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di Antonio Padellaro
Silvio Berlusconi esce di corsa dal Consiglio dei ministri dove
è in corso la rissa Bossi-Buttiglione sullimmigrazione
e annuncia al mondo che, grazie allarresto di ben 241 criminali,
soprattutto pericolose extracomunitarie dedite alla prostituzione,
«le forze del bene hanno trionfato sulle forze del male».
Lindomani (cioé ieri), lintero sistema mediatico,
con poche eccezioni, dedica grande risalto alle forze del bene che
si prodigano per tutelare la sicurezza dei cittadini. I litigi nel
governo, naturalmente, finiscono a fondo pagina. Nei telegiornali,
sui giornali il premier, dunque, ha vinto una volta ancora. Gli
elettori, chiamati fra pochi giorni a esprimersi, ne terranno conto.
Luso politico della comunicazione è quasi una necessità
per ogni governo che si rispetti. La manipolazione delle notizie,
abituale nei regimi autoritari, è una patologia nelle democrazie.
Mentre la disinformazione, legalizzata ed elevata a raffinato sistema,
oggi, per quanto ne sappiamo, è al potere soltanto in Italia.
Cè la concentrazione di una parte ampia di emittenti
e di organi di informazione sotto il controllo, diretto o indiretto,
del presidente del Consiglio. Ci sono i riflessi condizionati dei
media, il cane di Pavlov che, il piccolo grande comunicatore, minaccia
e blandisce. Un combinato disposto che ha prodotto e spacciato la
favola di Berlusconi artefice dellingresso della Russia nella
Nato. Un accordo che altri avevano trattato e concluso e che una
sera il premier ha fatto suo, bruciando sul tempo lannuncio
ufficiale di Bruxelles. La stampa è quasi obbligata a cascarci:
Palazzo Chigi comunica, le agenzie rilanciano, i tg annunciano,
lurgenza preme. Smarcarsi dalla concorrenza che ha già
il titolo in pagina, non è possibile. Fa niente che Mosca
sarebbe entrata nella Nato anche senza Berlusconi. Quella è
ormai diventata la notizia del giorno, anzi della notte.
Osservate, nelle rassegne stampa dei tg cè già
lui che sorride e stringe la mano a Putin. La storia è piena
di fame usurpate, di battaglie vinte e mai combattute. Domani il
premier potrà millantare: grazie a me la guerra fredda è
finita.
Gli studiosi più aggiornati ci spiegano che il successo dellUomo
di Arcore «trova il suo fondamento profondo nella capacità
di Berlusconi di accedere direttamente ai codici emotivi dellinconscio
collettivo» . Che lui si rivolge al bambino che è in
noi utilizzando massicciamente gli strumenti della manipolazione
semantica della realtà, dellaffabulazione, delledulcorazione
narrativa degli eventi (Alessandro Amadori nel bel saggio: «Mi
consenta»). Tutto vero, ma la falsificazione dei fatti, è
unaltra cosa. Mercoledì scorso doveva essere una giornata
mesta per leconomia italiana e per il governo che festeggiava
la prima candelina con la crescita impercettibile del Pil e la caduta
della produzione industriale. Un Tremonti paonazzo, più si
aggrappa allo zero uno, più scivola nel famoso buco. Un Marzano
imbarazzato, impapocchia previsioni. Di Berlusconi neppure lombra.
Poi, come il Settimo Cavalleria, arriva Moodys. È il
leader mondiale nel settore del rating: le sue valutazioni riguardano
lo stato delle finanze di migliaia di società e di un centinaio
di nazioni. Il giudizio sullItalia è migliorato, ma
le valutazioni di Moodys riguardano un arco compreso fra i
cinque e i dieci anni. Se un merito cè, va attribuito
quindi ai governi precedenti e alleffetto trainante dellEuropa.
Ma chi ci bada. La notizia falsa del giorno, rimbalzata da tg a
tg, è questa: «Moodys promuove lItalia,
la sua economia va». Tremonti rifiorisce, Berlusconi compare
su tutti gli schermi per diffondere la buona novella. Non era mai
accaduto che il giudizio attribuito al debito di una nazione fosse
utilizzato per motivi politici, dicono scandalizzati gli analisti
dellAgenzia a Roberto Rezzo dell«Unità».
In Italia succede di peggio. Un governo simpossessa di ciò
che non è suo per ragioni di bassa propaganda elettorale.
E la contraffazione viene presa per buona dal sistema mediatico,
mai sfiorato dal dubbio.
Freimut Duve, rappresentante Osce per la libertà dei media
ha detto che, con uninformazione del genere, quando entrerà
in vigore il Trattato di Nizza, lItalia avrà dei problemi.
Come se non li avesse già.
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