One Big Mob

(Aw Yea! Aw Yea!)

RACCONTi

Nemesi
Un racconto in tre punti


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Fred, non avendo niente di meglio da fare, rimaneva ad ascoltare le storie che Jim gli narrava, storie che, in un’altra circostanza l’avrebbero fatto sghignazzare sul fatto che "c’e' davvero gente che legge questa roba", ma adesso... Non poteva evitare di rabbrividire quando Jim gli descriveva, nei minimi dettagli, le orripilanti creature partorite dalla mente di Hodgson, di Smith, di HPL, e di altra gente che non aveva mai nemmeno sentito nominare. Certo non era la più rincuorante delle occupazioni ma, in un modo o nell’altro, si doveva far passare il tempo e, soprattutto, distogliere la mente dal cibo. Le provviste, infatti, erano scarse: con la cella frigorifera fuori uso, restavano alcuni barattoli di carne secca, dei sottaceti ed un bel po’ di fagioli. Razionandole con cura, riuscirono ad ottenerne un buon numero di porzioni, sufficienti per più di un mese e mezzo, ma altamente insoddisfacenti per gli stomaci di due naufraghi affamati.
Si trovo' spesso a pensare a come fosse strana la loro situazione: si trovavano a poche miglia dalle rotte di solito frequentate dalle navi (aveva controllato su di una cartina miracolosamente scampata alla distruzione), eppure nessuna sembrava aver bisogno di passare da quelle parti. Di questi pensieri era solito sbarazzarsi pensando a quando finalmente avrebbe riabbracciato amici e parenti, ma a volte gli tornava in mente una delle storie che Jim gli aveva narrato, forse la più terrificante nella sua assurda semplicità...
Si diceva che quei mari fossero infestati da una mostruosa quanto sadica creatura, adorata da alcune antiche religioni sotto il nome di Dagon. Questo dio-mostro soddisfaceva i propri bisogni provocando quei naufragi e facendo in modo che vi fossero dei superstiti, dopodiche' si sbarazzava del relitto e dei cadaveri spedendoli nella dimensione da cui egli stesso proveniva. Infine, si gustava la lenta morte dei sopravvissuti mentre la sua diabolica mente già progettava un nuovo, spaventoso «incidente». Malgrado nella Bibbia sia riportato come Dagon, dio dei Filistei, fosse stato ripetutamente sottomesso da Jehova2, coloro che ne venivano in contatto, atei o ferventi credenti che fossero, preferivano mille volte la morte, piuttosto che una vita di orribili ricordi e snervanti paranoie...
La nave continuava ad avvicinarsi, lentamente, come se avesse tutta l’eternità davanti a se. Fred, pero', cominciava a sentirsi nient’affatto bene; lotto' per resistere all’inedia: sarebbe stata una beffa se dopo tutto questo tempo, dopo aver contato i giorni, le ore e i minuti, la morte l’avesse colto ad un passo dalla tanto sospirata salvezza. Le razioni di cibo erano finite, ormai, da tre giorni, e Fred non avrebbe mai immaginato di poter resistere tutto quel tempo senza mangiare. Con la morte di Jim, gli sarebbero bastate per altre due settimane, ma l’amico, improvvisamente impazzito, aveva preso a divorarle voracemente, urlando come un assatanato e facendosi scoprire da Fred e... Ma era inutile pensarci proprio ora: Jim era morto, lui era vivo, e qualcuno l’aveva finalmente raggiunto.


2 Samuele I: 5,1-10


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