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What is this thing that builds our dreams yet slips away from us?
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La sagoma di una nave si delineo' all’orizzonte.
Fred si chiese se poteva trattarsi solo di un miraggio: ormai la fine gli sembrava vicina, e
non sarebbe rimasto tanto sorpreso di scoprire che si trovava già all’altro
mondo e che quella nave era venuta a prenderlo per portarlo nell’Aldilà. Ma la
speranza e' sempre l’ultima a morire, così... si diede un forte pizzicotto sulle
guance ormai smorte e avvizzite, facendosi un male dell’anima.
Dopotutto, quei due mesi di attesa non erano stati vani. Più volte il suicidio gli era
parso il sistema migliore per mettere fine a quella storia; ma ora la salvezza
era vicina, e la sua vita sarebbe tornata quella di tutti i giorni.
Da due mesi, ormai, aveva perduto ogni contatto con il mondo: quel dannato uragano aveva
messo fuori uso tutte le apparecchiature presenti sulla nave, radio compresa.
Se, al suo ritorno fosse riuscito a mettere le mani sul tizio che aveva previsto
calma piatta per tutto il viaggio...
Man mano che la nave si avvicinava, non pote' fare a meno di notare che si trattava di un
veliero. Gli ricordava quei modellini che gli regalavano da bambino. In
effetti, gli mancavano le bocche per i cannoni, ma in compenso aveva delle
immense vele... nere! A quel punto non si sarebbe stupito più di tanto se avesse
visto sventolare il vessillo dei pirati.
Si stupì, invece, quando vide, sulla prua della nave, una figura che risaltava in
particolar modo, a causa del suo abito bianco come la spuma del mare
increspato. Poiche' sul suo petto sembravano esservi delle decorazioni, e
siccome tutti erano indaffarati tranne lui, penso' che si trattasse del
comandante o come cavolo si poteva chiamare quello che comanda sulle navi, ma
non riuscì a giustificare il suo stupore nell’osservare quella figura
dall’aspetto alquanto strano: sembrava, infatti, avere una marcata protuberanza
sulla schiena, come una gobba. Ma non giustifico' le sue emozioni in questo
modo: era più probabile, penso', che la cosa fosse dovuta al fatto che
quell’uomo era la prima persona che riusciva a vedere dopo venti giorni...
Solo due persone erano sopravvissute: per quaranta lunghi giorni, Jim gli aveva fatto
compagnia, poi... Adesso Jim faceva compagnia ai relitti delle navi che, a quanto
si diceva, pareva prediligessero quella zona, il Triangolo delle Bermuda, per
scavarvi la propria tomba. Centinaia di leggende più o meno ataviche, cercavano
di spiegare il fatto che tali navi parevano volatilizzarsi all’improvviso,
senza lasciare traccia di se: si parlava di portali dimensionali, dei raggi
traenti degli UFO, di innominabili orrori tentacolati, di abitatori delle
profondità marine provenienti dalla sommersa Atlantide.
Jim conosceva molte di queste leggende: era uno scapolo impenitente e nel tempo libero
(praticamente sempre) leggeva molti libri, concentrandosi particolarmente sulla
narrativa fantastica e su quei manuali truffaldini che spacciavano per storie
vere, leggende raccolte qua e là per il mondo, e per incantesimi delle strane
ricette dagli ingredienti fantasiosi e arabeschi. Alcuni di quei libri
parlavano di creature che neanche il più folle dei demiurghi non sognerebbe mai
di creare, ed ognuna di loro sembrava avere a che fare col famigerato
Triangolo.
1 QUEEN, "Who wants to live forever" (1986)
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