CHAKRA |
CHAKRA Tutti sanno che a creare l'energia di un vegetale è la luce del Sole: la clorofilla, pigmento verde all'interno della pianta, trae energia dal Sole per disgregare l'anidride carbonica e sintetizzare gli zuccheri. Meno conosciuto è il meccanismo che gli uomini posseggono per assorbire ed usare energia. L'energia non ci giunge solo dal Sole, ma da tutto il cosmo. In che modo la riceviamo?Gli indiani hopi del Nord America, che si ritenevano i più antichi abitanti della terra, pensavano che il corpo umano e il corpo della terra fossero fatti nello stesso modo. Entrambi posseggono un asse. Nell'uomo l'asse si identifica con la spina dorsale, lungo la quale si trovano diversi centri vibranti di energia. Il primo centro, dicevano gli hopi, si trova in cima alla testa. Quando il bambino nasce, lì c'è la "porta aperta" attraverso la quale il bambino riceve la vita e comunica con il creatore. Alla morte, da quel punto esce la vita che da lì era entrata. Appena sotto si trova il secondo centro, corrispondente all'organo fisico che insegna all'uomo a pensare da solo: il cervello. Il terzo centro è nella gola. Il quarto centro è il cuore. Secondo gli hopi un altro centro sarebbe sotto l'ombelico (zona del plesso solare). I tibetani e gli indù, come gli hopi, hanno avanzato l'idea dell'esistenza di una serie di centri di energia; però ne considerano un numero maggiore. I tibetani e gli indù, come gli hopi, attribuiscono la massima importanza al centro più alto, che si trova in cima alla testa. il suo nome è Sahasrara-Padma cioè "Loto dai mille petali", la sua controparte fisica sarebbe la famosa "ghiandola pineale" che già Cartesio nel 1677 nel suo Tractatus de Homine definiva come sede dell'anima razionale e, come tale, zona di elaborazione delle sensazioni. Per i mistici orientali questo chakra sarebbe la sede della coscienza psichica. Tra le sopracciglia vi sarebbe un altro centro di energia, detto Ajna, corrispondente all'ipofisi. All'altezza della gola vi sarebbe il Vishudda corrispondente alla tiroide ed alle ghiandole paratiroidi. All'altezza del cuore vi sarebbe il timo; questo chakra avrebbe il governo del cuore, del sistema circolatorio e dei vasi sanguigni. Più sotto il Manipura, nel plesso solare, corrisponderebbe al pancreas. I mistici orientali conoscevano altri due centri ignoti agli hopi: il Svadhisthana corrispondente alle ghiandole surrenali, e il Muladhara, nella regione coccigea, connesso con la riproduzione e la cui controparte fisica sarebbero le gonadi. Si può ammettere che i chakras siano organi sensibili esistenti sul corpo eterico dell'uomo (controparte eterica del corpo fisico) specializzati a ricevere energia dal sole sotto forma di colori, ed anche energia cosmica sotto forma di amore energizzante e rivitalizzante. I colori sono energia. Ad esempio il rosso attiva il chakra della sessualità perché è un colore caldo. La fotografia astronomica di Marte, pianeta rosso, ha una funzione analoga al rosso, e proiettata per via radionica produce un riscaldamento, una energia che infiamma l'intero essere. Quella di Marte è una forza che attiva tutte le energie. L'energia digestiva corrisponde all'arancio. Il giallo corrisponde al chakra del plesso solare, riflettente il livello mentale dell'individuo. Secondo i veggenti, negli schizofrenici questo chakra appare di un arancio intensissimo. Pare che l'uomo nell'antichità conoscesse il modo per sovraccaricare deliberatamente questo chakra con funghi allucinogeni o droghe, per innalzare l'atteggiamento intellettuale e perfezionare la conoscenza delle cose. Il verde corrisponde al centro di energia cardiaco, il quale a sua volta ha relazione con la partecipazione emotiva che l'uomo mette nelle sue attività; è un centro vulnerabilissimo, danneggiato dal fumo, dalle emozioni, dai caffè bevuti in eccesso... Il blu corrisponde al centro di energia della gola e corrisponde al modo di comunicare, al modo di usare le parole per esprimere ciò che sentiamo. L'indaco è il colore del chakra posto tra le sopracciglia, centro energetico che si sviluppa molto nei guaritori. Le Foto Astronomiche Terapeutiche (F.A.T.) agiscono in parte attraverso questo chakra, riattivandolo sino a ridare armonia alla sensibilità, al sistema nervoso. Numerose foto di galassie lontane hanno, in effetti, questo potere, mentre le foto dei componenti il nostro sistema solare attivano per lo più i centri della gola e del cuore (eccezion fatta per Nettuno, che muove direttamente il chalira Sahasrara). Il chakra coronale, in alto sulla testa, ha un rapporto con la spiritualità dell'individuo, ed è di colore viola. Molti uomini moderni conducenti una vita stressante presentano degli squilibri energetici sui chakras; ciò comporta zone di debolezza nel corpo fisico ed alto rischio di malattie. I colori terapeutici e le F.A.T. tendono ad equilibrare i chakras, dunque a proteggere l'uomo dalla malattia. Oltre che dai colori e dalle F.A.T., i chakras sono riattivati e riequilibrati da precisi esercizi yoga, chiaramente spiegati nell'opera di Annie Wilson e Lilla Bek: L'arcobaleno uomo Ed. Siad, Milano, 1983. Vedasi capitolo 5: Esercizi per ritrovare l'energia. Esistono ricerche scientifiche condotte in merito all'esistenza effettiva dei chakras. Esse sono state eseguite soprattutto dal dr. Horishi Motoyama, fisico, medico, agopuntore, ingegnere e studioso di yoga. Costui ha condotto le sue ricerche in un istituto di Tokio. Ha consacrato numerose pubblicazioni in merito all'esito dei suoi studi, uno dei quali - Scienza ed evoluzione della coscienza - è stato già tradotto dal giapponese all'americano: Science and evolution of consciensness, Edizioni Autumn Press U.S.A. Nei suoi studi e nelle sue opere di ricerca, il di. Motoyama èriuscito a dimostare con rigore cartesiano la realtà degli schemi della circolazione energetica nel modello proposto dagli Indiani antichi, riguardo ai chakras. Secondo Motoyama la localizzazione dei chakras seguirebbe il tragitto del sistema nervoso autonomo. E giunto a questa conclusione dopo 15 anni di esperienze, con test su oltre 5.000 individui. Motoyama si è servito di un apparecchio che consente di misurare l'energia vitale esteriorizzata dai chakras. Riassumiamo le conclusioni del dr. Motoyama:
§ Bibliografia: Massimo Frisari - Cura delle malattie a distanza, © 1990 MEB |
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