Adesso vedeva davanti a se' cio' che una volta era stato un uomo. Era parzialmente ricoperto di
alghe verdognole e rossastre, che lasciavano liberi solo il viso ed una parte
del torace. La sua faccia era ridotta a poco più di un teschio, cui rimanevano
miracolosamente appiccicati alcuni brandelli di carne, ma a Fred parve di
riconoscere il ghigno indolente che si andava formando sui denti ormai privi di
gengive, anche se sembrava esserci un non so che' di strano...forse erano quei
canini, incredibilmente più grossi degli incisivi e così appuntiti... Quando il
suo sguardo si poso' sul torace, non ebbe più dubbi: all’altezza del cuore,
laddove si allargava la macchia rossa che aveva notato da lontano, la punta di
un coltellaccio da macellaio sporgeva dai residui della sua carne morta. Non
ebbe bisogno di guardare il manico del coltello per capire che si trattava
dello stesso oggetto con il quale aveva ucciso Jim...
Fred cercava il coltello con il quale aprivano i barattoli di fagioli e che, quel giorno,
sembrava stesse giocando a nascondino; poi sentì le grida di Jim, e corse a
vedere cosa succedeva. La prima cosa che aveva notato era il coltellaccio,
sporco come se fosse stato usato, buttato lì a terra. Poi l’aveva visto: banchettava
con gli ultimi rimasugli delle loro provviste mentre diceva che ormai tutto era
perduto, che erano nelle sue mani, che lui non avrebbe mai permesso loro
di sfuggirgli. Jim invito' Fred a servirsi: sarebbe stata una sorta di ultima
cena, e poi si sarebbero dati insieme la morte. A queste parole Fred, senza
aver il tempo di pensare a cosa faceva, afferro' il coltello e, con forza
straordinaria dettatagli da un impeto sovrumano, glielo pianto' nella schiena,
trapassandolo da parte a parte. Jim, colpito al cuore, morì senza avere neanche
il tempo di sorprendersi.
Ma adesso sembrava che Jim fosse tornato per... Perche' era tornato? Per vendicarsi, forse?
Certo! Perche' altrimenti?
Fred non stette certo lì a porsi simili domande, ne' tantomeno cerco spiegazioni dai
resti animati del suo redivivo amico. Corse via, verso la fiancata del veliero,
per buttarsi in acqua e raggiungere a nuoto il suo relitto.
Stava proprio per buttarsi quando gli parve di scorgere nell’acqua increspata una sorta di
statua rappresentante un essere metà uomo e metà pesce, simile ad un tritone
ma, nel contempo, diverso da loro. Alcuni particolari gli davano un’aura di
malvagità e di onnipotenza, e le sue dimensioni erano spropositate. Tale era la
ricchezza dei particolari, nella rifinitura dei lineamenti, nell’espressività
dello sguardo, che la statua sembrava muoversi di propria volontà, anziche'
seguire i capricci delle onde. Sembrava davvero viva... e forse lo era, ma Fred
non poteva indugiare oltre, altrimenti sarebbe diventato cibo per zombie.
Si tuffo' e nuoto' verso il relitto, raggiungendolo con una velocità che non avrebbe mai
sospettato. Fu altrettanto abile nell’arrampicarsi fino ad una falla apertasi
al di sopra della linea di galleggiamento, da cui raggiunse il ponte della
nave: forse che la fortuna stesse tornando dalla sua parte? Forse...
Si diresse verso punto in cui era rimasto ad aspettare che il veliero arrivasse per un’ora
che a lui era sembrata una piccola eternità e che adesso sembrava più lontana
dell’alba dei tempi. Quando vi giunse, lo spettacolo che gli si paro' dinanzi
agli occhi non fu dei più confortanti: quelle che da lontano sembravano tante
silhouette che si aggiravano per il veliero, adesso erano tutti raggruppati in
quel punto, e...
Mio Dio! Doveva essere un sogno, ne era certo, anzi uno stupido, fottutissimo incubo!
No, tutto cio' non poteva essere. Una cosa del genere non aveva ne' ragione ne'
diritto di esistere. Quello era il punto di non ritorno: fra poco si sarebbe svegliato,
ne era certo, e si sarebbe trovato al sicuro, nel letto di un’infermeria, e non
si sarebbe nemmeno ricordato di Jim, con le carni appese, le ossa sporgenti ed
i canini aguzzi, ne' di Dagon che lo scrutava dal fondo del mare con un ghigno
soddisfatto, ne' dei ghoul che si scannavano a vicenda mentre si cibavano del
suo cadavere...
Ne era certo, ne era certo...
DeK |