7° appuntamento con l'istruttore CIU Loris Tango
GLI STILI
usignolo
di fiume:
sui
petali di pruno pulisce
le
zampe infangate
Kobayashi Issa (1763-1828)
Tra le tante chiavi di lettura del bonsai, una delle più articolate sono gli "stili". Questi sono una serie di regole codificate dai bonsaisti giapponesi per rappresentare le forme più frequentemente assunte dagli alberi in natura. Un purista della lingua italiana obbietterebbe che il termine è improprio dato che per stile si intende il segno distintivo di un singolo artista o di una scuola, questi invece dovrebbero essere chiamati canoni, ma l'espressione è ormai diventata d'uso corrente. Gli stili sono numerosissimi, ma correntemente se ne usano solo pochi. I più importanti sono i cinque basati sulla forma del tronco. Eretto formale: per rappresentare conifere a fusto diritto tipico della montagna (tronco perfettamente diritto e verticale con rami piegati verso il basso ed uniformemente distribuiti in tutte le direzioni ma senza nascondere il tronco) esprima la forza, la potenza, l'ordine, l'inflessibilità, la virtù virile. Eretto
casuale: per rappresentare ginepri o
conifere di bassa quota e latifoglie (tronco sinuoso che esce dal
terreno lievemente inclinato e sale descrivendo due tre curve via via
sempre più strette) esprime l’eleganza, l’adattabilità agli eventi
mutevoli della vita. Proprio per questo ha regole meno severe
dell’eretto formale, e da alcuni è considerato uno stile libero. Inclinato: per rappresentare piante che hanno subito un grosso
trauma in passato, o che nel loro sviluppo sono state condizionate dalla
presenza costante di un fattore negativo. (tronco e vegetazione molto
inclinati verso destra o sinistra) Alcuni maestri non lo considerano uno
stile a se stante, ma solo una variante dell’eretto casuale Cascata: per rappresentare piante cresciute su un dirupo
dove frane e slavine hanno impedito una crescita naturale spingendo la
vegetazione sempre più verso il basso. (curva stretta alla base alla
base del tronco che quindi si porta verso il basso, con brevi tratti che
salgono per poi tornare di nuovo verso il basso) Esprime, la tenacia,
un’indomabile volontà di vivere e superare le avversità. Prostrato: rappresenta piante che crescono su una scarpata in
condizioni climatico - ambientale difficili ma non ostili (estremamente
compatto con tronco quasi orizzontale che si abbassa fino al livello del
suolo) Da alcuni è considerata una variante della cascata.
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Vi sono poi altri stili che
rappresentano la storia dell’albero Ventoso: rappresenta un albero che durante la sua crescita
è stato modellato da un vento costante o ricorrente. (tronco generalmente
inclinato e movimento, con tutti i rami sullo stesso lato con vegetazione molto
leggera e schiacciata, quasi fosse pettinata) Esprime la dinamicità ed il
movimento. Bun jin (Letterato): ispirato alla pittura cinese ed all’arte
calligrafica. (non ha regole fisse, il tronco è molto sottile è flessuoso
spesso con brusche curve, la vegetazione molto ridotta) Esprime eleganza,
raffinata semplicità, una profonda pace interiore dopo una lunga vita
travagliata. Ancora da ricordare i bonsai
da fiore o frutto, in cui l’elemento chiave non è tanto la forma quanto
l’evidenziare l’esuberante vitalità dell’albero. Esprimono eleganza,
leggiadria, femminilità. Tutti gli stili fin’ora
considerati possono essere realizzati con un solo albero, o con più alberi: Due tronchi: uno grosso ed uno piccolo da una stessa radice Tre tronchi: uno grosso, uno medio, ed uno piccolo da una stessa
radice Ceppaia: un numero dispari più alto di tre, tutte da
un’unica radice Zattera:
da un albero caduto, ogni ramo si è sviluppato come se
fosse un tronco indipendente. Boschetto:
tanti singoli alberi tutti della stessa essenza in un unico vaso basso Tutti
questi stili a più tronchi utilizzano regole per dare il senso della
prospettiva, dell’equilibrio, e soprattutto naturalezza, essenzialmente
riconducibili a tre punti: tronchi grossi avanti e piccoli dietro, ogni albero
occupa un volume di spazio ben definito, tronchi disposti in modo tale che le
distanze tra loro siano sempre diverse e non ve ne siano mai tre in linea retta.
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