TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

DOSSIER USTICA

di Bruno Resta
 

 

E SE GALILEI ...

"Il silenzio, l’ostracismo e la controinformazione (delle autorità americane sopratutto) nei confronti del problema ufologico sono stati classificati "congiura del silenzio".

Nella nostra indagine su Ustica, abbiamo incontrato l’ingegnere Bruno Resta che in seguito ad un avvistamento UFO avvenuto circa 25 anni fa, ha deciso di approfondire la tematica ufologica. Egli ha di recente pubblicato un libro intitolato " Da Galilei a Ustica", dal quale prendiamo in esame il capitolo che analizza il caso del DC9 esploso misteriosamente la sera del 27 giugno 1980.

" Il silenzio, l’ostracismo e la controinformazione (delle autorità americane soprattutto) nei confronti del problema ufologico sono stati classificati "congiura del silenzio". Così apre il suo scritto l’ingegner Resta che parte dall’assioma che della tematica ufologica i governi siano ben al corrente, ma stranamente coalizzati tra di loro, hanno deciso di attuare una "strategia del rilascio" gestita con il preciso scopo di rendere note informazioni reali miste a falsità in modo da far considerare questa realtà poco seria, mentre, nella mente della gente, comincia ad insinuarsi una possibilità che non siamo soli nell’universo. La tattica si sarebbe resa necessaria a seguito della scoperta, effettuata negli anni ‘40, che i cosiddetti oggetti volanti non identificati sarebbero pilotati da esseri extraterrestri che posseggono una scienza tecnologica ampiamente più evoluta della nostra. Non potendo ammettere davanti alla popolazione mondiale la palese inferiorità rispetto a questi esseri, l’ unica soluzione possibile è stata solo quella di evitare che si arrivasse al collegamento OVNI-INTELLIGENZE EXTRATERRESTRI.

In virtù di questa convinzione fondata su ampia documentazione all’interno del libro che per ovvi motivi di spazio non possiamo riportare, si basa la scrupolosa ricerca dell’autore che collega gli avvenimenti di Ustica alla realtà extraterrestre.

L’inchiesta muove dai quesiti lasciati aperti dalle indagini che malgrado siano state chiuse di recente dal giudice Priore rimangono irrisolti.

Primo fra tutti l’inquietante silenzio sulle notizie che il giudice stesso avrebbe dovuto riportare dopo il suo viaggio a Washington avvenuto nel dicembre 1992, dal suo ritorno, infatti, non si è più parlato di Ustica.

La tesi del missile poi supportata dall’intervento di alcuni marescialli russi che sostengono che il DC9 fosse stato colpito da ben due missili, è sicuramente più soddisfacente dell’ipotesi del cedimento strutturale, rimane però da provare come sia potuto accadere che due armi tanto sofisticate possano passare da parte a parte la fusoliera di un aereo senza esplodere. Forse ad uno può accadere, ma difficilmente a due.

Inoltre non si possono non menzionare i resti di un MIG libico rinvenuti nell’aspromente il 18 luglio 1970, il mistero infatti si infittisce perchè il primo referto necroscopico riferisce che il cadavere del pilota era vecchio di tre giorni, mentre una recente intervista al medico che curò la perizia sostiene che il decesso risaliva a 20 giorni prima e che era stato costretto a mentire da "due personaggi piovuti da Roma". Ci domandiamo per quale motivo.

Sui cieli teatro della disgrazia erano presenti che si sappia, con i loro velivoli, le aereonautiche militari di Italia, di Francia, Gran Bretagna, degli USA, di Israele, della Libia e dell’URSS. Nessuna esercitazione era in corso per ammissione delle autorità militari. Cosa facevano però tutti quegli aerei in quella zona, quel giorno?

Solitamente poi, se si assiste all’abbattimento di un aereo mililtare straniero, si hanno recriminazioni, denunce, si costringe la parte contraria alla ammissione di colpa come in passato è gia accaduto più volte tra le varie fazioni, ma questa volta tutti i governi tacciono e solidarizzano. Perchè?

I resti dell’aereo ritrovati a 2000 metri sotto il livello del mare, erano circoscritti entro una superficie di 300 metri quadrati, quando il rettangolo che circoscrive l’aereo integro è di circa 900 metri quadrati.

Cosa hanno mai subito quei rottami? Azioni meccaniche di depistaggio o azioni di una sconosciuta forza o improbabili azioni di correnti marine?

Tutte queste insolute domande si nascondono dietro al sempre più impenetrabile "muro di gomma".

La tesi dell’UFO, continua l’ingegner Resta, spiegherebbe meglio la dinamica degli eventi, anche se fino ad oggi la nostra cultura non contempla l’esistenza di oggetti volanti non identificati e tende a relegare il fenomeno nei meandri della credulità o del fanatismo.

IPOTESI DI RICOSTRUZIONE DEGLI EVENTI:

I libici vengono a sapere dell’UFO e mandano uno dei loro MIG per intercettarlo, ma fallisce e precipita in aspromonte. Dalla portaerei Saratoga decollano caccia americani, sopraggiungono poi velivoli di tutte le aeronautiche militari che possono raggiungere in breve tempo la zona. Qualche radarista dichiara che si è sfiorata una guerra. Il DC9 partito in ritardo forse proprio per l’anomalo traffico aereo si trova coinvolto nell’incidente. Le tracce radar non lasciano dubbi sulle cause del disastro, si tratta proprio dell’UFO. Sulla Saratoga che prima si dirigeva sul luogo del disastro per poi rientrare inspiegabilmente, si riuniscono le massime autorità militari NATO. Il "muro di gomma" creato intorno al disastro di Ustica dura da 18 anni, sicuramente non è stato improvvisato, ma ben architettato e nei minimi dettagli.

" Io non c’ero a Ustica, non ho esperienza diretta dell’accaduto e non posso mettere una mano sul fuoco a favore di questa tesi; ma una cosa è certa. A mio avviso, l’UFO spiegherebbe meglio del missile la dinamica dell’accaduto".

Resta prosegue senza avanzare pretesa alcuna di possedere la verità assoluta però auspica "una revisione del caso USTICA che potrebbe superare le residuali incongruità e incompletezze che questa analisi non va a colmare e che essezialmente sono:

La testimonianza del pilota capitano di Corvetta Bonifacio, che all’alba del 28 giugno, e quindi poche ore dopo l’incidente, sorvolando Ustica con un aereo Atlantic, avrebbe visto galleggiare il DC9.

Le quasi contemporanee collisioni aeree con il DC9 e con il Mig sono effettivamente tante anche per un UFO in difficoltà, a meno di non ritenere l’incidente del mig provocato dall'esaurimento del carburante."

Rimangono quindi molti e più interrogativi sulla strage di Ustica, certo è che come conclude l'ingegnere "l'indagine potrà progredire solo se si saprà e si potrà liberarsi dai limiti della convenzionalità e dai dogmi del mondo scientifico".

Per avvalorare la tesi dell’UFO occorre presupporre che sia possibile, quantomeno a livello concettuale, il viaggio interstellare e che conseguenzialmente sia consentito spostarsi ad una velocità superiore a quella della luce.

Si possono ottenere velocità superiori a quella della luce nel seguente modo:

l. si assume l’esistenza di un discontinuo immateriale (già chiamato etere) come supporto del mondo (la realta’ e’ una dimensione, a noi affine, del mondo);

2. tale discontinuo immateriale e’ il mezzo che consente la propagazione (a una velocità superiore alla velocità della luce) dei segnali in base alle sue caratteristiche "meccaniche";

3. se un corpo deve viaggiare da un punto A ad un punto E dello spazio, viaggerà il suo vettore di stato che e’ immateriale e che e’ il progetto di quel corpo;

4. il vettore di stato, una volta arrivato in B, utilizzando l’energia disponibile in B, si materializzerà (per ciò, che esso rappresenta) dando luogo ad una aggregazione affine alla dimensione di B. Quindi un viaggio nello spazio, condotto ad ipervelocità, puo’ consentire anche il cambiamento di dimensione, ovvero può consentire di approdare a dimensioni diverse dalla nostra purche’ la descrizione contenuta nel vettore di stato sia sufficientemente dettagliata.

Il DC9 di Ustica si sarebbe trovato a passare dove era fisicamente in atto la materializzazione di un Ufo, intesa come il compimento di un viaggio interstellare.

Quindi il DC9 ha impattato contro una zona di alta densità che, per farcene un’idea, possiamo immaginare di densità intermedia tra quella dell’aria e quella di una montagna.

Oltre al riscontro macroscopico, che consiste nell’avvenuto accartocciamento della parte prodiera dell’aereo, al fine di poter prendere per credibile quanto fin qui esposto, bisognerebbe essere in presenza anche di riscontri microscopici consistenti nel reperire nel fasciame della fusoliera, microfessurazioni e inclusioni di materiali diversi da quelli che costituiscono il fasciame del DC9.

Per quanto riguarda l’Ufo, l’incidente avrebbe avuto la funzione di devastare il "cantiere" della sua ricostruzione, ma nulla di piu’, perchè dopo l’incidente la materializzazione può essere stata ripresa ripartendo da zero.

 

Altri articoli del dossier:

Segreto di ... stati di Giorgio Bongiovanni+

Incidente non identificato di Roberto Doz

Un caso irrisolto di Umberto Telarico

The X File

 

Mappa tematica del Sito NONSIAMOSOLI

Mappa del  sito

 

 

 

 

 

Per tornare alla pagina iniziale

Home Page

 

 

 

 

Indirizzi di posta elettronica del gruppo

Indirizzi di mail

 

 

 

 

ultime novità e prossimi impegni di Giorgio

Ultimissime

 

 

 

Altri articoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La rivista mensile ufologica presente in tutte le edicole. Puo' essere tua a sole Lire 7.000 oppure con Videocassetta a Lire 19.900 ogni due mesi.

Conosci l'altra nostra  rivista?

 

 

 

 

 

 

 

 

Conoscere.... per scegliere

La rivista mensile ufologica presente in tutte le edicole. Puo' essere tua a sole Lire 7.000 oppure con Videocassetta a Lire 19.900 ogni due mesi.