|
|
RUSSIA ADDIO Intervista a
Giulietto Chiesa Corrotti, criminali,
assassini alla corte dello Zar di Russia
Abbiamo incontrato Giulietto Chiesa a Mosca, dove lo scrittore e giornalista
italiano vive da circa vent'anni. Di recente ha pubblicato un libro dal titolo
"Russia addio", una denuncia diretta a tutto l'establishment russo, palesemente
corrotto, che ha portato la superpotenza, al collasso.
R. "Il libro "Russia addio" è stato scritto per un pubblico occidentale;
successivamente alcuni amici mi hanno proposto di pubblicarlo anche in Russia e così è
stato. Dato di fatto: qui sono state vendute 40000 copie, in Italia, con la 1° edizione
sono state vendute 5000 copie. Ho dovuto lottare per ottenere la stampa, ci sono riuscito
solo due mesi fa, ma non ha avuto finora una recensione seria. Anzi mezza stampa italiana
ha mentito sul contenuto perché è un libro che non fa comodo a nessuno, (lo stesso
atteggiamento è stato adottato anche dalla stampa americana); è molto polemico, fa nomi
e cognomi, analisi di fatti e discorsi. E' malvisto perché è inattaccabile, non essendoci
argomentazioni atte a farlo. Nella stesura adotto un tono entusiasta perché cito
ripetutamente nomi della leadership attuale russa (compreso Eltsin), accusandoli di aver
commesso gravi reati, di aver violato non solo l'etica, ma anche la legislazione russa. Ho
provato che il procuratore generale ha falsificato, insabbiato e chiuso casi chiaramente
criminali, incolpo Ciubajs di furto e lo stesso presidente Eltsin e il suo entourage di
responsabilità dirette per la guerra in Cecenia.
Quindi ci sarebbero gli estremi affinché qualcuno impugnasse le mie citazioni e mi
denunciasse. Ma nessuno, finora, ha avuto il coraggio di aprire bocca, nonostante in
Russia ne siano state acquistate 40000 copie; addirittura, so con certezza che al
ministero degli esteri circolano le fotocopie del mio libro.
D. C'erano degli interessi precisi dietro la guerra in Cecenia?
R. Ho dedicato all'argomento un intero capitolo del libro. Quella guerra è stata
freddamente e cinicamente organizzata a tavolino dagli uomini di Eltsin pensando che fosse
il modo migliore per recuperare prestigio al loro leader (che tra il '92 e il '94 ha
registrato un notevole calo del reting, una mancanza quasi totale di fiducia e di
credito). In vista delle elezioni, questi personaggi, hanno pensato che con una
"bella guerra lampo" rapida, vittoriosa e senza spargimento di sangue, avrebbero
dato prova a tutti i nazionali patriottici russi che il centro moscovita era potente e
capace di dominare la situazione, dimostrando a tutti che "Corvo bianco" era
l'uomo che difendeva la Sovranità dell' ex repubblica sovietica e l'integrità
territoriale.
Per mascherare la "svendita" totale della Russia, cosa c'era di meglio di una
guerra in Cecenia, dimostrando così la loro profonda fede patriottica e la contemporanea
capacità di ergersi a paladini degli interessi dello stato?
Intuendo che l'umore del pubblico si volgeva verso una difesa dell'interesse nazionale,
sottolinearono, con questa azione, la comunione di intenti. Quindi lanciarono la guerra
senza che ci fosse alcun motivo per farla; (infatti ci sono tutte le prove che Dudadev era
pronto a trattare) si poteva tranquillamente evitare quel disastro annunciato e la
conseguente spaccatura del paese . Decisero freddamente che il conflitto serviva e
lanciarono un'offensiva con un gruppo di ceceni al loro servizio, pensando di sbaragliare
Dudadev in pochi giorni. Primo fallimento. Il secondo avvenne quando decisero, nei giorni
successivi, di risolvere la questione inviando 300 carri armati che nel giro di poche ore
furono, però, distrutti. Così è iniziata l'offensiva contro la Cecenia: per un puro,
crudo, mostruoso, cinico calcolo di un ristretto manipolo di persone.
D. La Cecenia voleva dividersi veramente o anche questa è stata pura invenzione?
R. La base del ragionamento è quella che ho già esposto, anche se bisogna aggiungere il
groviglio inestricabile di interessi internazionali. Chiunque si intenda un po' di
strategia, capisce che la Cecenia è un punto nevralgico per il passaggio e lo smercio del
petrolio nel Caspio. Già nel '94 e nel '95, era chiaro per tutti che c'erano riserve
petrolifere di proporzioni tali da far credere che nei prossimi trent'anni il vero centro
energetico del mondo sarebbe diventata questa parte di Asia Minore. (Ed io sono d'accordo
con questa considerazione). Le riserve petrolifere della zona caucasica sono superiori a
quelle dell'Arabia Saudita, dell'Iraq e di tutti gli Emirati Arabi messi assieme;
perlomeno quelle accertate.
D. Ma questo non è più territorio russo...
R. Esatto, il territorio del Caspio è formato da Turkenia, Kazakistan, Azerbaijan e Iraq.
Il problema è che la maggior parte di questo petrolio è in mare, la divisione del
territorio marino non è stata effettuata. La spartizione risulta ancora controversa, ma
tutte le compagnie petrolifere sono già sul posto, anche le italiane (ENI, AGIP...). I
gruppi russi sono presenti in forza, ci sono inoltre gli arabi compresi gli emirati, gli
argentini; naturalmente gli inglesi (British Petrolium) gli olandesi (con la Shell). Tutto
il mondo del traffico energetico "dell'oro nero" è presente con grandi
capitali. Il problema è come estrarre decine di miliardi di barili di petrolio e
attraverso quali percorsi portarli in occidente. Questo è il nocciolo della questione,
capendolo si chiarisce il mosaico, tutti i tasselli vanno ad incastro: la guerra in
Cecenia, l'invasione dell'Afganistan e la politica americana in Iraq.
D. Dott. Chiesa, qualche settimana dopo la catastrofe alla Casa Bianca moscovita,
incontrai l'ex presidente della Corte Costituzionale Zorkin Valery e lo intervistai. Mi
disse: "non mi vergogno di affermare che la Russia è governata dalla mafia."
Cosa significa questa frase?
R. Significa esattamente quello che dichiara. In Russia, oggi, governa un gruppo di
paracriminali e questo non lo dico io, ma lo afferma anche il banchiere più importante
del mondo che si chiama George Soros. Lo ha sostenuto a chiare note; il gruppo che governa
è semicriminale ed io tolgo il "semi" perché ciò che è accaduto in questi
ultimi anni è una vera e propria spoliazione malavitosa da parte di uno sparuto gruppo di
persone (4000) che si sono agglomerate ai danni di 150.000.000 russi, espropriandoli: di
ogni proprietà e di tutto il potere economico, impadronendosi simultaneamente dello
STATO.
D. Ma non è accaduto lo stesso anche nel 1917?
R. In un certo senso sì, in termini diversi però, oggi è successo sotto l'etichetta
"democratica" dell'Occidente.
D. L'occidentale Soros, uno dei più grandi speculatori del mondo, da un lato sostiene che
il sistema è semi-criminale, dall'altro, invece, i suoi soldi vengono riciclati da tante
organizzazioni delinquenti che gli investono nei modi più disparati. Perché lo dice
della Russia e non lo dichiara dell'Occidente?
R. Perché la Russia non ha rispettato le regole, ed ha ragione. Lui non può essere
considerato un criminale perché adotta le regole del sistema democratico, le usa ma non
le infrange. In Russia si è andati contro le norme della democrazia, attraverso la
violenza e l'inganno e soprattutto attraverso un meccanismo: il pubblico è stato tagliato
fuori dall'informazione. Si è instaurata una forma velata di dittatura, chiamandola
demagogia, o sfruttamento della non consapevolezza della gente, ma ciò è stato
organizzato sistematicamente. Inoltre voglio aggiungere che nel libro cito tutti i
protagonisti di questa criminale commedia, dando voce direttamente a loro. Ad esempio,
quando il Sig. Ciubajs che recentemente è stato riassunto al governo (per la terza volta)
ha rilasciato un'intervista, raccontando la fase precedente alle elezioni presidenziali
del 1992 che sono state vinte perché questo gruppo, di sette o otto banchieri principali,
la "SEMIBANKRSHINA", ha pagato la campagna elettorale di Eltsin. Ciubajs spiega
come questo gruppo abbia pagato le elezioni di Eltsin: "Ci siamo seduti attorno ad un
tavolo e sono stato contento di scoprire che i miei interlocutori, quel giorno, decisero
che era giunto il momento di porre fine ai conflitti fra di loro, che avvenivano
assassinando i concorrenti". Capite? Il capo della campagna elettorale del Presidente
si riunisce con una cerchia ristretta di persone e si alza soddisfatto perché i più
importanti uomini della Russia, decidono finalmente di smettere di ammazzarsi. Cosa si
può aggiungere di più ?
D. Anche in Russia, come in Italia, esistono connivenze tra gli apparati politici e la
mafia? Qual'è la differenza?
R. Un'analogia stretta con la mafia italiana non c'è, i rapporti, invece, esistono e
questo Falcone lo aveva capito.
D. C'è pericolo che l'eredità nucleare cada nelle mani dei mafiosi russi?
R. A mio avviso questo pericolo non c'è e la prova sta nell'atteggiamento americano che
non manifesta alcuna preoccupazione. Il governo USA e Clinton non aprono bocca su questo
problema. Mi chiedo come mai. La risposta logica è: perchè gli americani hanno da questi
uomini, che controllano le armi nucleari, garanzie sufficienti a tranquillizarli.
L'esercito è stato completamente sfaldato ed i politici sono rimasti gli unici veri capi
che controllano la mafia. Ciò è molto evidente. Questi personaggi gestiscono,
completamente le armi nucleari e hanno utilizzato il denaro per costruire il più potente
esercito di repressione interna, (l'unico che funziona è l'esercito del Ministero degli
Interni che conta 300.000 uomini) l'ex Armata russa non esiste più. I fatti parlano
chiaro, sono andati con uomini e con aviazione in Cecenia e sono stati sconfitti, non
fanno più paura a nessuno. La situazione, ovviamente, soddisfa gli americani, perché,
sono certo, (anche se non ho le prove) hanno accesso e controllo in ogni stato di
emergenza, e potrebbero arrivare, rapidamente, al controllo delle armi nucleari. Secondo
me, hanno già questo dominio perché nel gruppo dirigente russo non c'è un uomo, a
partire dal Presidente Eltsin, che non sia sottoposto ad un potenziale ricatto. I servizi
segreti americani conoscono perfettamente, dove sono i conti della famiglia del
presidente, chi l'ha finanziata e come spende i soldi.
I Russi, al giorno d'oggi, non hanno alcuna autonomia decisionale, è fuori discussione.
Se per caso, improvvisamente, lo zar Boris avesse deciso di assumere atteggiamenti reali
di ostilità o polemica con l'occidente, sarebbe stato immediatamente spazzato via con
qualche articolo scandalistico o denigratorio sul Los Angeles Time o sul Washington Post.
La Russia, di fatto, è un protettorato, non è più uno stato sovrano.
D. Non le chiedo di indossare i panni del profeta, però, secondo lei, il popolo russo del
futuro come potrà uscire da questa situazione?
R. E' molto difficile per me rispondere a questa domanda. Sono indeciso tra due scelte, lo
riconosco apertamente, la prima è quella di credere che il popolo russo sia puramente una
vittima, la seconda invece, che porti complessivamente una responsabilità per quello che
sta accadendo.
Io vivo qui da 18 anni, non amo particolarmente i russi e sono convinto che tutti i
popoli, presi nel loro insieme, abbiano elementi caratterizzanti positivi come negativi,
non vedo fondamentali differenze sotto un profilo etico o intellettuale. Esistono invece,
contingenze come la storia, la geografia, il clima e le circostanze generali che
distinguono le diverse culture.
Dato che sono un osservatore e un cronista dei fatti, devo dire che io ho visto con i miei
occhi, non il popolo russo in generale, ma l'intellighenzia vendersi, rinunciare alla
propria autonomia. Dopo aver combattuto per 70 anni contro il comunismo, si sono inchinati
immediatamente a un nuovo zar peggiore del precedente e parlo dell'occidente in genere e
di Eltsin, che sono in pratica la stessa cosa.
Avevo decine di amici con i quali, non è che abbia rotto i rapporti, ma ne ho preso in un
certo senso le distanze; come si può tollerare certa gente che fino al giorno prima
combatteva per la libertà e il giorno dopo si è schierata a difesa dell' intervento in
Cecenia. Come posso considerare queste persone attendibili, coerenti e quindi degne di
rispetto ? Come posso avere dei rapporti con loro? Umanamente, non mi interessa.
D. Secondo lei ci sarà una rivolta civile in Russia?
R. Non lo so, non lo posso sapere, è difficile prevedere la risposta del popolo. C'è una
teoria che dice che la pazienza dei russi sia infinita. Per cui questa gente se ne
approfitta. 700.000.000 di dollari la spesa sociale, 20.000.000 di dollari di salari non
pagati e la situazione è diventata mastodontica, e non è mai accaduto in nessun paese al
mondo. Come è possibile che i russi non reagiscano, perchè?
Pazienza? Non credo. Sono convinto che la spiegazione sia un' altra, cioè non reagiscono
perchè non hanno gli strumenti per farlo, non hanno l'esperienza, nè le organizzazioni,
nè la società civile, tutto quello che da noi in occidente si è creato in 300 anni di
sviluppo, capitalistico e democratico. Qui non c'è mai stata la democrazia e dal
comunismo sono passati direttamente al capitalismo criminale.
D. Capitalismo criminale?
R. Capitalismo criminale, senza dubbio! Non ha nulla a che vedere con il libero mercato,
non fatevi ingannare dai negozi! Il mercato capitalistico è un'altra cosa, si producono e
si vendono merci. In Russia non si produce niente, semplicemente. Le merci che si vendono
qui, sono fabbricate in Occidente, sono state importate pagandole con una parte dei
proventi delle esportazioni di petrolio e di gas. Questa è l'economia russa attualmente.
E' mercato, questo? Ma non scherziamo !
Vede quella bicicletta che ho comprato? La producono a Taiwan, ma la cosa divertente da
capire è che io ho girato una settimana perché volevo comprare una bicicletta russa, non
credo che una bicicletta rappresenti il massimo della tecnologia. Questa, fatta a
Singapore, costa 250 $; ho trovato anche biciclette russe in vendita, ma costavano una
volta e mezzo in più, quindi 300 $, 350$. Tutti i commessi mi hanno detto : "non la
compri, le bici russe fanno schifo. Compri quella". Ormai questo paese è stato
completamente smembrato, distrutto, quindi tutta la sua produzione non esiste, perciò
parlare di mercato è una burla. E' un' ironia!
D. La chiesa ortodossa ha delle responsabilità in tutto ciò?
R. Gravissime responsabilità, la chiesa non ha fatto nulla, anzi, con la scusa di
difendersi dalla penetrazione ideologica ha adottato una linea esclusivamente difensiva.
Il paese che prima era totalmente chiuso, autarchico, è stato improvvisamente spalancato
all'occidente, questo è un fatto "positivo", ma questa repentinità lo ha
traumatizzato completamente, e solo una parte della popolazione lo ha capito. La chiesa,
in questa occasione, ha assunto un atteggiamento di chiusura totale all'interno delle sue
mura, cercando disperatamente di impedire l'infiltrazione di altre fedi, come una setta.
Poi, capendo che una parte della popolazione russa ortodossa sopportava, con fatica, con
dolore, questa invasione modernizzatrice, cosa ha fatto? Si è progressivamente spostata
su posizioni conservatrici e nazional patriottiche, per cui adesso, paradossalmente, si
trova a metà strada tra il rispetto per il potere ufficialmente al vertice, e
l'opposizione: comunista e nazional patriottica e di estrema destra, diciamo pure
fascista. Quindi la chiesa si colloca in una posizione estremamente scomoda; è totalmente
incapace di lanciare un messaggio di fede aggregante, è dominata da un immobilismo
totale. Il risultato di questo svilente quadro è che, a mio giudizio, non esiste, in
questo momento, una ripresa spirituale. Infatti, rispetto alla caduta di tutti i valori
precedenti, giusti o sbagliati che fossero, vi era comunque una società che viveva in un
suo ben delineato campo di forze, per così dire, culturale, intellettuale, perfino etico.
Quando imperava il comunismo c'erano dei doveri e delle regole che venivano rispettati;
autoritario, ma c'era comunque un ordine anche intellettuale, non solo sociale.
Improvvisamente, tutto questo è stato spazzato via. In tutto questo ci sono aspetti
positivi, ma anche negativi perché, mancando un qualunque altro apporto, milioni di
persone si sono trovate senza alcun punto di riferimento, e questo non si avverte soltanto
tra i vecchi, ma anche tra i giovani che non sanno più dove guardare, non ci sono idee.
Basta leggere la stampa, per accorgersene, la povertà, la caduta del dibattito culturale
e informativo, in questo paese, è desolante. E' impossibile leggere il giornale e trovare
argomenti intelligenti.
La Russia è stata invasa a valanga da quello che, di peggio, rappresenta l'occidente.
Arrivano tutti i pessimi film americani con il non trascurabile aggravante di essere in
mano ai monopolisti. Il cinema russo, è praticamente scomparso. Quindi è arrivato tutto
lo scarto che il consumismo più banale produce tenendo conto del fatto che stiamo parlando
di un popolo che per 70 anni non ha consumato.
Persino il Papa di Roma ha emesso delle dichiarazioni cruciali, capacitandosi che questa
invasione significava un abbassamento generale della moralità pubblica. Da noi tutto ciò
è stato mediato e c'è voluto del tempo per riuscire a realizzare un nuovo equilibrio, ed
è avvenuto in modo impercettibile, contrariamente, qui in Russia, è accaduto in modo
repentino, sei o sette anni, come una specie di bufera, come un tifone che ha spazzato via
tutto quello che c'era prima, sostituendolo con qualche cosa di più svilito e degradato.
Questo è il quadro attuale della realtà russa.
D. Come si colloca il ruolo di Gorbaciov in
questo quadro?
R. Gorbaciov aveva un progetto completamente diverso, ed è stato sconfitto
fondamentalmente per due ragioni che i russi non hanno capito, forse lo comprenderanno tra
una generazione.
D. E' stato molto criticato!
R. Sì, anche se non è poi così criticato, come lo si pensa in occidente, conosco un
sacco di gente che comincia a dire: " beh, forse aveva ragione lui". Comunque,
ma posso sbagliarmi, penso che il suo rating non sia l'1%.
Gorbaciov è stato l'ultimo leader che ha parlato in nome dell'Unione Sovietica, perché
lui voleva veramente riformare l' U.R.S.S., non distruggerla. Il suo più grave difetto è
stato quello di aver finito la carriera come segretario generale del partito comunista. La
sua idea era di rompere il partito comunista e di trasformarlo in un partito sociale
democratico. Voleva riformare la federazione marxista leninista, facendola diventare
un'unione di stati volontaria, che non sarebbero più stati 15, ma 10,11 non di più, pur
diventando qualcosa di diverso, sarebbero rimasti sempre una nazione, con la propria
politica estera e il proprio prestigio. I russi non hanno capito questo, l'hanno
attaccato, l'hanno colpito e lo hanno abbattuto, in questo senso ne sono responsabili,
soprattutto il ceto che compone l'intellighenzia, i meno abbienti, l'uomo della strada,
non ha colpe.
D. Un' altra domanda che le volevo porle è: personaggi come Zhirinovsky, che io ho
personalmente incontrato, sono burattini messi lì, show man... o sono seri? Anche perchè
adombrano ragionamenti apocalittici.
R. Zhirinovsky non è attendibile sotto nessun profilo. E' una pedina nella mani di questi
gruppi criminali, lo è stato fin dall'inizio. E' stato usato splendidamente, devo dire,
nelle, prime elezioni parlamentari e presidenziali. E' stato inventato come spauracchio
per l'occidente. "Attenzione se non vince Eltsin, è guerra!" Quindi è stato
manovrato perfettamente, più lui faceva il matto, più era chiaro che serviva a questo
scopo.
D. Cosciente o incosciente?
R. Lui non è per niente matto, bensì uno che sa condurre molto bene i propri affari, lo
ha sempre fatto ed è per questo che è diventato milionario in dollari. La prova è
corroborata dal suo atteggiamento parlamentare. Negli ultimi tre anni, Zhirinovsky ha
votato tutte le leggi principali, si è sempre opposto all'impeachment del presidente.
Lui, poi, lo dice apertamente in pubblico. Per votare l'ultimo bilancio, ha intascato 8
milioni di dollari offertigli da Ciubajs, cosa volete di più? In un corridoio della Duma,
Ciubajs ha detto a Yavlinski "perchè non hai accettato 8 milioni dollari? Perchè
non te li hanno dati?".
Zhirinovsky ha preso otto milioni di dollari che al cambio attuale sono circa 14 miliardi
di lire, io lo so per certo, la contropartita era il voto favorevole al bilancio statale,
ciò è avvenuto: quest'anno, l'anno scorso e l'anno prima. Zhirinovsky è pagato da
Eltsin, o per meglio dire dal gruppo dirigente russo.
D. I grandi scienziati, astronauti, scrittori e uomini di cultura, non hanno nessun potere
di fronte a questo? La Russia ha dei pregi grandissimi, come le ho detto prima, nuove
frontiere di scienza ; rimarranno sotto la sabbia?
R. Le posso raccontare una mia esperienza personale. Sono stato due anni fa a Cambridge
per una conferenza, nei corridoi dell'università, si parlava più russo che americano,
metà "dell'intellighenzia" scientifica russa è già emigrata, il resto vive
qui in condizioni deplorevoli. Troverà nel mio libro un capitolo sul suicidio di Neciay,
che si è sparato un colpo alla testa, perché non aveva neanche da vivere per sè, era
uno degli scienziati più illustri della Russia. E' un caso limite, ma interessante,
quindi la scienza è stata letteralmente azzerata come la cultura Russa. La realtà è che
in queste condizioni non c'è spazio per nessun finanziamento di qualsivoglia attività
reale. Impera la ruberia su scala nazionale e la mafia che non si è mai distinta per
attività mecenatistiche. La scienza è, a dir poco, depressa, e comunque non interessa a
nessuno. Voglio ribadire che agli esportatori di petrolio e di gas, non interessa lo
sviluppo dell'industria russa nè della cultura. L'intellighenzia di questa nazione, per
metà, si è venduta al miglior offerente, e quel poco che resta cerca in qualche modo di
sopravvivere.
D. Personaggi come Gorbaciov, avranno un futuro politico?
R. No, non credo, come persona forse potrà avere una certa influenza nella formazione
della nuova élite politica, che potrebbe teoricamente accadere.
D. Lui ha fondato un partito?
R. No, no nessun partito, ha una fondazione che si occupa di ricerca scientifica.
Naturalmente, lui continua a seguire la politica, esprimendo la sua opinione sugli
accadimenti che si susseguono nel paese, ma, in questo preciso momento sta lavorando ad un
progetto: cercare di unificare tutte le forze politiche alternative a questo regime. Lui
vedrebbe volentieri un'alleanza con Luzhkov, sindaco di Mosca, con Yavlinsky, che sotto un
certo profilo potrebbero costituire un punto di riferimento. Mikhail sta invitando le
forze democratiche, rimaste in Russia, ad unirsi per individuare una piattaforma e un
candidato accettabili per le elezioni del 2000.
D. Come vede il futuro del terzo Millennio?
R. Purtroppo sono pessimista. L'occidente, per metà consapevolmente e per metà
inconsapevolmente, ha permesso che questo paese andasse in frantumi, e questo paese andrà
in frantumi.
D. Potrebbe tirarsi dietro anche l'Occidente però...
R. E' quello che temo. Una Russia che non riesca a reggere. I confini di questa nazione
non reggeranno, non sono solo io a dirlo, basta citare Kissinger, oppure il saggio su
"Foreign Affair" che ha scritto Brzesinsky per capire fino in fondo il mio punto
di vista. Già prevedono che la Russia si spaccherà in tre pezzi e perciò bisognerà
fare una federazione: estremo oriente, Siberia e Russia europea. E' certo, questo paese
aveva tenuto in piedi bene o male un equilibrio mondiale. Proviamo ad immaginare la Russia
che si frantuma in pezzi, avvenimento del tutto reale, se si assume ad esempio il Caucaso.
D. Non riuscirebbero più a controllare le armi nucleari.
R. Prima di allora le armi nucleari saranno già state eliminate, non dimentichiamo che la
Russia si è già disarmata, molto di più di quanto il trattato non prevedesse. Il
problema vero è che le testate sono già state rubate da chi poteva farlo, perché, non
avendo una lira, sono state vendute a paesi come Iraq, Iran, Israele,ecc.
Il problema fisico delle armi nucleari è più per i russi che per gli altri. I missili
non partiranno più da qui, neanche se venisse al potere il generale Lebed con il
programma anti-occidentale. Il pericolo è che queste armi nucleari, compresi i
sommergibili, non cadano in pezzi. Questo è il vero pericolo. La Russia, da questo punto
di vista, è finita. Il sottotitolo del mio libro "Russia Addio",è "come
si colonizza un impero". Oggi come oggi, io non vedo la possibilità di alternative.
Anche perché non c'è mai stato un caso del genere nella storia dell'uomo, non si può
fare un paragone con il crollo dell'impero austro-ungarigo, avvenuto, anche questo,
abbastanza velocemente. Eravamo in un'altra epoca, e innanzi tutto non c'erano
interconnessioni finanziarie ed economiche come ci sono oggi, il mondo non era globale,
era avvenuto in modo consensuale, qui non è accaduto così, neanche dopo una guerra, è
stato un crollo quasi automatico dall'interno.
D. Gli Stati Uniti hanno fatto il loro gioco.
R. Non solo gli Stati Uniti, ma tutto l'occidente in generale che a sua volta era percorso
da diverse ipotesi. Non tutti volevano questa soluzione, però hanno vinto tutte quelle
forze che hanno pensato:
" se va in pezzi la Russia meglio, perché se la Russia resta così sarà comunque
un' antagonista". In America questo sentimento è molto radicato. Quando c'era
l'Unione Sovietica si diceva: " bisogna abbatterla!" Oggi, che non c'è più, la
Russia, in ogni caso, dà sempre fastidio, perché è un'altra idea della vita, del mondo
e del tempo e anche un'altra idea spirituale. Gli Americani sono incapaci di capire il
resto del mondo, e secondo me, stanno portando tutti noi in un bel guaio, la loro idea
della globalizzazione non potrà mai funzionare, perché non si può costringere
1.300.000.000 di cinesi a vivere e a pensare come gli americani, nè oggi, nè domani, nè
tra tre generazioni. Se la leadership del mondo rimarrà quella americana, e questa non
capirà che il mondo non può essere uguale al leader, e che per essere tali occorre saper
governare la diversità, allora sarà un serissimo problema. Badate che non sto parlando
di una cosa che avverrà tra 100 anni, ma che accadrà nei prossimi 20 anni, cioè dentro
questa generazione e noi tutti possibilmente vivi. Guardate cosa sta succedendo in Asia,
perché l'India e il Pakistan si sono messi a fabbricare bombe, perché Tokio, una delle
più grandi potenze economiche del mondo, non riesce a coordinarsi ? Perché sta crollando
l'economia asiatica con le varie interconnessioni ? Perché il mondo è globalizzato e
ciò non è un bluff. Gli Stati Uniti devono correre al riparo, ma non ci stanno
riuscendo, infatti, se crollassero le borse di Tokio, Singapore e Hong Kong, la catastrofe
sarebbe davvero inevitabile.
Quale tipo di globalizzazione ci stanno proponendo, se loro stessi non sono in grado di
gestirla.
Quello che fino ad ora abbiamo visto, è uno scherzo da bambini. I cinesi hanno dichiarato
chiaramente: "se 150 yen saranno scambiati a meno di 1 dollaro, svaluteremo lo
yuan". La situazione diventerebbe pressochè incontrollabile e gli americani
sarebbero invasi da prodotti cinesi e ciò significherebbe che l'intera bilancia di
pagamenti americana crollerebbe. Ecco la vera bomba atomica, salteremmo per aria come un
castello di carta. Sono tendenzialmente pessimista, infatti questi processi si stanno
verificando ad altissima velocità, si parla di 1,2,5, 6 anni, mentre non vedo in Russia
uno sbocco positivo a breve termine, perché? Semplicemente perché la Russia è troppo
ricca...
D. ... Paradossalmente...
R. Paradossalmente. Questi gruppi oligarchi, farabutti, ladri, e anche assassini, possono
contare su ricchezze così enormi che le loro riserve non si estingueranno tanto presto.
Intendo ricchezze personali. Loro continueranno ad attingere ricchezze da questo paese, se
fosse l'Italia sarebbe già crollata perché non ha risorse. Quindi, cacciare questi
"illustri" signori che hanno in mano ogni cosa, sarà difficilissimo, e
soprattutto, temo molto che se una parte della società russa decidesse di ribellarsi,
scorrerebbe il sangue perché questa gente si difenderebbe con le armi avendo una visione
così ristretta ed egoista... Se fossero intelligenti, l'avrebbero già capito. Quello che
sto dicendo è sotto gli occhi di tutti, possibile non riescano a vedere di essere
sull'orlo di una catastrofe, e che un pò di interesse nazionale deve essere soddisfatto?
Così pure un minimo di difesa delle basi produttive, intellettuali e culturali di questo
paese si deve salvaguardare. Si sono insediati come un cancro che lo succhia e potrà
farlo a lungo, nel frattempo il mondo sta procedendo ad una velocità straordinaria,
allora come fa la Russia a salvarsi da una situazione del genere? Mentre il resto del
mondo decide tutto nel giro al massimo di 10 anni, qui saranno in preda di questi
malfattori in combutta con la parte peggiore dell'occidente per almeno 10 o15 anni,
perciò un bilancio ottimista è difficile da prospettare, obbiettivamente...
D. Pessimista, ma anche realista, me ne rendo conto.
R. Questa è la Russia che ho sotto gli occhi. Voglio farle un esempio proposto nel mio
libro che ritengo imbattibile. Pensi soltanto alla linea di frontiera che divide la Russia
dalla Cina. Sono stato recentemente a Kamaras, una città di 1 milione di abitanti al
confine con la Cina, dove un terzo della popolazione ha gli occhi a mandorla. In
territorio russo, ci sono circa 6 milioni di persone che siedono sulle più grandi
ricchezze minerarie del mondo e non producono niente. Dall'altra parte della frontiera,
invece, ci sono 250 milioni di cinesi, che producono beni da commerciare con i loro
confinanti bolscevichi.
Pur di coltivare la terra, quelli sono disposti ad attraversare il confine ogni giorno,
legalmente o illegalmente.
Cosa succederà tra 10 anni se la Russia non saprà guardare a questa regione come ad una
parte integrante del proprio paese e non solo come un posto da dove spillare ricchezze?
Se anche a Pechino ci fosse il più efficiente, il più democratico e il più lungimirante
dei governi, non sarebbe in grado di arginare questo fenomeno di frontalismo agricolo.
Paradossalmente, ai tempi del socialismo reale, venivano dati degli incentivi a coloro che
andavano a lavorare nell'estremo nord. Potevano guadagnare due, tre volte il salario
medio, possedevano l'automobile e la casa nella capitale; adesso fuggono da quelle terre.
Davanti a questa situazione di squilibrio democratico, culturale, produttivo, la Russia
crollerà, di conseguenza si penserà cinese e se questo trend continuerà, nessuno potrà
impedirlo.
D. Grazie moltissimo dottor Chiesa per questo prezioso contributo.
R. Di niente,
grazie a voi.
Altri articoli del dossier:
DOSSIER RUSSIA: Introduzione di Giorgio
Bongiovanni
La vita nel cosmo, il fulcro della scienza futura di Costantino Paglialunga
La ricerca biologica del 3° millennio di Costantino Paglialunga
MIR: una
conferma dallo spazio di Giorgio
Bongiovanni
|
|
Mappa
del sito
Home Page
Indirizzi di
mail
Ultimissime
ù
Altri
articoli
Conosci
l'altra nostra rivista?
Russia Addio. Come si colonizza un impero.
Il recente libro pubblicato da Giulietto Chiesa
ritrae l'amaro disfacimento di una delle più grandi potenze della storia. |