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Sono davvero più nutrienti, più “puliti”; più
saporiti? Sui prodotti biologici è dibattito aperto. C'è chi li apprezzava
anche quando erano difficili da trovare e chi si è convertito in tempi più
recenti, spaventato da mucca pazza, afta epizootica, modificazioni
genetiche. Adesso è boom. Il solo consumo di cereali biologici è cresciuto
nell'ultimo anno quasi del 500 per cento. E gli amanti del tutto naturale
possono contare ormai su 2 catene con 40 supermercati specializzati e su
1.500 punti vendita anche bio. Ma una recente ricerca coordinata
dall'istituto nazionale per la nutrizione solleva dubbi. L'indagine ha
confrontato contenuti nutrizionali di frutta e verdura biologiche e non. In
molti casi la quantità di proteine, vitamine, sali minerali è risultata
identica. Addirittura, i finocchi convenzionali avevano più potassio dei
biologici, l'insalata più vitamina B6. E uno studio francese ha
riscontrato gli stessi valori nutrizionali in carote bio e “normali”.
BIOLOGICO,BIODINAMICO, LOTTA INTEGRATA: CHE DIFFERENZA C'È?
Può chiamarsi biologico e avere l'etichetta "da agricoltura biologica" un prodotto coltivato senza pesticidi, fitofarmaci, fertilizzanti chimici, ma solo con concimi naturali e difeso da parassiti e muffe con prodotti naturali, insetti o uccelli. Non sono così possibili produzioni intensive o fuori stagione, e tutti i trattamenti vengono annotati sul “quaderno di campagna”; che bisogna mostrare agli organismi di controllo per avere il marchio di garanzia. Durante la lavorazione, a questi prodotti non si possono aggiungere conservanti o coloranti. Sono biodinamici, invece, i prodotti coltivati secondo un metodo stabilito, nel '900, da Rudolf Steiner, che recupera le tecniche tradizionali e cura piante e terreni con dosi omeopatiche di preparati naturali. Sono da agricoltura integrata i vegetali ottenuti non eliminando tutti prodotti chimici (come nel biologico), ma riducendoli. La lotta integrata si chiama così perché combina rimedi chimici e sistemi più rispettosi della natura. Questo metodo consente, per esempio, di irrorare piccole dosi di antiparassitari sulle piante, ma non sui frutti. L’ltalia è oggi al primo posto in Europa per queste coltivazioni, che riguardano buona parte delle mele del Trentino e dei frutteti dell'Emilia Romagna.
QUALI PRODOTTI POSSIAMO TROVARE IN COMMERCIO
L’offerta di biologico è molto ampia: frutta e verdura (vedi capitolo precedente), carne, uova, latte, prodotti lavorati. La carne biologica proviene da animali allevati con mangimi e foraggi coltivati biologicamente. Almeno metà di questi alimenti deve venire dalle aziende allevatrici. Proibiti antibiotici e ormoni. Gli animali devono riprodursi naturalmente e avere spazio per muoversi in libertà. Da galline e mucche allevate con le stesse regole vengono uova e latte biologici garantiti. I lavorati (biscotti, cereali, cracker, succhi di frutta, conserve di pomodoro, olio, cioccolato, latticini) si distinguono 3 categorie. La prima è di cibi con il 95 per cento almeno di ingredienti forniti da aziende che producono biologico certificato da 2 anni. Il 5 per cento non biologico è costituito da sostanze introvabili in versione bio (papaia, cannella, zenzero, anidride carbonica, acido citrico e ascorbico, lecitine, alcol, azoto, caseina). Solo questi alimenti possono avere la scritta "da agricoltura biologica" e il marchio (vedi riquadro a destra). I prodotti con almeno il 70 per cento di ingredienti bio sono una seconda categoria. Non hanno il marchio europeo né la scritta "da agricoltura biologica". Nell'elenco degli ingredienti la dicitura è: "il 70 per cento di ingredienti è ottenuto conformemente alle norme della produzione biologica. Terza categoria, i prodotti in conversione. Hanno un solo ingrediente, vegetale, prodotto da aziende che seguono le regole del biologico da meno di 2 anni.
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