'goppa alla schina

se dopo una brinata mattutina il cielo si rannuvola all'improvviso spesso finisce col piovere, (nuvole sopra la brina, acqua sopra la schiena).

 

 

    Primavera

Quattr brilland, piòv quaranda

se piove il quattro di aprile, pioverà per 40 giorni.

April n'ndmutà, Magg fa cumma t' par

ad aprile non cambiarti con abiti più leggeri, a Maggio fai come vuoi, (Aprile è ancora freddo, a Maggio si possono anche usare vestiti più freschi).

Mè sabbat sand vè, se luna piena d' Marz n'n è Pasqua si presenta sempre con la luna piena di Marzo.
Magg ortolan, assè paja e poch gran se a Maggio la vegetazione di campagna è in anticipo ne risentirà più in là.
Val cchiù nn' acqua tra Magg i Ggiugn, che n' carr d' or e cchi j' tira l'acqua è talmente utile per la campagna in quel periodo che il proverbio dice che vale più di un carro d'oro e gli animali da cui è trainato
Palma assutta è gregna m'bossa…

Palma m'bossa è gregna assutta.

una Domenica delle Palme non piovosa (Palma assutta) corrisponde a una mietitura piovosa (gregna m'bossa), una Domenica delle Palme "bagnata" indica il contrario.
E' mèj na mala mort', che nn' acqua d'giugn' la nott'! generalmente durante le notti di Giugno non piove mai ma, quando succede, l'acqua viene giù con una violenza tale da far preferire una cattiva morte.

 

 

    Altri Proverbi

Arc' d'lla sera bòn tèmp mena, arc d'lla matina 'rrempie i' fntanil.

l'arcobaleno della sera auspica tempo buono; con un arcobaleno mattutino si prevedono forti piogge.

Chi mena prima mena pijtus, ma chi mena dopp' mena d'lrus! chi mena per primo lo fa pietosamente e chi lo fa dopo lo fa in modo doloroso.
Quel' che fà i v' ndsia e i vindsett' i' mes dopp t'aspètt! il tempo che fa il 26 e il 27 è quello che si avrà per tutto il mese successivo.
Pan i cappa n'n s' lassa, p'rchè n'n s' sa addò s' ncappa! ci sono cose di cui è meglio non dimenticarsi mai dato che non si sa in che si può incappare, come il mal tempo, ("pan i cappa"= pane e mantello).
A' da sci all'ora dei pastori  davvero difficile da interpretare, sembra si usasse col mal tempo suggerendo di uscire al primo miglioramento.
Chi te la faccia, s' marita, chi no rmana zita con questo proverbio si invitavano le ragazze ad osare di più, perché solo con un po' di sfacciataggine si evitava di restare zitelle.
Chi ben si trica, bon s' marita quest' altro proverbio "matrimoniale" ammoniva (a differenza del precedente) le ragazze ad aspettare il più possibile a sposarsi per avere un matrimonio felice.
Calend chiar' mes turbd in dialetto le "calende" indicano i primi 12 giorni dell' anno, ad ognuno di quei 12 giorni corrisponde un mese, se uno di quei giorni è sereno o poco nuvoloso il mese corrispondente avrà un cattivo tempo, al contrario se uno di quei 12 giorni pioverà o nevicherà il mese corrispondente sarà climaticamente buono; ess. il 5 gennaio rappresenta nelle "calende" il mese di maggio, cosi come il 12 gennaio corrisponde a dicembre.
Chi lassa la vi vecchia p' la gnòva, i gué ch' n' ndè i trova! è un ammonimento per tutti quelli che azzardano nuove scelte o decisioni, abbandonando ciò che di buono avevano fino a quel momento.
P' lla canna, s' perd la messa granda! per fare pranzi, cene, dolci e cenoni; soprattutto nei periodi di festa, si rischia di perdere le messe più importanti dell'anno. (dedicato a tutte le casalinghe ortonesi!)
Val' più chi t'onora, che chi t' satolla! il puro e semplice rispetto vale più di un regalo (che spesso è pura e semplice adulazione).
Vraccia' m' bétt, i gamba' ai létt! "braccia in petto e gamba al letto"; consiglia la convalescenza dopo un malanno o un infortunio.
La rrobba d' j' avaron s' la magna i sciampagnon i beni degli avari verranno sperperati da scialacquatori.
Occhj ritt còr afflitt' occhj mang còr frang si riferisce a quando gli occhi battono o tremolano; sentimentalmente, quando batte l' occhio destro (ritt) il cuore è afflitto, quando invece batte l'occhio sinistro (mang) il cuore è libero da problemi sentimentali.
S' a ogn' sass ch' ngundr c' dè na zampata, quand' è la sera l' scarp n'n l' tia chiù "se dai un calcio a ogni sasso che incontri resterai senza scarpe"; gli ostacoli che la vita ci mette davanti vanno affrontati sempre con parsimonia e scrupolo altrimenti potrebbero avere risvolti negativi.
Chi prest s' procura, con gust' magna! se si è svelti nel fare un servizio, si avrà tutto il tempo di mangiare con comodo.
"Addò s' magna, evviva la Spagna!" "dove si mangia evviva la Spagna" invita a stare dalla parte più conveniente, (il riferimento alla Spagna dovrebbe nascere dal fatto che i soldati italiani che andarono a combattere nella guerra civile spagnola degli anni 30' ricevevano un compenso di denaro).
Gira, gira casc'ca n' dorn a chi la tira! le imprecazioni contro qualcuno, possono colpire proprio chi le lancia.
C' n' ora Di' lavora! "con un ora Dio lavora" indica l' importanza di un ora di tempo nel fare qualcosa.
Chi gode na' vòta, n'n pena sembr'! chi gioisce una volta non soffre sempre.
Ogn' lassata è persa ogni occasione perduta, è persa per sempre.
Chi' magna pòc, magna sembr è l'equivalente di: "meglio un uovo oggi che una gallina domani", in un epoca di privazioni invitava ad accontentarsi di quel poco che si aveva.
Aria roscia…o' vend o' m' bossa "aria rossa…o vento o pioggia" equivale al detto "rosso di mattina, mal tempo s' avvicina".
Guè c' la pala, mort ch' n'n vènga "guai con la palla, morte che non venga" indica che bisogna sopportare i guai, esorcizzando la morte che è il peggiore di essi.
A l' ben' fatt' chiamà, a l' mal curr "alle cose belle fatti chiamare, al male corri" indica che agli avvenimenti positivi (feste o matrimoni) c'è sempre bisogno di un invito, in quelli negativi bisogna andare senza che nessuno ci chiami.
S' rpon' l' pan, no i lavor si ripone il pane, non il lavoro.
Ogn' mravija, tre jurn dura "ogni meraviglia dura tre giorni" indica che un pettegolezzo per quanto possa essere cattivo dura relativamente poco e, per tanto, verrà presto dimenticato.
Chi' men' parla, men' pena paga chi parla poco meno sbaglia.
A bocca chiusa, n' endra mè mosca questi due proverbi hanno lo stesso senso, invitandoci a pesare le parole che diciamo, che a volte potrebbero ripercuotersi contro di noi.
Di' la ve'rté, i parla mal d' patrt! "Di la verità e parla male di tuo padre" significa che chi dice sempre il vero denuncerebbe il suo stesso padre.
Chi g'ira lecca, chi no s' secca! come dire…se si esce si rimedia qualcosa, se no non si rimedia nulla.
La b'llezza fin'alla porta, la bontà fin' alla mort significa che la bellezza è un bene relativo, più importante è la virtù della bontà. (La bellezza fino alla porta, la bontà fino alla morte)
Chi' p' mar n'n và, Di' n'n sa prgà "Chi per mare non va, Dio non sa pregare" i pochi montanari che si imbarcavano inquadravano con questo detto la grande sensazione di impotenza provata nei confronti del mare in tempesta.
Chi n'n-za salà, tre vòte c'r'và "Chi non sa salare, tre volte ci deve tornare" se in cucina non si sa usare il sale, si tornerà sui fornelli più volte.
Quand' a' turd' i quand' a' grij è l' equivalente del nostro "Quando tanto e quando niente"
Acqua e fòc Di c'da' lòc "Acqua e fuoco Dio gli da luogo" indica l'impotenza degli uomini davanti alla forza della natura.
Pòta d' bon' temp, i pòta d' tutt' i temp' significa che le potature in Agricoltura possono essere fatte in ogni periodo, pur che ci sia bel tempo.
A j'ort c'vol' j'om mort nella cura degli orti ci vuole cosi tanta attenzione che chi li cura quasi non può avere altri impegni, infatti il proverbio dice "All'orto ci vuole l'uomo morto"
Mort' all' improvvis, i mala v'l'ntà, Libera Nos Domine "Dalla morte improvvisa e dalla cattiva volontà Libera Nos Domine" il significato è chiarissimo e ci insegna che i nostri avi non erano neanche tanto ignoranti visto che a volte usavano anche il latino.

 

Voglio dedicare questa raccolta a mia nonna Domenica Del Gizzi (1899-1996) che mi ha raccontato questi proverbi quando ero bambino forse anche con la speranza di non vederne persa la memoria.

                                                                                            Cesare Maggi

 

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