One Big Mob

(Aw Yea! Aw Yea!)

RACCONTi

Nemesi
Un racconto in tre punti


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La nave parve rallentare ancora la sua lenta corsa, mentre si avvicinava, e Fred scorse di nuovo la figurina bianca sul ponte della nave in netto contrasto con le altre figure nere, quasi ombre, che si aggiravano indaffarate o correvano chine, in una strana posizione, da una parte all’altra del ponte: gli ricordavano tanti padri in attesa che la moglie uscisse dalla sala parto, oppure... il suo cane, a mezzogiorno, mentre attendeva che gli desse da mangiare. La figura, invece, stava immobile sul ponte, completamente avvolta nell’uniforme bianca che sul petto aveva un segno rosso che ricordava vagamente una croce: una crocerossina? Probabile, si disse Fred, con quel poco di lucidità che ancora gli restava, mentre la fame lo attanagliava e l’emozione lo straziava. Minacciava di perdere i sensi da un momento all’altro, ma strinse i denti cercando di tenere duro finche' si fosse trovato al sicuro sul veliero che, seppur lentamente, prima o poi doveva pur arrivare.
Mentre le vele nere si stagliavano, ormai, a poche decine di metri da lui, comincio' a notare qualcosa di familiare nella strana figura candida che, alla sua vista ormai appannata, sembrava risaltare in modo innaturale sul ponte della nave, forse... Non gli riuscì, di completare il pensiero: troppe emozioni, nel giro di pochi minuti, lo fecero crollare a terra, esanime, con gli occhi velati di amarezza mentre sulle labbra gli si formava un sorriso beffardo...


Il risveglio fu istantaneo.
Si trovava a bordo della nave, e... ed era ancora vivo!!!
Si ricordava, confusamente, di come aveva ceduto proprio quando la salvezza era a portata di mano, ma dopotutto ce l’aveva fatta...
Ci mise almeno un minuto per accorgersi che qualcosa non andava: al suo risveglio non c’era un soffice guanciale a confortarlo, ne tantomeno un letto, o qualsiasi cosa che ricordasse un giaciglio. Era in piedi, sul ponte, nel punto in cui aveva notato la strana figura bianca, o forse...
Si giro', e la rivide davanti a se', immobile come se avesse incrociato lo sguardo di una Gorgone. Non era il comandante (o si diceva capitano?); non era nemmeno una crocerossina. Era un uomo (ma era veramente un uomo?) completamente ricoperto da un telo bianco che, chissà come, Fred intuì essere...un sudario! La macchia rossa che si notava sul petto, era stranamente in rilievo, sollevata rispetto al resto della candida superficie del telo; e non si trattava, certamente, di un disegno o di decorazioni militari: era sangue.
Il pensiero che stava prendendo forma nella testa di Fred prima che svenisse, ritorno' più forte di prima e, stavolta, perfettamente compiuto. Certo, era impossibile ed apparentemente privo di ogni logica, come un quadro di Escher, ma quando l’essere si mosse, facendosi cadere di dosso il sudario, dovette per forza di cose ricredersi.


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