interventi
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6
giugno 2001
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CORPO FORESTALE DELLO STATO: BASSANINI RICOSTRUISCE LA VICENDA
Con una nota, il Ministro della Funzione Pubblica Franco Bassanini, torna oggi sulla controversa questione del trasferimento delle risorse alle Regioni in materia di agricoltura e foreste e sulla cosiddetta regionalizzazione del Corpo Forestale dello Stato. "Il DPCM 11 maggio 2001, recante individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative da trasferire alle Regioni ai sensi dell’articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 4 giugno 1997, n. 143, è, come è stato sottolineato, un atto dovuto, emanato peraltro con grande ritardo rispetto ai termini ordinatori della legge" – ha detto Bassanini. " Come i precedenti 98 decreti in materia di trasferimento delle risorse alle Regioni, non è stata data comunicazione alla stampa della sua emanazione. Non è dunque vero che esso è stato adottato in forma clandestina da un Governo in regime di ordinaria amministrazione. Al contrario il Governo ha onorato l’impegno di completare, prima della fine della legislatura, l’attuazione del federalismo amministrativo e lo ha fatto nel rispetto delle leggi e delle prassi sempre seguite in questi anni.
L’iter del decreto è stato lungo, travagliato, ma del tutto trasparente.
Il primo testo fu redatto ancora all’epoca del governo Prodi dall’allora consigliere del Presidente del Consiglio, prof. Paolo De Castro. Una seconda versione vide il concorso del Ministro per l’Ambiente Ronchi e del Ministro della Funzione Pubblica Piazza. Il ministro delle Politiche Agricole espresse parere formale con lettera del 17 marzo 1999. Fu allora che la quota delle risorse umane da trasferire alle Regioni scese dall’80 al 70 per cento. La Conferenza Unificata e la Conferenza Stato-Regioni si espressero favorevolmente nelle sedute del 22 luglio e 5 agosto 1999, del 10 febbraio, 6 luglio, 12 ottobre e 21 dicembre 2000 e del 18 gennaio 2001. A tutte le sedute, salvo una, prese parte il Ministro delle Politiche Agricole, che non mancò di esprimere obiezioni e rilievi. La Conferenza Stato-Regioni ha poi sollecitato il Governo a emanare il decreto in diverse occasioni, da ultimo il 19 aprile 2001.
La Camera dei Deputati si pronunciò il 24 febbraio 2000, respingendo diversi ordini del giorno contrari alle regionalizzazione, approvando un o.d.g. Sedioli-Tattarini favorevole e un o.d.g. Molinari-Palma contrario (sic!).
La Commissione bicamerale per le riforme amministrative ha ricevuto lo schema di DPCM per il parere il 24 febbraio 2000: in base alla legge, essa aveva 45 giorni per esprimere il suo parere. Sempre in base alla legge, decorso tale temine il Governo è autorizzato a procedere.
Il testo emanato l’11 maggio contiene alcune disposizioni tendenti a mantenere l’unitarietà operativa del CFS con la riserva allo Stato delle competenze in materia di formazione, addestramento e mobilitazione, in conformità all’intesa raggiunta nell’autunno scorso in una riunione presieduta dal Presidente Amato con i Ministri Loiero, Bassanini, Pecoraro e Bordon e con i Presidenti Ghigo ed Errani, intesa poi formalizzata in una successiva riunione della Conferenza Stato-Regioni. In ogni caso, il DPCM prevede che il trasferimento operi solo a far tempo dall’inizio del 2002: ciò che consentirà al nuovo Governo e al nuovo Parlamento di rivedere la decisione adottata.
"Il Governo – ha sottolineato Bassanini – è tenuto ad applicare le leggi. Il Parlamento può cambiarle. Il decreto legislativo 143 del 1997 è legge, e in quattro anni il Parlamento non ha ritenuto di modificarlo. S lo vorrà lo potrà fare il nuovo Parlamento, eventualmente su proposta del nuovo Governo. Anche per questo, la regionalizzazione non scatterà subito. Ciò che è esattamente l’opposto del "colpo di mano" di cui sono stato slealmente accusato: ho temporeggiato per quattro anni, oltre il termine fissato dalla legge; e ho anche concesso agli esponenti della cultura centralista un ulteriore termine per revocare la decisione presa in ossequio alla legge. A loro l’onere di dimostrare che le Regioni non sono in grado di tutelare l’ambiente e le foreste altrettanto bene di quanto ha fatto o non ha fatto lo Stato in questi anni. Dovranno farlo, però, in modo corretto: cambiando la legge, non pretendendo che il Governo non la applichi!"