One Big Mob

(Aw Yea! Aw Yea!)

RACCONTi

Happy Valentine!
Appuntamento al chiaro di luna


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Al non stava piu' nella pelle dall'eccitazione: era il giorno di S. Valentino, il grande Giorno. Non riusciva ancora a crederci, tanto da aver paura di sentire, da un istante all'altro, il suono della sveglia che gli avrebbe rivelato l'amara realta'.
Ma non era un sogno: ricordava ancora quando, solo due giorni prima, aveva chiesto un appuntamento alla ragazza dei suoi sogni. Il cuore gli balzo' in gola quando Lei (non osava pronunciare il suo nome, neanche nei propri pensieri) gli disse di si', con quel sorriso che Le aveva visto tante volte sfoderare, ma mai nei suoi confronti, se non nei sogni piu' arditi. La sveglia non avrebbe suonato, e lui non si sarebbe mai svegliato...
«...io non volevo ferirlo, ma non pensavo che sarebbe accaduto quello che poi e' successo. Accettai di uscire con Al solo per vedere come reagiva Max, che allora consideravo il miglior partito fra quelli che mi facevano la corte, e che, di sicuro, sarebbe andato allo "Happy Valentine" con i suoi amici.»
Povero Max: appena una settimana prima, la sua passione per gli animali feroci gli era costata cara. Nella sua casa aveva allestito un piccolo giardino zoologico: una processione di gabbie nelle quali allevava i suoi pupilli, la maggior parte dei quali importati illegalmente. Uno di essi doveva essergli sfuggito, perche' Max era stato trovato sgozzato e semidivorato; stranamente, pero', dagli archivi meticolosamente tenuti dallo stesso Max, sembrava risultare che tutte le bestie fossero al loro posto. Scartata l'ipotesi di un omicidio dissimulato, si penso' che la belva omicida fosse un nuovo esemplare appena acquistato e, quindi, non ancora catalogato. Anche la "ferocia e l'efferatezza con cui era stato compiuto il delitto sembrava escludere che fosse stato perpetrato da uno degli animali ritrovati sul luogo", come aveva scritto qualche scribacchino di chissa' quale giornale. Se solo avessero potuto immaginare, se solo sapessero...
«Quella sera feci molto presto, ed arrivai per prima. Mi sistemai al tavolo che tu occupavi stasera e cominciai ad aspettare. Ma Max mi vide e mi raggiunse al tavolo: poi...»
Mentre Al raggiungeva il locale, si chiedeva come mai Lei avesse scelto un ritrovo per single: avrebbe voluto passare a prenderla sotto casa sua, ma "Happy Valentine" ha le sue regole, fra cui quella che impone di arrivare da soli. Fra le mani teneva uno splendido mazzo di dodici rose rosse, che aveva scelto e colto personalmente nella serra che suo padre curava con un'assiduità maniacale, ben piu' di quanto si fosse occupato di suo figlio. Entro' nel locale e senti' la sveglia suonare...
«Quando Al entro', Max ed io avevamo gia' messo da parte i convenevoli: ci vide mentre ci baciavamo e...»
Al strinse forte i pugni mentre la sveglia emetteva il suo monotono cicalino. Si fece malissimo, perche' non aveva voluto ripulire gli steli delle rose dalle spine: al naturale avevano un fascino tutto particolare. Non credeva a cio' che vedeva: forse si trattava di qualcuno che Le somigliava o forse era solo un sogno, si disse, benche' tutto fosse contro tale supposizione; tutto tranne il suono della sveglia... Da un momento all'altro si sarebbe svegliato, sarebbe andato a scuola, avrebbe colto le rose e tutto il resto. Quando Lei si giro' verso di lui, non ebbe più dubbi: realizzo' che doveva solo riuscire a svegliarsi. Ma come ci si sveglia dagli incubi? In un attimo, Al comprese cosa fare.
«Prima di scappare via, Al lascio' cadere le rose che aveva colto per me, dodici splendide rose rosse, rese ancora piu' rosse dal suo sangue. Non riuscii neanche a fiatare: corse via a rotta di collo e, penso, si diresse subito verso casa.»
La luna piena si stagliava nel cielo, riflettendosi nelle pupille di Al mentre correva disperato verso casa sua. La sveglia continuava a suonare: Al avrebbe voluto allungare la mano per spegnerla, e cosi' svegliarsi, ma la sveglia suonava solo nella sua mente. Per fortuna i suoi genitori si amavano ancora; quantomeno fingevano di farlo, e quella sera erano fuori a festeggiare. Frugo' nel cassetto del comodino del padre, scosto' via mutande e profilattici, e trovo' ciò che stava cercando. Finalmente, il suono della sveglia avrebbe cessato di angosciarlo e di quel brutto sogno non sarebbe rimasto altro che qualche vaga reminescenza dispersa nel vuoto della mente.


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