FILOSOFIA DELLA SCIENZA
Per evitare ogni interpolazione di motivi metafisici più o meno consapevoli la
"scienza" fa appello all'esperienza pura come unico fondamento di se stessa e
intraprende una demolizione inesorabile di concetti e di presupposti che
apparivano anche saldamente consolidati a cominciare dalla distinzione tra mondo
esterno e mondo interno, riferito all'osservatore, nella quale ravvisa, invece,
il frutto di una rappresentazione artificiale e non certo un carattere
costitutivo dell'esperienza stessa. Questo però non comporta un passaggio a una
prospettiva soggettivistica perchè anche la nozione di soggetto viene criticata
e dissolta mostrando che si tratta del risultato di un processo di
"introiezione" per cui si attribuisce all'interno del pensiero qualcosa che
invece ha la sua sede unicamente nei fatti in esame. La scissione
dell'esperienza in oggetti e concetti e la collocazione di questi ultimi nel
cervello (o nella mente) come qualcosa di unicamente interno, donde il termine
"introiezione", sono infatti del tutto arbitrarie e non fanno che dare origine a
tutta una serie di problemi insolubili perchè mal posti e infondati (dualismo di
anima e di corpo, sede del pensiero, reincarnazione dello spirito, essenza di
Dio, ecc).
Citando Einstain, la relazione tra concetti ed esperienza è analoga non a quella
del brodo rispetto al bue, quanto a quella dello scontrino del guardaroba
rispetto al cappotto: non è però arbitrio, dice ancora Einstain, come quello di
uno scrittore di romanzi, dove dovendosi i concetti commisurare ai problemi
posti dalla natura, si mostra la loro validità nella capacità (umana) di
risolverli: nel suo sviluppo la fisica va verso una crescente senplificazione
dei fondamenti, il che ha però la conseguenza che i fatti si allontanano sempre
di più dall'esperienza rendendo sempre piu difficile cogliere i loro rapporti
con l'esperienza stessa. I concetti scientifici mirano quindi ad isolare certi
aspetti della realtà che si prestano ad essere simbolizzati consentendo una
concentrazione dell'esperienza del passato in vista della loro utilizzazione nel
futuro ed hanno senso solo per questa loro funzione utilitaria.
Si provi comunque a dare una spiegazione al paradosso di Banach-Tarsky che
descrive come creare dal nulla un centimetro cubo d'oro!
Il settore trainante della tecnologia è stato quello spaziale, seguito da quello
militare, poi da quello scientifico, poi dall'industriale, infine si colloca il
settore commerciale o consumer.
L'ingegneria genetica infine, l'ultima e più moderna branca delle scienze
biologiche si propone di modificare e migliorare alcune specie viventi vegetali
ed animali allo scopo di aumentarne il rendimento a vantaggio dell'uomo. Gli
scrittori di fantascienza si sono già lanciati nel descrivere fabbriche di
uomini artificiali ed hanno già incrociato cervelli umani con macchine
d'acciaio, propugnando l'avvento di semidei biomeccanici distruttori del genere
umano, creando perciò le basi della reazione. Tutto questo però è fantascienza:
ricordando quanto già detto sull'impossibilità del cervello umano di comprendere
sè stesso diventa improbabile, per l'uomo, arrivare all'interfaccia diretta del
proprio cervello con una macchina.
La nota stonata nell'ordine delle tecnologie riguarda però la tecnologia
militare. La tecnologia militare è la più avanzata e vi è speso parecchio denaro
pubblico! Quindi mentre gli altri settori sono più o meno collegati e si
propongono, almeno teoricamente, il "progresso", la tecnologia militare studia
il controllo e la eventuale distruzione e morte dei "nemici". Un
costosissimo bombardiere è progettato per distruggere e uccidere che "più non si
può", per non parlare delle bombe atomiche!
Nelle intenzioni dei fabbricanti di armi viene però ribadito il concetto che
bisogna pur difendersi, e le armi sono costruite solo per la difesa...
Le guerre, oltre ai loro aspetti catastrofici di sofferenza, distruzione e morte
provocano ogni volta un certo "rimescolamento" delle classi sociali e politiche;
per esempio la prima guerra mondiale ha creato, come abbiamo visto, che
condizioni che permisero ai contadini russi di abbattere il potere dello Zar. Se
la seconda guerra mondiale fosse stata invece vinta dalla Germania l'europa
attuale sarebbe sotto la dittatura nazista e fascista e nessuna forza
democratica le avrebbe mai potute abbattere, senza fare scoppiare una terza
guerra mondiale.
Soffermandoci quindi sull'immagine dell'esercito o della polizia, principali
"clienti" delle fabbriche di armi, ne risulterà chiara la necessità d'esistenza
in tutti i sistemi sociali dove la popolazione si conta a milioni di individui
sia per mantenere il controllo interno dello stato mediante l'impiego di
specialisti che altrimenti andrebbero a rinfoltire la massa dei disoccupati
alimentando i movimenti anarchici, sia perchè la popolazione stessa chiede il
controllo e l'eliminazione di criminali indesiderati. E i criminali, non usano
forse armi per terrorizzare e derubare?
La storia degli ultimi 50 secoli è un continuo succedersi di guerre di
oppressione e di sfruttamento di popoli; in natura, daltronde, non esiste la
"pace" o la "pietà", e la vita animale è una giornaliera imboscata e un continuo
scampato pericolo. Quasi tutti gli animali sono "preda" e "cacciatori", poche
"prede" muoiono di vecchiaia e nessuno porge "l'altra guancia". In natura esiste
il "proprio territorio" e "la femmina" per i quali SI COMBATTE CONTRO I PROPRI
SIMILI.
Sesso
Ogni uomo moderno o del passato sa cosè l'istinto sessuale: è l'espediente che
la natura ha escogitato per la continuazione della specie umana e di tutte le
altre specie animali, e si manifesta come quel centro di interesse e di
eccitazione vitale che spinge l'uomo al compimento dell'atto sessuale, e che
presenta diversi gradi di influenza: negli stadi finali di eccitazione l'istinto
sessuale è padrone del corpo e della mente e le azioni della copula sono
irresistibili e quasi automatiche. In molti casi l'istinto sessuale diventa più
forte dell'istinto di sopravvivenza; e tutto questo ha un nome: "AMORE".
I nostri più veri e più profondi pensieri sono sessuati. Tutta la nostra vita è
dominata dall'istinto sessuale. Il sesso è la prima cosa che si vede in un
essere umano quando lo si incontra per la prima volta; poi viene tutto il resto:
statura, forma del viso, posizione sociale. Il processo inverso avviene nel
dimenticare quella persona: ci si potrà dimenticare del colore degli occhi o dei
capelli, o dimenticarne il nome, o il suono della voce, e ciononostante quell'uomo
o quella donna continuerà ad esistere nella memoria, ma nell'istante in cui ci
si dimentica se era maschio o femmina allora è veramente sparito dalla
coscienza. Daltronde, il rapporto uomo-donna non è simmetrico nè equilibrato;
nell'equilibrio vi è la perfezione, la morte. Un uomo può mettere al mondo
centinaia, se non migliaia di figli - ammettendo che fossero disponibili donne a
sufficienza, mentre invece le donne possono avere solo pochi figli, uno per
volta, qualunque sia la quantità e la qualità degli uomini che hanno posseduto.
Il quadro generale della situazione, per quanto ancora lontano da una visione
globale, lascia poco spazio all'illusione che gli uomini siano felici e che si
possa continuare a vivere allegramente nell'ottica dello sfruttamento dei popoli
e delle risorse naturali senza preventivare guerre e catastrofi naturali (sulle
spalle dei più poveri). Così il positivismo, che ha dominato fino alla prima
metà del secolo - nonostante le guerre l'uomo aveva una grande fiducia nella
scienza e nel "progresso" - ha ora ceduto il posto al pessimismo, che vede il
mondo come una gigantesca pattumiera o meglio, una bomba a orologeria.
L'evoluzione dei popoli, daltronde, sembra obbligatoriamente passare dalla
struttura consumistica di massa, nonostante questa abbia già rivelato i suoi
effetti negativi, e la felicità umana sembra incentrata sul possedere tutti
quegli oggetti che i mass-media fanno apparire come "fondamentali".
Personalmente ritengo la felicità un bene collettivo e nessuno può mai sperare
di essere veramente felice mentre i suoi amici o altri uomini sono invece
disperati.
I desideri dell'uomo sono quindi totalmente mistificati dal potere del denaro;
finchè egli desidererà di possedere la luna o penserà di poterla comprare col
denaro - in natura non esiste il denaro, e non si può ricomprare la propria vita
una volta che essa è finita, e finchè considererà la morte come un male da
evitare ad ogni costo, non sarà mai felice. Quasi tutti, infatti, sarebbero
disposti a sacrificare centinaia o migliaia di altrui vite pur di conservare la
propria miserabile vita, e parecchi farebbero lo stesso solo per possedere un pò
di denaro in più...